Joan Mir
Categoria: Sport

Joan Mir vince la gara MotoGP d’Europa e ipoteca il suo primo titolo mondiale, deludono le Yamaha, assenti le Ducati, Valentino Rossi incassa un altro zero per un guasto alla moto.


Tutto si poteva immaginare quando Marc Marquez si è infortunato e la pandemia ha fatto irruzione nelle nostre vite e nel campionato mondiale MotoGP, meno che di questa ammucchiata, di questo strano campionato messo insieme alla bell’e meglio, che ne sarebbe uscita la Suzuki e soprattutto il suo pilota più giovane, il maiorchino Joan Mir. Esatto, un altro maiorchino potrebbe entrare nel ristretto numero di piloti che hanno indossato la corona molto presto, e non è cosa da poco per una piccola isola. Questo campionato doveva essere una questione tra Yamaha e Ducati tolto dai giochi quel mostro di Marc Marquez, ma dopo le prime due vittorie di Fabio Quartararo, tutto è diventato un guazzabuglio.

Joan Mir MotoGp Europa


MIR COME BIDEN, QUALCUNO METTE IN DUBBIO LA SUA VITTORRIA

Se qualcuno può pensare che quella della Suzuki e di Joan Mir sia una vittoria fortunosa, meglio riguardare i numeri di uno dei pochi piloti che gara dopo gara ha costruito il suo primato sull’unica cosa che è mancata a tutti gli altri, la continuità. Un campionato talmente caratterizzato da prestazioni esageratamente distanti, da mettere in vetta alla classifica un pilota che non ha mai vinto una gara, ma è sempre rimasto nella zona alta delle classifiche d’arrivo. Risolto anche il problema della vittoria, alcuni mormoravano già di un titolo di serie B quello vinto da un pilota che non ha mai vinto una gara, ma il pilota maiorchino, partito oggi dalla quinta casella, ha provveduto a sistemare anche questa faccenda con una gara consistente, veloce, e con un ritmo serrato.

Suzuki ad un passo dal titolo, la casa di Hamamatsu è tornata in MotoGP con un progetto serio, credibile, è cresciuta piano piano costruendo una moto sulla storica capacità della casa giapponese di costruire grandi telai e motori dalle grandi qualità migliorandoli passo dopo passo, ma affidandosi ad una squadra collaudata, e italiana, della MotoGP, quella di Davide Brivio. Ancora una volta il mix della regolarità giapponese e la capacità di dare uno strappo tutto italiano. L’ultimo titolo Suzuki risale al 2000, vent’anno esatti dal titolo in 500 di Kenny Roberts Jr, in Suzuki probabilmente non si ricordano nemmeno come si festeggia un titolo mondiale, chissà se saranno compassati anche in questa occasione o saranno più… italici! In attesa che la moto che oggi sembra la migliore del lotto abbia l’occasione di confrontarsi con la coppia migliore del lotto, quella Honda-Marquez.

MotoGp Europa gara


LA GARA

Gara partita all’insegna di Alex Rins, che già al secondo giro si mette davanti a tutti. Joan Mir ha bisogno qualche giro in più per aver ragione di Pol Espargaro, ma al quarto giro è già alle costole del compagno di squadra. Al quinto giro le immagini si fermano su Rossi fermo a lato pista. Comincia la lunga schermaglia tra i due piloti Suzuki, mentre alle spalle qualcuno prova a tenere il ritmo, ma la gara scivolerà via senza grandi emozioni. Il colpo di reni di Mir al sedicesimo giro, Rins sbaglia a inserire una marcia, e il maiorchino passa. Da lì al traguardo è tutta una volata.


LA DISFATTA YAMAHA

Yamaha davvero deludenti, nel week end in cui l’armata dei tre diapason avrebbe dovuto scatenare l’offensiva contro il nuovo capolista, la disfatta è apparsa ancora più chiara ed evidente. I problemi iniziano con le libere, Yamaha è costretta a punzonare un nuovo motore per Maverick Vinales, relegando lo spagnolo alla partenza dai box. Fabio Quartararo dopo una pessima qualifica, scivola in avvio di gara gettando nella ghiaia le sue chance di recuperare punti. Valentino Rossi, fresco rientro da due gare di assenza per covid e da tre zeri per cadute, resta in panne con la sua M1 a bordo pista. Appassionati e Yamaha quindi si affidavano a Franco Morbidelli, che però dopo una buona partenza è sembrato fermo al palo, incapace di recuperare e di fare la differenza, forse anche in virtù della scelta di gomme azzardata, unico a montare le hard sia al posteriore che all’anteriore. Pesano sicuramente gli errori dei piloti, ma pesa soprattutto il problema di una moto che nonostante i miglioramenti prestazionali mostrati durante la stagione, ha fallito in continuità e affidabilità, una moto che è maestra della stessa filosofia progettuale usata da Suzuki, ma che Suzuki ha evidentemente saputo mettere in pista in maniera più consistente.
Ducati presenti assenti. Il massimo visto in pista è stata la bagarre per il quinto e sesto posto di Jack Miller e Johann Zarco, poca cosa contando la caduta di Bagnaia nei primi giri e la gara senza lode di Andrea Dovizioso, che resta per un soffio nella corsa al titolo per sole questioni matematiche.

MotoGP Europa Vinales partenza box

Il succo di questo campionato è tutto qui, chi doveva esserci e ne aveva le possibilità alla fine non ha saputo dare il colpo di reni, facendosi sorprendere da una Suzuki maestra di sostanza prima che di lustrini. Non resta che attendere settimana prossima, dove potremo festeggiare con una gara di anticipo il titolo mondiale o… lasciarci sorprendere un’altra volta da questa pazza stagione di MotoGP.

Risultati e classifiche

 

 

 
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