Conclusa con un grande successo la settima edizione dello Swank Rally di Sardegna Classic che quest’anno celebrava anche il quarantesimo anniversario del Rally di Sardegna.
La storica gara inventata nel 1984 da Renato Zocchi non poteva essere celebrata meglio di così; 5 tappe di cui quattro sulle piste più belle della Sardegna Occidentale tra Porto Torres e Oristano.
Una edizione dove sono stati davvero tanti i partecipanti, provenienti da tutta Europa ma anche da oltre Oceano; nomi illustri a partire da Andrea Balestrieri, primo vincitore del Rally di Sardegna su Aprilia, ma anche presenze importanti miti delle Parigi Dakar: i coniugi, Peterhansel, Stephan e Andrea, con tutti i loro titoli e le Dakar vinte su due e quattro ruote, Franco Picco e le sue trenta partecipazioni, insieme a Alessandro Botturi, Ottavio Missoni e Benjamin Melot.
Gradita anche la visita di Ciro de Petri alla Partenza dal Golf Club Villa Carolina a Capriata d'Orba (AL).
Proprio il primo briefing tenuto da Renato Zocchi che ha presentato i prestigiosi Piloti ha anticipato che l’edizione sarebbe stata di quelle da ricordare.
Prima tappa quindi con la prova speciale su un fettucciato di 5 Km. A Sezzadio, prima di raggiungere l’imbarco per Porto Torres verso la Sardegna per le successive quattro tappe.
Un veloce trasferimento per raggiungere il traghetto GNV che è da diverse edizioni sponsor della manifestazione.
Dopo lo sbarco puntuale in terra sarda la moltitudine colorata invade pacificamente il lungomare di Porto Torres dove inizia la seconda tappa partita dal palco disposto dall’Amministrazione Comunale.
Partenza che vede al via prima la categoria competitiva in ordine di classifica e quindi Stéphane Peterhansel apre le danze seguito da tutti gli altri fino alla categoria Experience in ordine di numero. Da Porto Torres verso Alghero e poi giù verso Oristano lungo la costa occidentale con incursioni verso l’interno avendo però sempre il mare a fare da cornice in lontananza o sempre più vicino fino quasi a lambirlo, sulla costa nel comune di Tresnuraghes sede del punto di ristoro della prima tappa in terra sarda.
Un percorso che si è fatto più serio, più tecnico sempre vario con terra, sassi, rocce e sabbia ad impegnare in diverse misure le capacità dei piloti. La Alghero – Bosa a divertire i Piloti, seppur non nel loro ambiente, con i tasselli che urlano sull’asfalto. Arrivo ad Arborea, dopo circa 280 chilometri, presso l’Horse Country Resort la cui fresca piscina è stata molto gradita.
Hotel che ci ospiterà anche per la serata successiva mettendoci a disposizione un’ampia sala per i briefing prima di ogni tappa.
La terza tappa dello Swank Rally di Sardegna è un doppio anello con partenza e arrivo dal Horse Country Resort di Arborea.
Veloci strade sterrate che attraversano i campi mentre la traccia porta verso l’interno e dimostra la vera essenza dello Swank Rally, quello non adatto alle “Signorine” a meno che queste non abbiano virtualmente gli attributi e la grinta come le numerose Donne iscritte quest’anno e le ragazze del progetto “Dal Tacco al Tassello” (Di cui parleremo prossimante in un articolo dedicato) che anche oggi hanno dimostrato il loro valore e la costante voglia di migliorarsi divertendosi.
La prova speciale delinea le difficoltà con salite impegnative con sassi e lunghi tagliafuoco dove è vietato chiudere il gas. Come costante, tipica della Sardegna, la varietà di terreno con tutte le densità dalla soffice sabbia alla dura roccia. Salite e discese dove il panorama varia dalle campagna a mare senza soluzione di continuità.
