Gli onori alla famiglia sono stati fatti a Natale e pure a Pasqua… ma oggi è lunedì, il lunedì dell’Angelo ed è tutto per noi come tradizione vuole.
Sveglia presto, non si deve sprecare nemmeno un minuto, l’intimo tecnico scivola sulla pelle ancora intorpidita dal sonno, non fa freddo, ma nemmeno caldissimo e così sotto i jeans protettivi mi da quel senso di calore in più che male non fa in questa Primavera che tarda a venire.
Una felpa dovrebbe bastare sotto la giacca con i tre strati che ancora non mi sento di separare. Scelgo gli stivali, quelli comodi che fanno tanto avventura senza esagerare davvero, cerniera e velcro e quel gancio che bene si abbina alla mia maxi enduro.
Uno scaldacollo a proteggermi dagli spifferi e il casco preferito, sempre in tinta con tutto il resto da vero maniaco degli abbinamenti.
Il pieno è pronto da tempo, l’olio è al livello giusto, la batteria è stata salvata dal mantenitore di carica, una controllata alla pressione delle gomme e siamo pronti.
Ora borbotta sorniona fuori dal box, regolare al minimo mentre il motore prende temperatura, il tempo giusto per allacciare accuratamente il casco e infilare i guanti.
In sella controllo gli specchietti e con un movimento ormai famigliare del piede il cavalletto laterale si solleva lasciando la moto in balia del suo precario equilibrio che solo l’andare può rendere stabile. Un clack sonoro testimonia la marcia inserita mentre la frizione si innesta per dare moto alla ruota.
Scivola l’asfalto sotto di me mentre le marce si ingranano in successione, il giro dell’isolato, nulla di più, questo è quanto ci è concesso, maledetto Covid19, quest’anno e come del resto lo scorso anno.
Non ci resta che rimettere la nostra due ruote nel box aspettando tempi migliori, per oggi va bene così.
Foto di apertura di Carlo Flaminio