Guardo fuori dalla finestra il sole primaverile che scalda le strade deserte, nessun rumore, se non qualche scalpitio di un rado passante o il rombo sommesso di auto superstiti.
Ormai dopo un mese di reclusione abbiamo fatto tutti i lavoretti possibili alle nostre de ruote, le abbiamo lucidate e pulite al punto forse di consumarne la superficie e ci siamo rintanati nel virtuale, nella moto virtuale.
La legge del contrappasso dove alla nostra attività sempre e perennemente in movimento lungo le nostre belle terre ci vede costretti al divano.
Invece dei panorami in cui immergerci ci troviamo di fronte fredde immagini che escono da uno schermo.
Smartphone, Tablet, PC, ogni strumento è buono per far passare il tempo, così piano a piano riesumiamo tutti i giochi elettronici ormai dimenticati, cercando magari di coinvolgere i figli che regolarmente ci bastonano.
Giochi, alcuni talmente obsoleti da non girare più sui moderni computer e con risoluzioni da Commodore 64, ma la disperazione porta ad accettare quasi tutto.
Andiamo a cercare sulle varie piattaforme tutti i film documentari e storie delle due ruote, fino all’estremo del nostalgico ritorno alle foto, quelle che non siamo mai riusciti a catalogare e giacciono disordinatamente in quella scatola, rincorrendo un passato che non fa che accentuare la nostra voglia di libertà.
I social diventano il nostro Bar, non più un veloce ritrovo per mettersi d’accordo sulla prossima uscita bensì una lunga permanenza dove la frustrazione porta a disquisire su tutto rendendo i soliti leoni da tastiera dei dilettanti a confronto.
Ci inventiamo catene, giochi concorsi, collezioni di foto nel tentativo di dimenticare la forzata, giusta in questo caso, reclusione, proviamo così a mantenere un contatto con la nostra passione e magari sentirci meno soli in questa comune astinenza.
Qualcuno prova a resistere, qualcuno prende vie più classiche come quelle dei libri, ma anche qui è una minoranza come ormai le strumentazioni totalmente analogiche e ormai ridotta all’estinzione come le lancette a favore di display sempre più invasivi fino ai moderni TFT.
Strumentazioni che ci avvicinano ulteriormente al virtuale, lo stesso che purtroppo, ma per fortuna ci dà una mano in questo nostro stare in casa...o almeno nel box!
Flap
