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Fagna Mugello
Categoria: Sport

Il tracciato del Mugello, insieme a quello di Monza è forse il più conosciuto circuito italiano al Mondo. Merito di Valentino Rossi & c. che hanno fatto conoscere la pista toscana al grande pubblico. Il motomodiale infatti ne fa la sua sede nel tradizionale appuntamento di metà giugno.

La nostra prova in pista si svolge mercoledì 24 marzzo 2010, con condizioni climatiche ideali, circa 18 gradi, sole velato. Quindi nessuna grossa sudata, maanche nessun patema d'animo per temperatura di gomme e asfalto.

Ci allineamo pazientemente nella pit lane per affrontare il primo turno. La moto e le gomme sono fredde dalla notte passata all'aperto nel cortile del B&B che ci ha ospitato, quindi il buon senso ci impone due giri a passo bradipo, senza esagerare nelle pieghe, ma accelerando e frenenado molto forte in modo tale che le gomme prendano presto temperatura. Al terzo giro cominciamo ad osare un po' di più, ma è dal quarto che le gomme trasmettono fiducia e si può cominciare ad osare.

 Il rettlineo è immenso ed infinito, sopratutto se di cavalli sotto le chiappe ne hai pochi, i box sfilano veloci sulla destra, e in corrispondeza dell'uscita da questi comincia la leggera salita verso la prima curva secca a destra, praticamente un tornante, la più lenta di tutta la pista, ovvero la San Donato. Qui la staccata è secca, forte, decisa, non può non essere così arrivando da un rettilineo dove le moto più pepate arrivano a lambire i 300 km/h.

 

Ginocchio a terra, moto piegatissima, ci si "arrampica" verso le due curve rispettivamente , Luco e Poggio secco, che personalmente ho sempre visto come un'unica "S" da affrontare tutta d'un fiato. Trovare la traiettoria giusta per affrontare più velocemente questo "sinistradestra" non è mai facile, punto primo bisognerebbe appoggiare il ginocchio proprio sul cordolo, però brrr ci vuole d

el perlo, che confesso di non avere.

 

Piccolo rettilineo, con la mia bicilindrica devo salire di una marcia, per poi ributtarla giù ed affrontare la seconda "s", ovvero la materassi, più aperta e apparanetemente più veloce della precedente, su ancora di due marce, sul rettifilo che ci porta alla casanova, curvone, veloce a destra in discesa. Anche in questo caso, l'ingresso presenta non pochi patemi d'animo per un neofita o comunque per un poco esperto; ho sempre la sensazione di arrivare troppo lungo e troppo veloce, in relatà con qualche giro per prendere la mano, la casanova non è così terribile, anzi la si raccorda che è un piacere con la savelli;

Dalla savelli si deve per forza alzare un po' la testa per inforcare le due più conosciute (e temibili) curve del circuito, ovvero le arrabbiate u

no e due. Tembili, non tanto per la forma quanto per  la visibilità. Che è praticamente nulla; infatti essendo in salita e piegando verso destra, non posso fare come d'abitudine e guardare già oltre la curva, perchè appunto, oltre la curva è impossibile vedere. Anche qui, il buon Valentino, dice che per farle a tutto gas c'è un segreto, che appunto essendo tale, suggerisce al mio cervello di percorrere le due curve con una certo timore reverenziale.

Si affrota poi la destra in discesa della Scarperia, sinistra palagio senza troppe difficoltà, per buttarsi poi nel tornatino a destra della Biondetti da me sopprannominato il "mangiasaponette"; la leggera variante della biondetti 2 si può affrontare a gas quasi spalancato (sempre con la mia piccolabicilindrica). La bucine è la davanti, ingannevole, sembra tanto larga, invece se non stacchi a dovere arrivi lungo, largo e quindi perdi una marea di tempo.
Se invece stacchi giusto e sfrutti tutto lo spazio a disposzione, diciamo che beh, ti può prendere qualche soddisfazione sorpassando qualche missileterra-aria, che gode tanto in rettilineo ma che sul guidato...

