Giro veloce
La moto è li, sui cavalletti le colorate termocoperte che tengono in temperatura le nere gomme.
E' pronta regolata in maniera precisa per affrontare il nastro d'asfalto che si snoda nel parco della cittadina Brianzola.
Mentre i meccanici la portano nella corsia dei box chiudo la tuta e la visiera ancora socchiusa permette di far uscire l'ultima tensione che le scariche emozionali mandano in attesa di essere in sella.
Chiudo il mondo fuori mentre i giri salgono insieme alla velocità, sto entrando in pista, nel tempio della velocità.
Un giro per scaldare le gomme e soprattutto per riprendere confidenza con il circuito e con me stesso, appena fuori dalla parabolica comincia la giostra.
Le marce s'infilano veloci assistite dal veloce cambio elettro-assistito finché si legge la prima cifra del contachilometri pari al tre.
Straccata secca alla prima variante e poi via veloci sul curvone per riattaccarsi ai freni alla roggia, cerco di raccordare al meglio le due curve di Lesmo per fiondarmi nella sempre impegnativa Ascari, di nuovo gas pieno scarico tutti quasi 200 cavalli sul rettilineo che porta alla parabolica che arriva sempre troppo velocemente, 300, 200, 150 e poi giù in traiettoria con il ginocchio che sfiora l'asfalto che scorre a pochi centimetri da me.
Di nuovo rettifilo che mi vede con la “Pelle” appiccicata al serbatoio e il casco infilato in carena alla ricerca della massima velocità, si ricomincia e sarà così per altri tre giri, quelli che mi sono concessi per cercare il miglior tempo.
Poi la bandiera a scacchi arriva insieme alla sveglia che mi riporta alla realtà della mia guida lenta ed approssimativa guida in pista come su strada.
Il bello della fantasia dei sogni è che è infinita, tutto è concesso, del resto stanotte corro al Mugello.
Flap