Si scende verso le dune di Piscinas con i suoi caratteristici guadi e pausa pranzo con vista sulla incantevole baia di San Nicolò. La traccia si addentra sulle montagne alla scoperta delle miniere abbandonate del Sulcis fino a ritornare sulle veloci sterrate della pianura fino alla sospirata birra da bere a bordo piscina. La serata diventa la copia della precedente, da passare in compagnia in attesa del briefing di Renato Zocchi.
Per la quarta tappa cambia lo scenario, dopo la sabbia del vicino mare si comincia a salire all’interno a salire sui monti con il terreno che cambia radicalmente con compatti tratti negli splendidi boschi e poi su e giù su mulattiera regno dei sassi, fissi o mobili che siano. Si verso il Gennargentu con arrivo a Gavoi al Santuario di N.S. d’Itria dove all’interno del parco è stato allestito il campo base per la notte, un campo tendato in puro stile Rally di Sardegna, che ha dato quel sapore di avventure e convivialità condita con i sapori della cucina e la musica popolare sarda.
Una serata resa unica dai racconti di Andrea Balestrieri, Alessandro Botturi, Andrea Mayer, Stephan Peterhansel e Franco Picco che si sono prestati a raccontarsi e rispondere alle domande di Renato Zocchi, ideatore del Rally di Sardegna di cui quest’anno si festeggia il quarantesimo, e Andrea Perfetti di moto.it che tra l’altro è in gara nella cat. R2.
Atmosfera unica un posto magico, un cielo stellato e i Piloti a disposizione di tutti i partecipanti.
L’ultima tappa, la più tecnica anche come varietà di tracciato, veloci sterrati alternati a single track in ordine sparso. Poi si sale sulle montagne e la traccia si fa via via più guidata e impegnativa dove i tratti hard sono da non sottovalutare come del resto lo Swank in generale visto che è un Rally vero come percorsi che sono identici anche per la categoria Experience che solo non ha classifica.
Protagonista la suggestiva e lunga speciale all’interno dell’incantevole Foresta Burgos, per poi tornare lungo la costa fino all’arrivo a Marina di Sorso teatro anche delle premiazioni che chiudono questa storica edizione dello Swank Rally di Sardegna.
Oltre 1000 chilometri sapientemente selezionati da Renato Zocchi e dallo staff di Adventure Riding che ha gestito alla perfezione tutte le fasi dell’evento a partire da tutti i permessi necessari per transitare nelle zone di Forestas e nei numerosi terreni privati che concedono il transito dei partecipanti.
Lo Swank Rally di Sardegna che ha preso ufficialmente l’eredità del quarantenne Rally di Sardegna si conferma uno degli eventi più interessanti del panorama off-road internazionale, il confine sottile tra competizione e Adventouring con tutto lo stile Deus Italy.
Lo Swank Rally di Sardegna vive grazie alla collaborazione tra Adventure Riding e Deus Italy e con il contributo degli sponsor: Yamaha Italia – GNV - Metzeler – Motor Bike Expo – Garmin – Brietling – Vismed – Snap Shot
CLASSIFICHE e PREMI
Categoria R1 (Moto Vintage fino al 1999)
- Nobili Matteo Suzuki DR350
- Panella Paolo Honda XR600R
- Peroni Andrea Honda XR250R
Categoria R2 (Moto Moderne post 1999)
- Melot Benjamin KTM Rally
- Peterhansel Stefan Yamaha WRF450
- Veith Alexander KTM 690 Enduro
Categoria R3 (Moto pluricilindriche)
- Botturi Alessandro Yamaha Tenere 700 World Raid
- D’Orsogna Iarno Yamaha Tenere 700
- Barbot Sonia Yamaha Tenere 700
Premi speciali
- Andrea Balestrieri (Primo vincitore del Rally di Sardegna
- Stefan Peterhansel
- Franco Picco
Precision Trophy Garmin (Chilometraggio teorico 916,4)
- Urbano Emanuele Km 919
- Giangiulio Paolo Km 920
- Regolini Paolo Km 923
Prima Donna R2
- Andrea Mayer Peterhansel
Prima Donna R3
- Sonia Barbot
Best Team
- Team Yamaha Botturi e D’Orsogna
L’ESPERIENZA DI AMOTOMIO
Può un motociclista “normale”, con poca esperienza in fuoristrada, partecipare allo Swank Rally di Sardegna?