Lasciando perdere quel pizzico di vanagloria, (che si basa forse su 2 o 3 sorpassi in tutta la giornata), si torna sul rettilineo infinito, giù la testa, gas spalancato, e via di nuovo alla staccata della San Donato.

Personalmente ho girato con una Ducati SS 900 i.e. del 1999, praticamente una nonnina in mezzo a giovani e scalpitanti boriose "belve" da almeno il doppio dei cavalli, ma  mi sono divertito come non mai.

Ho sentito molti neo-pistaioli (o comunque anche gente che gira da un po') scartare a priori il Mugello; beh posso affermare che la pista toscana è impegnativa, veloce, ma non è poi così terribile e temibile. Anzi è una pista mondiale, quindi al top per quanto riguarda vie di fuga, sicurezza, assistenza, monitoraggio della pista. Tenete conto che io vado 4 massimo 5 volte in pista all'anno ma il mugello non me lo farei sfuggire per nulla al mondo. Per chi ha la nostra passione è "la pista", non si discute.

L'asfalto è perfetto eccezion fatta per un paio di giunture tra due manti di asfalto diversi che però una volta conosciuti si gestiscono o evitano abbastanza facilmente.

 

Qualche piccolo consiglio

(fonte immagine formula2.net)

Non sono così esperto da poter dire come guidare al Mugello, posso però cercare di darVi i consigli base, giusto per non arrivare proprio a secco di nozioni.

- Il rettilineo è invitante, scatenare tutti i cavalli tenuti troppo spesso imbrigliati su strada è invitante, vi consiglio però di prendere prima confidenza con le distanze dalla staccata, pendenze e traiettoria ideale. E' il punto più veloce del circuito, forse il più pericoloso, dietro di voi arriveranno a tutte le velocità quindi è importante avere una traiettoria e mantenerla. NON si deve assolutamente rallentare a metà del rettilineo o in altri punti, si frena solo alla staccata. La distanza in cui conviene frenare dovreste man mano stabilirla voi, per non arrivare corti, poco male, o troppo lunghi, malissimo.

- Le traiettorie. Partendo dalla regola che chi è davantio fa la traiettoria, vi consiglio di impostarne e mantenerne una; guidare stile "automan" a scatti opeggio cambiando traiettoria, non solo è periocoloso, ma non aiuta chi sopraggiunge da dietro a sorpassarvi insicurezza se è più veloce di voi.

- In ogni staccata dovrete tenere presente due punti di riferimento, il primo in corrispondenza del quale è indispensabile frenare, il secondo in cui è indispensabile mollare i freni e cominciare a piegare; con il freno ancora tirato (anteriore) la moto non scende, non c'è nulla da fare.

- La moto va dove va lo sguardo, quindi guardate l'uscita di curva non la ghiaia :-)


Aggiungo solo qualche altro consiglio:

- La struttura del Mugello è molto ben organizzata. Troverete servizi e docce sempre puliti. Il bar-ristorante (self service) è ben fornito e piatti sono di buona qualità (occhio a non strafogarvi). Qualche bibita in una borsa frigo può aiutare ad evitare un continuo pellegrinaggio al bar.

- Portatevi se possibile un "gazebo" o un ombrellone, se picchia il sole sul paddok (come in quello di quasi tutti gli altri circuiti) fa veramente caldo. Rientrare dopo un turno e potersi sedere all'ombra è un vantaggio in più.

- Se siete in molti noleggiate un box. La spesa vale la candela.

- Se girate una giornata intera è consigliabile arrivare la sera prima e dormire li.


Dove dormire (consigli del tutto personali basati sulla prova diretta)

- Bed and Breakfast "Il nido di Gabbiano"
via di Gabbiano, 15 50030 Scarperia (Fi)
tel +39-340/5473750 - www.ilnidodigabbiano.it
B&B davvero raffinato a 10 minuti dal circuito.

 

- Bed and Breakfast "cortevecchia"
via Corte vecchia, 124 50030 Bivigliano (Fi)
tel. +39-055/406743  www.bbcortevecchia.it
B&B la passione per i motori anima i gestori.
Tranquillo e silenzioso a 15 minuti dal circuito.

 

Fagna

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