Andrea Iannone
Categoria: News Sport

Dure le parole che arrivano da Andrea Iannone attraverso i social all'indomani della sentenza che scagiona Alex Schwarzer, c'è margine per nuovi ricorsi?


Le vicende che hanno colpito oltre al nostro marciatore italiano anche il pilota MotoGP di Vasto, in un certo senso li accumunano, anche se Andrea Iannone non ha mai contestato i risultati delle analisi. Ricordiamo che Iannone era stato trovato positivo agli anabolizzanti dopo Sepang 2019, cosa che aveva generato una prima squalifica, contro la quale però Iannone aveva fatto ricorso. Da quello che è trapelato, pur presentando prove circostanziate dell'assunzione involontaria non reiterata, il ricorso generò uno strano effetto boomerang contro Iannone, che portò ad una squalifica pesantissima di ben 4 anni dalla MotoGP e dalle competizioni in generale, ben oltre l'atteso.

In questo effetto boomerang si trovano le analogie con Alex Schwarzer, che per riscattare la sua posizione dopo la prima giusta squalifica per doping, si era affidato all'allenatore Sandro Donati, da sempre in forte conflitto con la WADA e con gli organismi sportivi internazionali proprio in tema di doping. La dichiarazione di Andrea sembra proprio andare nella direzione di una modalità atta a colpire alcuni sportivi, specialmente queli che si pongono in contrapposizione al sistema.

Ovviamente non si è fatta attendere la reazione della Wada che in sua difesa ha ribadito la corretta gestione del caso Schwarzer e che passerà alle vie legale per essere stata diffamata durante il procedimento penale per difendere la sua reputazione.

Difficile che le dichiarazioni di Iannone sortiscano qualche effetto positivo, ma la sentenza Schwarzer potrebbe indurre il pilota di Vasto a passare alla giustizia ordinaria pur di essere reintegrato in MotoGP. A questo punto viene da chiedersi cosa accadrebbe se la giustizia ordinaria ritenesse fondata le irregolarità nella gestione delle analisi da parte degli organi sportivi internazionali, decidesse di intervenire con indagini più approfondite a livello giudiziario. Dopo tutto lo sport, quando genera profitti e colpisce le persone anche a livello non sportivo, non può essere relegato ad un semplice caso sportivo e avere trattamenti speciali dalla giustizia ordinaria.

Andrea Iannone: "Voglio solo dire una cosa in merito a queste situazioni che accadono oramai da tempo e quello che voglio dire è che questo sistema va assolutamente fermato. Lo dico per il bene degli atleti che da una vita si sacrificano e fanno sforzi psicofisici e che non fanno uso di doping. Sì, per carità, ci sono atleti che si dopano, ma ce ne sono molti che non si sono mai dopati. Quelli che si dopano è giusto che vengano puniti, quelli che non si sono mai dopati non è giusto che paghino solo perché la mafia è più potente dello sport. Oggi come oggi è ora che questo sistema venga fermato, perchè fa veramente schifo".

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