E' diventata ormai prassi comune per molti motociclisti coltivare la passione delle due ruote, sfruttando la flessibilità delle polizze assicurative sospendibili, una possibilità che ha dato la possibilità agli appassionati di tenersi in box ben più di una moto contraendo uno dei costi più importanti del mantenimento.

L'Europa però dice no. Mentre la legge italiana prescrive che non sia necessario assicurare un veicolo custodito in un'area privata, una recente sentenza della Corte UE, ha stabilito che tutti i veicoli immatricolati e che possono circolare devono essere coperti da assicurazione RC. La sentenza arriva a seguito di un ricorso in sede europea per un caso nato in Portogallo, nella quale un figlio ha utilizzato l'auto della madre, non assicurata, a insaputa del genitore.

La direttiva europea 2009/103 sull’obbligo di Rc auto,  la quale indica che necessario stipulare una copertura in tutti i casi nei quali un veicolo immatricolato in uno Stato membro sia «idoneo a circolare» , a prescindere dal fatto che venga lasciato in un’area privata. In Italia l’articolo 122 del Codice delle assicurazioni, l’articolo 193 del Codice della strada e la giurisprudenza concordano sul fatto che non c’è alcun obbligo di assicurare veicoli che si trovino in aree private.

A questo punto bisognerà attendere di capire se l'Italia si dovrà/vorrà adeguare alla direttiva europea, causando un danno notevole all'economia dei mezzi a due ruote. L'effetto a catena sarenne la rottamazione o vendita di molti mezzi, il conseguente mancato introito per lo stato e per l'indotto motociclistico. Il tutto a fronte di una visione burocratica della questione assicurativa. Un'altra lobby europea?