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Categoria: Le nostre prove



“Twin Peaks”,
non temete, non è il ritorno della saga dei Segreti, ma solo il modo scherzoso che uso per l’esclusiva moto che mi è stata concessa in prova dall’amico Carlo di motoamichetti.com

 


In realtà il modello di questa prestigiosa Ducati, una serie in edizione limitata, dedicato alla vittoria in due edizioni consecutive all’omonima gara in salita che si svolge negli States si chiama Pikes Peak.



E’ la prima volta che guido una moto di Borgo Panigale, quindi un mondo particolare.
Da sempre è usuale lo sfotto che recita “Ducati soldi buttati” oppure le prese in giro su pezzi e bulloni persi per strada, ma nonostante questo la casa Bolognese ha i suoi estimatori e anno dopo anno ha saputo risollevare l’azienda e portarla livelli di tecnologia e affidabilità a livello delle migliori case.
Il prestigio era già indubbio, legato alla storia e alle prestigiose affermazioni in MotoGP e superbike, il resto viene da se, grazie alla Passione che il Popolo “Rosso” continua a tributare alla casa Italiana.
Eccomi quindi pronto a scoprire segreti e comportamenti di questo prezioso oggetto, che altro non è che una Multistrada 1200S con estetica intrigante, particolari di pregio e carbonio a manciate sostanziose.



E’ bella, indubbiamente bella, meriterebbe anche solo di essere guardata, ma guidata è meglio, almeno credo, ma il dubbio durerà poco.
Chiave in tasca, è praticamente un transporter, e spostando la slitta che copre il pulsante di avviamento la strumentazione esegue il check, un pressione sul magico bottone  e il bicilindrico a L prende vita.
Nessun sferragliare di frizione a secco, si sono convertiti anche loro alla multi disco a bagno d’olio, e rumore di scarico robusto e personale.
La sella è larga e quindi sembra più alta di quello che è in realtà, ma questo è uno dei pochi problemi che non mi riguardano.
La posizione è comoda e tutto è sotto controllo, non resta che selezionare la taratura delle sospensioni elettroniche e la mappatura del motore scegliendo tra: Sport – Touring – Urban – Enduro.



Parto con la Touring, frizione quasi morbida, cambio dal classico “Clack” e via.
La moto non è immediata e intuitiva, va capita, ma il motore fa capire subito il suo carattere, spinge e poi spinge ancora, marcia dopo marcia, la ciclistica è di riferimento, ma ha bisogno di un po’ di confidenza per dare la sicurezza e la sensazione di totale controllo al pilota.
L’avantreno appare leggero, sarà per la poderosa spinta che per fortuna è anche contrastata dall’ottima conformazione della sella, ma come potrò accorgermi è sempre ben piantato per terrà, stabile e preciso, salvo alleggeristi e sollevarsi vistosamente appena si esagera con l’apertura del gas.
Il cambio è abbastanza preciso e la progressione è fantastica fin oltre le velocità codice, peccato che la pressione dell’aria sia contrastata solo dalla piccola “Unghia” in carbonio che poco può fare.



Man mano che passano i chilometri la confidenza aumenta, i cavalli non spaventano più, ho provato le mappature Urban e Enduro, ma solo in fuoristrada e su fondi con poca aderenza li posso capire, il polso può essere ruotato in entrambi i sensi e quindi perché rinunciare al gusto della “Spinta”.
Ho provato la mappatura Sport, ma dopo poca strada ho preferito la meno appuntita e cattiva Touring che ritengo il giusto compromesso, 150 cv ben gestibili con sufficiente personalità, vigore e sicurezza.
I freni sono all’altezza della situazione, dosabili e con un gran bel mordente sin dall’inizio della corsa, l’ABS non interviene inutilmente così come il controllo di trazione settabile su 8 livelli e legato alla mappatura selezionata.
Una Moto, questa Ducati, decisamente tecnologica, ricca di elettronica e di contenuti ma anche una moto sincera, presa confidenza con la manetta del gas e imparando a fidarsi delle eccezionali doti ciclistiche diventa tutto più facile e divertente.



Peccato che il motore, direttamente derivato dalla sportivissima 1199, abbia una erogazione molto ruvida che porta a dare il meglio sopra i 4000 giri, sotto meglio passare alla marcia inferiore, altrimenti qualche sussulto penalizza la fluidità di guida.
Andando a spasso vietato sbagliare marcia, ma guidando sportivi il sorriso si stampa dentro la visiera del casco.
Questo carattere dl motore è penalizzante per il turista, che magari sceglierà moto più “rotonda” ma quanto gusto, quando la strada permette di spingere un po’ di più.
In questo caso diventa un’arma letale, difficile tenere il passo e anche chi non è un pilota si trova a viaggiare spedito e in sicurezza visti i larghi margini che questa Multistrada mantiene.



I particolari di pregio spostano l’attenzione da altri che subito non si percepiscono, ma non mi piacciono i braccetti degli specchietti, grossolani e grossi, la posizione dei serbatoi dell’olio di freno anteriore e frizione, per quanto sportivi, sembrano posticci e messi in posizione migliorabile.
Inoltre il cavalletto centrale, optional, va ad interferire con il tallone dello stivale sinistro quando si guida in punta, come anche lo scarico che impone una postura del piede destro poco naturale.
Ottima la porzione di sella dedicata al passeggero, che può contare anche su pratiche maniglie, rimane un po’ in balia del vento essendo leggermente rialzato, ma se il cupolino è vero che ripara poco altrettanto non provoca fastidiose turbolenze.
Una moto costosa, indubbiamente, ma prestigiosa ed esclusiva, difficile confrontarla con altri modelli, questa pare l’anello di congiunzione tra lo sport e il turismo, forse il nuovo corso delle Sport-Touring, non chiamatela Enduro-stradale, potrebbe offendersi.

Per i dati tecnici rimandiamo come al solito al sito ufficiale Ducati

Abbigliamento usato per il test:

Flap: Casco Caberg – giacca Tucano Urbano – pantaloni PROmo Jeans – stivali Stylmartin – guanti Spidi – intimo PROmo Jeans – Calze SIXS - paraschiena Zandonà

Moto in prova concessa dall’amico DMaster di www.motoamichetti.com

Flap

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