Categoria: Le nostre prove

C'è qualcosa di estremamente maleducato in questa tre cilindri di Schiranna, avrà anche un bel faccino ma il carattere è quello di una monella strafottente con pochi vestiti addosso. Quanto mi piace!


Va bene va bene, sarò un vecchio pervertito, ma il carattere di questa Brutale, quella di mezzo, è quella di una hippy tutto pepe da cui non sei sempre sicuro cosa aspettarti, almeno per i primi chilometri in cui ci hai appoggiato le chiappe.



Delle linee e della bellezza davvero straordinaria della nuda MV Agusta si è abbondantemente parlato. La casa varesina ci ha abituato così bene per quello che riguarda design e particolari, che ora ha un problema di non poco conto: fare qualcosa in meno dell'eccellenza non le è permesso. Qui poi l'impresa è duplice, l'impegno che si è presa MV Agusta è quella di offrire una moto estremamente emozionante, di quelle che ogni volta che apri il box torni ad innamorarti anche a distanza di anni, ad una cifra concorrenzioale con le giapponesi tutte pepe e solitamente leader di mercato, 10290€.



Operazione riuscita? Ve lo dico fra un po'.

Girando intorno alla Brutale 800 si riscopre tutta la bellezza e la cura delle moto di Schiranna, la scritta "trepistoni" sul codino e il marchio MV Agusta sul dorso del serbatoio, richiamano alla storia di un blasone molto amato, quella che molte volte il motociclista vuole percepire, quel filo che lo lega tra il passato pionieristico del motociclista su una 3 cilindri rude, e la raffinatezza dell'elettronica più moderna. Le rifiniture sono buone, e le chicche classiche di MV Agusta, come il forcellone monobraccio e il triplo scarico laterale, fanno percepire una qualità elevata. Dopo tutto al motociclista consumato non sfugge la differenza tra un forcellone economico e il top rappresentato dal monobraccio. Bello anche il display digitale anche se all'inizio bisogna fare l'occhio alla disposizione di tutte le informazioni.



Le verniciature e l'assemblaggio appaiono di buon livello, non si riconoscono grossi risparmi, la forcella rovesciata e le pinze Brembo radiali tengono la moto ad un buon livello generale, è una MV Agusta di razza.

Ma come va per strada?

L'800 è tra le 3 moto provate (Brutale 675 e F3) quello che come ho detto risulta il più... maleducato. In mappatura sport, al tocco dell'accellerature il 3 cilindri fa balzare in avanti con uno scatto da predatore, senza lasciare margine per i distratti o i pensatori: sei in moto, stai in campana! Questo è il messaggio. Il risultato è una guida vivace e divertente, con un sorriso costantemente stampato in faccia. L'allungo c'è, il tre cilindri scala vertiginosamente le migliaia fino ad arrivare al limitatore a quota 13000 e quando è ora di fermarsi le pinze radiali Brembo risultano grintose anche senza l'assistenza di una pompa radiale. Confort di marcia... buono, la posizione è molto eretta, tipica della Brutale, certo oltre i 120 il mare di aria che si imbarca non facilita il viaggio, tipico delle naked, ma gli sguardi avidi delle persone a bordo strada non lasciano dubbi... sono un figo!

Balle, è come essere in giro con una gnocca... guardano lei... e pensano di trombartela!

 




Insomma si, MV Agusta ci è riuscita! Con una cifra ragionevole ha creato la possibilità di decidere che moto mettersi in garage, un blasone italiano, una storia lunga 37 titoli costruttori, uno stile inconfondibile, una bellezza che dura ne tempo, una moto che non vedi l'ora di tirare fuori dal garage ogni giorno.

Per il test:
Caschi Premier
Pantaloni Promojeans
Paraschiena Zandonà
Scarpe TCX
Guanti Spidi

Wolf

 

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