Era già accaduto lo scorso anno, e sembrava che il monito alle aziende dell'estremo oriente fosse chiaro, in Europa le regole ci sono e vanno rispettate.
Se il padiglione occupato quasi interamente dalle aziende provenienti dalla Cina è un'opportunità per iniziare collaborazioni, è incredibile pensare come alcune non abbiano timori di esporre prodotti copiati.
Ogni nuova edizione del Salone di Milano rappresenta una sfida per GIVI in particolar modo, ma per tante aziende italiane o europee. Da una parte i marchi ha l’opportunità̀ di mostrare al pubblico le novità̀ e soprattutto la capacità̀ di evolversi, dall’altra la necessità costante di tenere gli occhi aperti.
Puntare costantemente a nuovi traguardi nella ricerca e sviluppo, nel design e nella realizzazione di nuovi e inediti accessori per il motociclista, il tutto all’insegna del Made in Italy. Una mission che fa onore all’azienda bresciana.
Purtroppo la sua notorietà̀ ed esposizione a livello mondiale la espone più̀ di altre all’attenzione di chi, senza curarsi delle conseguenze, cerca in tutti i modi di copiarne platealmente i prodotti, spingendosi al punto di esporli alla fiera milanese della moto, la più̀ grande kermesse del settore.
Il Made in Italy è̀ un “copyright” da tutelare a tutti i costi. Ancor più̀ per realtà̀ come GIVI, che ha studiato, progettato e brevettato meccanismi, sistemi di fissaggio, design... costati tempo, lavoro e importanti investimenti in denaro.
Ispirarsi a certe linee o concetti indicati dai processi creativi di chi è riconosciuto come leader di settore è̀ spesso un motivo di vanto e universalmente accettato. Altra cosa è̀ rubare le idee e il lavoro altrui in modo evidente. All’edizione del 2018 di EICMA GIVI ha denunciato un’azienda cinese presente in fiera con copie di valigie e bauletti, riconosciute come tali e conseguentemente sequestrate dalla Guardia di Finanza.