La risposta è indubbiamente sì! Certo con qualche accortezza, magari senza esagerare e consci dei propri limiti.
Dopo quattro partecipazioni che siamo riusciti a portare a termine ne abbiamo la certezza.
Cinque giorni, oltre 1000 chilometri che mai come questa edizione hanno lasciato davvero poco spazio all’asfalto e con difficoltà a tratti significative, del resto è un Rally, ma mai impossibili e nel caso lo spirito dello Swank, ma dell’Enduro in generale, è che nel caso ci si aiuta.
Dopo almeno quarant’anni siamo tornati anche a dormire in tenda e se l’idea ci era lontana alla fine l’esperienza è stata divertente mettendo quel pizzico di gusto avventura che non guasta mai. Diciamo che la difficoltà maggiore è stata chiudere la tenda…di quelle che apri in 2 secondi, ma poi…
L’arrivo quasi sempre nei tempi e con il grosso del gruppo, solo una caduta da fermo, portano la consapevolezza di aver alzato il personale livello di esperienza ha fatto passare in secondo piano la stanchezza e il lamentar dei muscoli che non sapevamo di avere. Quella Medaglia di partecipazione ha davvero un valore!
Indubbiamente la moto “giusta” è fondamentale e per noi sicuramente un leggero monocilindrico è perfetto, vero che il tracciato è fattibile con i bicilindrici, ma serve sicuramente maggiore capacità ed esperienza.
Noi abbiamo scelto la nostra Honda CRF300L che si è rivelata perfetta per le nostre capacità e adatta al percorso.
Il serbatoio maggiorato Acerbis ci ha permesso di non temere mai di rimanere senza benzina anche se di fatto lungo i 1120 km percorsi abbiamo rilevato un consumo medio di 33,7 Km/lt.
Le gomme sono fondamentali in fuoristrada, ora lo sappiamo e le Metzeler 6 Days che abbiamo montato ci hanno dato davvero tanta confidenza con il posteriore capace di tanta trazione su tutti i terreni e l’anteriore puntato e preciso anche quando si morde con il freno anteriore, per molti sarà banale ma la sicurezza in frenata ci ha stupito davvero.
Attrezzi e ricambi, che per fortuna non son serviti, nelle borse Enduristan anteriore e posteriore, fisate stabilmente con gli agganci specifici e assolutamente impermeabili e a in questo caso soprattutto a prova di polvere.
Per la navigazione ormai siamo fedeli e convinti del Garmin Montana 700i che permette anche a chi non è uno “smanettone” tecnologico di caricare e gestire le tracce facilmente, oltre che essere robusto e ben visibile in ogni condizione di luce.
Visto che ci piace provare le cose dobbiamo dire che i Paramani Acerbis si sono rivelati un toccasana per salvare le mani dai rami, rovi ecc. e robusti evitando la rottura delle leve nelle cadute. Presa al manubrio stabile e sicura, ma anche comoda con le manopole Dirt Zone di Ariete.
Per l’abbigliamento ci siamo affidati ai nostri fedeli completi Clover e Alpinestars, così come per il Casco LS2 X-Force e la Maschera Ariete 8K sotto cui gli occhiali Emblema Universal ci stavano senza problemi.
Novità invece per gli stivali con gli Alpinestars Tech 7 Enduro che hanno dimostrato una notevole robustezza con un confort davvero piacevole, buona anche la sensibilità sui comandi.
Di tutto trovate, o troverete a breve i test specifici sul nostro Magazine.
Il prossimo evento Adventure Riding sarà l’Umbria Gran Tour…non possiamo mancare!
Foto di Fotografica Sestriere
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