Ancora EICMA, se avete perso qualcosa facendo la corsa tra gli stand, provate a guardare tra le nostre foto!
Tante le cose di cui non abbiamo parlato in questo Eicma 2024, non solo delle novità delle singole case, ma anche della festa che alimenta sempre la passione di questa fiera, che ne causa anche il sovraffollamento, anche nei giorni dedicati agli operatori, dove in circolazione ci sono molti… comuni avventori.
La festa è tutta intorno, lo street food, gli eventi sui viali, le premiazioni o le “unveil” negli stand, le ragazze e i ragazzi che ti strizzano l’occhio, è tutta una festa per chi ha la passione delle due ruote e chi per un giorno si vuole perdere in peccaminose fantasie.
Ancora su Ducati e il nuovo V2 NO Desmo...
C’è chi mormora che questo EICMA ha regalato poche novità da urlo, poche cose che valessero la pena di essere vissute, ma si dimentica che la maggior parte di noi sono very normal riders, capiamo le primizie ingegneristiche fino ad un certo punto. Ducati che abbandona il Desmo per il suo V2 è certo una notiziona, ma la passione per la peculiarità della casa di Borgo Panigale è per lo più retorica della generazione passata.
Ducati pagherà questa “perdita” di identità? Qualcuno si domanderà perché pagare una moto più delle sue concorrenti? Beh la proprietà tedesca Ducati e altri brand connazionali sono specializzati nel far pagare di più un’auto di qualsiasi segmento rispetto alla concorrenza, e nonostante tutto, nonostante la maggior parte della gente non sappia il perché tecnico e tecnologico, spesso è disposto a pagare quel qualcosa in più. Può vivere una Ducati senza traliccio, senza V2, senza forcellone monobraccio e ora senza Desmo? A Borgo Panigale, o a Ingolstadt sembra di si.
Honda e Yamaha, le vere novità tecniche?
Le due case che forse a livello tecnico si sono mosse di più sono state Honda e Yamaha. Honda ha mostrato diverse novità, atterrando anche lei sui motori elettrici a passo giapponese, ben programmato, senza fretta, presentando una moto e uno scooter pronti per il mercato. Ma soprattutto ha presentato un motore tre cilindri molto particolare, un tre cilindri a V, con due teste in avanti e una indietro, coadiuvati da un compressore elettrico. Molti hanno pensato a un concept, ma Honda giura che un’intera linea è pronta ad affacciarsi sul mercato su questa piattaforma.
Yamaha invece si accoda a Honda e si butta sulla frizione automatica. Sulla nuova Tracer 9 GT abbiamo fotografato il “buco”, ovvero lo spazio vuoto davanti alla manopola sinistra. Bestemmia! Si sarebbe gridato una volta, ma in realtà la leva è stata sostituita da due levette per un cambio sequenziale. Chi pensa sia una pazzia alzi la mano! Io no. Anni fa si pensava che l’auto col cambio automatico levasse il divertimento, oggi si pensa che stare lì a pestare un pedale per buttar dentro la leva sia anacronistico. Tanto più che le auto da corsa lo hanno abbandonato da molto proprio per le levette al volante. E perché non sulle moto? Su una globe trotter come la Tracer 9 ha il suo perché, nel traffico cittadino poi… può essere che faccia sparire qualche scooterone?
Suzuki e la quarta via... quella del divertimento
Interessanti anche alcune scelte alternative, come quelle di Suzuki, mentre tutte le case concorrenti se la giocavano sulle solite direttrici, naked, sportiva o viaggiatrici, Suzuki ha deciso di puntare sulle delle funny bike, riscoprendo la DR-Z. DR-Z4 con motore monociclindrico 398cc, in versione enduro o motard, con elettronica di ultima generazione e sospensioni Kayaba, la nuova nata occupava il centro dello stand come fosse una cenerentola diventata principessa. Colori pastello azzeccati e un look minimal per una moto che promette tanto tanto divertimento.
Royal Enfield invece cambia volto, ma solo per elettrificarsi. Con il nuovo marchio Flying Flea, presente la sua visione di motocicletta elettrica, look sicuramente alternativo, un design che ha elementi sia futuristici che retrò, sembra uscita da qualche film futurista. Nessun atto di arroganza elettrica, ma una linea di moto leggere e agili pensate soprattutto per il contesto urban.
Cammina cammina qui e là qualche novità, qualche stuccheria si poteva trovare in mezzo a questo sfavillio di luci che a trappi ricordavano quell’apparenza perfetta, ma finta, dei film americani anni 50, sospesi tra perfezione e… film horror. Uno strappo nella tela ogni tanto ci regala la sensazione di… essere vivi.