Non so come mai, ma alla fine almeno una volta all’anno va a finire che vado al Passo dello Stelvio.

Ho iniziato con la mia prima moto “Vera” negli anni ’80 e probabilmente davvero non ricordo di anni in cui almeno una volta non abbia percorso quei mitici tornanti.
Spesso la salita che parte da Bormio, ma anche e volentieri il versante che porta verso il vicino Trentino.
Non capisco le motivazioni di tale successo, ma il fatto che molti, io per primo, ci tornino volentieri, evidentemente va oltre il mito.

Va oltre lo storico, ormai scomparso, raduno, oltre ogni logica; eppure il piacere di portare le ruote in cima anche solo per una breve sosta fa parte di un particolare rito.
Di sicuro la strada è bella, i panorami sono stupendi e variano con il salire di quota aprendosi sempre di più; poi il fatto che sia uno dei crocevia per passare da una regione all’altra nel modo più piacevole probabilmente ne fanno il successo.

Eppure ci sono altri passi stupendi in Italia, ma anche in Francia e Svizzera, eppure lo Stelvio ha qualcosa in più.
Un turista tedesco a bordo della sua grossa Harley, con cui abbiamo scambiato qualche parola, durante una piccola sosta su un tornante con  vista ha corretto la nostra affermazione: “Lo Stelvio è probabilmente la più bella strada di montagna d’Italia”, con un deciso “Probabilmente d’Europa!”.
Esagerato? Forse, ma di certo il fascino dello Stelvio ormai ha conquistato tutti i motociclisti Europei e può darsi non solo.

Ci son salito con un po’ tutti i tipi di moto, di cilindrata e d’età, dalle storiche vecchiette, alle sportive spaccapolsi, dalle maxi enduro alle GT, sempre con la mia guida semplice, da motociclista normale, godendo del piacere delle curve senza mai perdersi i panorami.

Con il sole e con la pioggia, con quel meteo che è sempre incerto e ti fa trovare la spolverata di neve ad agosto o il caldo sole che scalda il cuore.
Insomma lo Stelvio è lì, non cambia, non passa mai di moda e non stanca mai.

Ci vediamo l’anno prossimo!