Guard rail assassini, ma non solo loro.
Da qualche giorno leggo su blog e pagine di gruppi nei social network di “guard rail” assassini, leggo di mobilitazioni di protesta in tutta Italia, leggo d’incriminazione di questo pericoloso “accessorio” stradale.
Domani 10 luglio migliaia di Motociclisti si troveranno in diversi punti di ritrovo, con un fiocco rosso a simbolo della richiesta legittima di sicurezza, e a mezzogiorno e trenta una sosta comune per un minuto di preghiera per tutte le vittime della strada.
Giustissima la manifestazione, altrettanto giusto e doverosa la richiesta di soluzioni per rendere meno pericolosa la percorrenza sulle nostre strade.
Però girando in moto con questo pensiero in testa mi son soffermato a guardare il ciglio delle strade, ho visto con paura i guard rail, ma la mia mente apprensiva è andata anche alle pietre miliari che ancora troviamo lungo le nostre strade, agli innumerevoli cartelli stradali e i loro pali di sostegno, mi hanno impressionato quanti siano in ogni pezzo di strada, e poi i lampioni e gli alberi che costeggiano le carreggiate che ogni giorno percorriamo.
Mi sono scoperto a guardare i marciapiedi e i loro spigoli che sembrano dire “colpiscimi proprio qui”, le recinzioni e i muri delle case.
Inutile dire che la guida si è fatta più prudente, ma domani mi sarò ancora dimenticato di questi pericoli che sono reali, ma che fanno parte di qualcosa che difficilmente possiamo cambiare.
Sono fatalista, lo sono sempre stato, ma non accetto, ne cerco, rischi inutili.
Quindi protestiamo, giustamente, facciamoci sentire domani per avere più sicurezza, ma ricordiamoci che prima di tutto siamo noi a dover essere prudenti, facciamoci sentire, ma cerchiamo di non sfidare la sorte.
La moto è vita, facciamola durare il più a lungo possibile.
Flap