Mi preparo a superare una Panda rossa e mentre mi avvicino questa scarta improvvisamente a sinistra, freno e mi accodo.
Si sposta di nuovo a destra e ondeggiando percorre la curva successiva oltre la mezzeria e affronta una rotonda zigzagando.
Dal lunotto si intravede tra le mani il malefico strumento di distruzione di massa cerebrale, di cui evidentemente la tipa alla guida ormai è totalmente privata, che passa dall’orecchio a davanti agli occhi senza logica alcuna.
Sul rettilineo successivo riesco a superarla, facendogli gestualmente capire che forse non è il caso di guidare così, e proseguo ma lei sempre con andatura serpeggiante mi raggiunge al semaforo e mi si affianca, mi guarda come a chiedere spiegazioni. sempre con il telefono in mano.
Inevitabile cercare di fargli capire in modo gentile dove dovrebbe mettersi lo smartphone per aver una migliore ricezione, ma lei candidamente dice che sta solo guardando dove deve andare altrimenti come fa ad arrivarci.
Provo a fargli capire che il comportamento è pericoloso ma la risposta è: parli proprio tu che vai in moto!
Inutile replicare se non augurandogli di abbracciare un platano piuttosto che investire qualcuno e con un sentito vaffa lasciarla nel suo cerebrale vuoto cosmico.