SWM RS125GS
Categoria: trafiletti

Nessuna esigenza vera, nessuna fretta, nessuna vera voglia di fare un giro. Solo il guizzo istantaneo di provare ad accendere quel pepato ottavo di litro degli anni ’70.


Lo sa che sarà impegnativo, probabilmente non ci riuscirà, dopo tanti mesi di fermo in quel box coperto da un telo, ma oggi è il giorno giusto per provarci, questa è l’unica certezza.

Guarda la moto, il telo è tolto, la  guarda e pensa che è davvero bella, quel fascino che il passare degli anni non riesce a togliergli, non è la sua preferita, anzi a dire il vero l’ha usata poco e mai per lo scopo per cui è stata costruita, ma è bella davvero questa SWM RS 125 GS del 1978. Lui guarda la moto, si riflette nell’alluminio del suo serbatoio da gara, la moto non guarda lui.

Gonfia le gomme, che chiedono aria e svita il tappo del serbatoio per controllare la presenza della linfa vitale, apre il rubinetto e la vede scorrere nel tubo che porta al grosso carburatore Bing da 32. Lui guarda la miscela che scorre nel tubo, la miscela non guarda lui.
Abbassa la leva dell’aria e comincia a scalciare su quel kick start, uno, due, tre, quattro, cinque…decine di volte senza risultato, ma anche questo lo sapeva.

Guarda la moto, lei come sempre non guarda lui, e smonta la candela che è in effetti bagnata, lui guarda la candela che non ricambia lo sguardo.
La cambia e la appoggia sulla testata, con un paio di spinte sulla leva di accensione verifica che ci sia la scintilla, rimonta la candele a riprova da capo.
Non ha dimestichezza con questa moto che in fondo, seppur bella, non ha mai capito, forse troppo lontana da lui. Prova ad aprire il gas, poco, un po’ di più, un po’ di meno, nulla da fare.

Lui guarda la moto, smonta la candela, lui guarda la candela, sia la moto che la candela non guardano lui.
In effetti è bagnata e riprova a cambiarla, decide per un’altra mossa; dentro la seconda e via di spinta finché la moto non prende abbastanza velocità per poter lasciare la frizione e far sì che la spinta la faccia andare in moto. Una, due, tre volte e si accorge che la sua scarsa attività fisica e la non più giovane età si fanno sentire con il fiato che manca e il cuore che pulsa forte.

Lui guarda la moto, respira forte, lui non la moto che per di più nemmeno lo guarda.
Ripete allora il rito della candela, riprova a scalciare su quella corta leva senza risultato e siccome è cocciuto, questo è certo, riprova ancora la partenza a spinta.
Stesso risultato, fiato corto e cuore impazzito, devo proprio rimettermi in forma pensa mentre guarda la moto che, sempre senza guardarlo, tace.
Se l’aspettava in effetti, non che la moto lo guardasse, me aveva quasi la certezza, ma era giusto provarci.

Rimette la moto nel box, lui guarda la moto di nuovo ferma sul suo cavalletto in tutta la sua silenziosa bellezza, lei continua a non guardarlo.
Rimette il telo per proteggerla dalla polvere e chiude la serranda del box.
Il fiato torna un po’ alla volta mentre il cuore rallenta: ci penserò domani … pensa tra se e se.

Flap

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