Categoria: Turismo

"Si parte..."
Si avvicina l’estate e un’idea balzana mi viene in mente, una sorta di giro tondo nel nord-est d’Europa, unico punto fisso: in moto!
Butto lì l’idea al gruppo di amici, ma forse è così improvvisata che nessuno si aggiunge se non la morosa che approva entusiasta.


Iniziamo a buttar giù qualche idea e a definire un itinerario di massima: Milano, Praga, Budapest, Slovenia, tutto per statali, da completare in due settimane.
Si comincia a tracciare il percorso e definire le tappe. Il giro è lungo, vogliamo visitare le cittadine che ci ospiteranno anche solo per una notte, non vogliamo affaticarci eccessivamente  e rischiare di rendere pesante quella che comunque è, e deve rimanere, una vacanza. La roadmap la trovate nella gallery, ma la regola di base giornaliera è: circa 250 Km di tappa e/o 4h di sella al giorno, con arrivo a destinazione previsto attorno alle 16:30; questo ci consente di ammortizzare eventuali imprevisti, arrivare in albergo senza corse, visitare la città ospite ed esser pronti alla mattina successiva per rimetterci in sella.
Attrezziamo un minimo le moto e prepariamo qualche attrezzo di sicurezza: aggiungo il bauletto da 52Lt alla mia, il porta telefonino della Givi sul manubrio per utilizzare il Tom Tom da cellulare ed un attacco x la GoPro realizzato su richiesta da Aroni Moto. Una borsa laterale è interamente dedicata agli antipioggia, al grasso da catena, ai kit antiforatura e Pronto Soccorso ed un po’ di chiavi giusto perché non si sa mai. Sulla Mukkina di Ambra riusciamo a montare delle capienti borse semirigide senza i telaietti ma applicando della semplice gomma piuma che ha preservato i fianchetti laterali, poca spesa ottima resa!
E così siamo arrivati al 10 di agosto …



Per ovvie ragioni non potrò raccontare la miriade di posti, panorami, curiosità cui abbiamo fatto da spettatori, né seguirà un racconto dettagliato di ogni giornata e di ogni tappa, altrimenti il rischio è di favorire unicamente il vostro più profondo riposo. Viceversa vorrei trasmettere le sensazioni e gli spunti per incuriosirvi a sufficienza da farvi venire la voglia di saltare in sella e partire.
Ci muoviamo la mattina di buon’ora per pranzare sullo Stelvio ed il sole ci regala dei panorami meravigliosi. Dopo il trittico: salamella, crauti e senape,  iniziamo la “tornantuosa” discesa che ci porta  a Curon Venosta con tutta la magia del campanile sommerso  e del suo lago, sferzato da un vento alpino che ha iniziato da subito a farci capire che forse qualche capo davvero pesante sarebbe stato meglio portarcelo. Questa in effetti sarà una costante del viaggio, giornate di sole con temperature miti e  serate veramente fresche. Dei bei maglioncini caldi sarebbero stati assai graditi: sia ringraziata la giacca dell’antipioggia che in diverse occasioni ci ha salvati.
Per la notte, dopo il Passo Resia, dormiamo  in una Gastehaus a Pfunds, giusto una mezzoretta dopo il confine con l’Austria. A proposito dei pernotti, ho prenotato da casa solamente le prime due notti, poi ogni sera prenotavo per la sera seguente via App di Booking sul cellulare, senza mai incontrare difficoltà o problemi di sorta. Nelle prenotazioni ho sempre richiesto il posteggio notturno per le moto.



