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Categoria: trafiletti

Buongiorno Cara

Il sole filtra tra le fessure delle tapparelle, sono le 9,00 e la giornata si prospetta ottima.
Doccia e barba, non si può andare a un appuntamento in disordine, colazione e comincio la vestizione.
Una maglia di cotone a maniche lunghe per il maggior confort sulla e sotto la pelle, la datata ma conosciuta tuta rossa/bianca/nera, scivola dolcemente sulla pelle fresca facendo combaciare perfettamente le protezioni alle articolazioni e anche il paraschiena non disturba.
Gli stivali sono quelli sportivi, quelli “veri”, intonsi, come le saponette alle ginocchia, nonostante i molti chilometri all’attivo.
Scendo nel box, dove Lei mi sta aspettando.
Buongiorno Cara.


Il rito è sempre il solito, via il telo e giù dai cavalletti.
Controllo ai livelli e pressione delle gomme e anche la mia compagna di oggi è pronta.
Giro la chiave e il rumore della pompa d’iniezione dà il segnale per lo start, mentre la strumentazione porta il contagiri a fondo scala e il tachimetro ai 320 km/h per il check control.
Una pressione al magico bottoncino e il motore si avvia con un leggero borbottio che lascio continuare finché la temperatura non sarà ottimale.
Nel frattempo indosso guanti e casco insieme allo storico foulard viola, mai pensato portasse rogna e poi è un colore che adoro.
La posizione carica sui polsi ha bisogno di qualche momento di assuefazione, così come la posizione delle pedane arretrate, ma ormai ci conosciamo da quasi nove anni.
Dentro la prima, seconda e terza lentamente fino alla prima curva dove la discesa fulminea indica la voglia che abbiamo di andare……...
Le strade sono le nostre statali, conosciute e poco trafficate in questa mattina di sole, statali che scorrono veloci verso il lago, il sole alle spalle scalda e la vista delle
montagne riscalda.
I chilometri scorrono leggeri con un filo di gas sufficiente a dare emozione, l’aria scivola sulle spalle e sul casco senza disturbare e le ruote seguono le traiettorie come su un binario.
Così precisa di che segno sarà la mia moto? Mi sembra Acquario……….
Il lago ci accoglie con i suoi riflessi sull’acqua ed è già ora di un caffè con vista, guardandoci negli occhi.
La sponda occidentale del Lago Maggiore è sempre piacevole con curve morbide e prevedibili, anche veloci volendo, ma non sono capace, sono notoriamente un pessimo piegatore e soprattutto ritengo inutile rischiare di farsi, e fare, male.
Però mi piace guidare, far correre la moto nelle curve, gustarmi la ripresa del motore che spinge appena fuori dalle curve fino a proiettarmi alla curva successiva.
Sentire il suono del motore che fuoriesce dalle canne d’organo come una sinfonia perfetta poi completa la sensazione di Piacere.
Il clima è perfetto compagni su due ruote salutano, ricambiati, con le due dita a V con la certezza che dietro quella visiera c’è un sorriso e due occhi sognanti.
Pranziamo con un panino e una birra, piccola (devo guidare), a un tavolino all’aperto all’imbarcadero di Cannobio, dove Lei strappa sguardi ammirati segno del suo fascino intramontabile che subisco anch’io non stancandomi mai di ammirarne la linea perfetta.
Rimetto foulard, casco e guanti mentre qualcuno chiede curioso “ma quanto fa?” e qualche nostalgico esclama “è quella di Agostini!” …………... inutile descrivere la narcisistica soddisfazione che m’invade.
Siamo di nuovo soli sulla striscia nera d’asfalto che sembra andare verso l’infinito, e oltre, ora il ritmo è dolce, un susseguirsi di movimenti morbidi segno della ritrovata sintonia e i pensieri nel casco possono scorrere sereni e fluidi come le ruote sulle strade del Verbano.
All’improvviso uno strano rumore invade lo spazio, una specie di trillo…………
………mannaggia è la sveglia.
Un’altra giornata di lavoro mi aspetta in questo freddo e umido inverno, ma verrà la stagione dove  sogni si avverano!

Flap

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