Vive les motards
Vi siete mai chiesti da dove arriva il termine “supermotard”? Beh pare origini dalla Francia, da quella scuola tutta d’oltralpe del modificare e customizzare le moto fino all’estremo degli schemi rompedoli, montando così’ delle gomme stradali su moto da enduro.
E “motard” indica in lingua francese colui che va in moto, il motociclista. Categoria che al contrario di casa nostra, è rispettata, ben vista e abbastanza potente. Storiche sono le manifestazioni dei motociclisti francesi contro poco popolari misure governative contro la categoria. L’ultima in ordine di tempo la protesta dei motociclisti parigini contro la valanga di multe piovute su chi, in sella alle due ruote, sorpassava la colonna di macchine ferma nel caotico traffico della capitale. Numeri e risultati che qui da noi nemmeno ci sognamo la notte. Troppo frammentate le nostre associazioni, per non parlare della FMI che se da un lato tanto fa per il motociclismo italiano, dall’altro fatica ad alzare la voce quando si varano leggi insulse (ricordate la confisca del mezzo se si staccava una mano dal manubrio???).
Ma torniamo ai motard, grandissima famiglia, dove ti senti sempre partecipe di qualcosa di unico. E a volte con gesti che mi lasciano stupito, tipo il saluto in autostrada, incrociando un “motard” magari 6 corsie più in la della mia, che si sbraccia, alzando in alto la mano per far vedere il suo saluto. Saluto che ti viene dato anche semplicemente se cammini sul marciapiede col casco in mano. Saluto sempre e comunque, nei piccoli paesi anche dalla gente normale,che sorride e fa un cenno con la mano. Per non parlare poi del fatto che le automobili spesso e volentieri concedono strada, spostandosi il più possibile sulla destra per lasciarti passare. Precedenze rispettate, parcheggi dedicati (aimè un po’ meno spesso nei piccoli paesi turistici), strade stupende dall’asfalto pressoché sempre nuovo e perfetto e meno assillo delle forze dell’ordine.
Insomma l’identità “motard” è decisamente più forte che nell’italica penisola. Noi che ci si saluta a fatica, magari solo per marca e/o categoria, noi che se una moto è ferma bordo strada “cazzi suoi io devo andare”, noi che quando si convoca una manifestazione ogni scusa è buona per non andarci. Noi vessati dai velox domenicali, noi davvero indisciplinati sulla strada che è di tutti.
Intendiamoci, non sto dicendo che la Francia è il paese dei balocchi, li chi sgarra paga, e paga per davvero, ma i motard francesi sono qualcosa di unico; categoria, famiglia, gruppo amico sempre e comnunque…
Ah quasi dimenticavo…i cartelli esposti da hotel e ristoranti si sprecano.. “bienvenue le motard”, “relais motard” ecc ecc, finalmente a capire che il motociclismo è parte di un turismo itinerante che porta profitti, soprattutto nelle zone con le strade e posti pi belli, belli come i saluti cordiali di un anziano signore…che guardando la mia moto accenna un saluto tutto speciale “bonjours le motard”.
Non ammetteremo mai di dover imparare dai cugini francesi vero?
Allora mia limito a dire Vive les motards!