Il secondo giorno spinti dal romanticismo e dalla vicinanza geografica decidiamo di visitare il castello di Neuschwanstein. Semplicemente favoloso e l’avremmo visto assai volentieri anche all’interno, se non fosse  stato per le circa 5h di attesa. Consigliamo quindi di andare fuori stagione o di presentarsi in biglietteria molto presto la mattina. L’esterno è visitabile liberamente al solo costo di una mezzoretta di passeggiata dai posteggi posizionati in basso dove troverete anche l’ufficio del turismo.
Da qui in poi scopriremo che cenare nei paesi che visiteremo sia assai più economico che in Italia e giusto come riferimento, possiamo dire che in due abbiamo speso in media tra i 25 ed i 30 euro a cena e 15/20 euro a pranzo... niente male vero???
Due splendide città ci attendono il terzo giorno: Burghausen e Passau. La prima è una cittadina medioevale che sorge sul Danubio con un castello arroccato e sviluppato in lunghezza sulla cresta della collina per quasi un chilometro. Al suo interno diverse porte con ponti levatoi in successione per ostacolare il nemico, che se fosse riuscito a sfondare la prima porta, ne avrebbe trovata un’altra ed un’altra ancora. Dal castello, attraverso una ripida discesa pedonale arriviamo sulla piazza principale del paese. Questa è molto ampia con palazzi storici a colori pastello, tutti recanti in facciata lo stemma araldico della famiglia di appartenenza. Alla destra invece si apre la Street of Fame, ovvero la strada lastricata con pannelli che ricordano jazzisti famosi che han partecipato al Jazz festival locale. Giusto per rimarcarne il valore, riporto tra gli altri: Ella Fitzgerald, Michael Petrucciani e Chet Backer….



Proseguiamo per Passau percorrendo una strada tipica tedesca, ben curata, ampia e con dolci saliscendi tra boschi e campi molto aperti con spesso mandrie al pascolo.
Passau è una cittadina che dimostra tutto il suo essersi sviluppata attorno a tre fiumi (l'Inn da sud, il Danubio da ovest e l'Ilz da nord): una parte antica centrale come fosse un’isola con viette anguste e palazzi storici, mentre all’esterno una cittadina moderna, trafficata ma comunque decisamente a misura d’uomo. Piccolo aneddoto divertente,  proprio noi che non volevamo mangiare all’italiana, per cena ci siamo accomodati ai tavolini in piazza per sentirci rivolgere la parola cosi`: <<ma vu` siete mica italiani? Ue`!!! Io so’ di Bari!!! Però qui la cucina italiana è adattata al gusto tedesco…>>
Ci svegliamo con una giornata uggiosa e riprendiamo il viaggio verso il confine con la Repubblica Ceca. Qui saliamo di quota (870m slm) seguendo una strada molto larga da sembrare un’autostrada che ci conduce alla frontiera tra splendide montagne, foreste ed un parco nazionale tutto intorno. Fa freddo ed io continuo a rimpiangere i miei maglioncini!
L’ingresso in Repubblica Ceca è strano, vediamo strade abbastanza usurate, paesini che si snodano sonnacchiosi dove le facciate delle case portano tutti i segni del tempo. L’architettura spesso racconta molto del passato ancora recente della vita “al di là del muro”.



Con questo clima arriviamo a Strakonice che a parte il castello centrale risulta davvero abbastanza anonima. Con queste immagini negli occhi comincio a dubitare di tutti i racconti letti e sentiti su Praga e con questo sentimento ci arriviamo e…. Mio Dio che meraviglia! Sì Meraviglia, Stupore, Incanto, Magia sono gli aggettivi che meglio descrivono questa citta`. Non mi soffermo su Praga ne` sulle successive grandi citta`, perché potrete trovare tra guide ed internet ogni forma d’informazione, curiosità ed altro, ma ci tengo a dire che è  assolutamente da non perdere e siamo ben felici di averle dedicato almeno due giorni. L’abbiamo gironzolata a piedi in lungo ed in largo ad ogni ora, non abbiamo mai avuto sensazione di insicurezza, anzi…
Qui abbiamo scelto l’Ibis di Malastrana per l’ottimo rapporto qualità/prezzo tipico di questa catena, cosi faremo anche per Budapest in modo da evitare le brutte sorprese che talvolta le grandi città riservano.  Al costo di un posto auto abbiamo avuto la tranquillità del posteggio custodito e coperto dell’albergo. Un centro commerciale proprio adiacente per eventuali spese e con una piacevole passeggiata di 20 minuti circa si raggiunge la zona centrale della città.
Da Praga ripartiremo appunto due giorni dopo, due giorni che sarebbero potuti essere tranquillamente raddoppiati avendo ancora molto da visitare.
Chiudiamo qui questa prima parte del viaggio…ma ancora tante strade ed esperienze ci aspettano.

 

Prosegue nelle prossime puntate.

Andrea De Angeli

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