Categoria: Sport

 

"Si chiude con una gara di anticipo l'anno accademico della Superbike, l'università della moto di traverso"

 

Max campione

Si chiude con una gara di anticipo l'anno accademico della Superbike, l'università della moto di traverso, come si è potuto vedere ieri nel tratto che portava alle acque minerali. La gara di Imola, in maniera meno perentoria del previsto, ha laureato campione del mondo un grande Max Biaggi, che mentre si avvia verso i suoi 40 anni, dice a tutti che messo nell'ambiente giusto e con delle buone carte, buonissime direi, sa vincere e convincere del suo grande talento.

Il progetto Aprilia in effetti lo ha trasformato, l'aria di casa lo ha fatto tornare il piltota sereno e fiducioso di un tempo. Dopo una prima metà stagione molto convincente, da pilota maturo ha amministrato un finale di stagione meno prestante.
A noi resta l'entusiamo di vedere un pilota dallo stile pulito e rapido, portare a spasso per i migliori circuiti del mondo, un'opera d'arte tutta italiana come la RSV4. Tanto di cappello agli uomini di Noale. Quando un reparto corse è avvezzo a vincere...

 

Il vincitore

Chi è il vincitore quindi? Morale direi senza dubbio Max Biaggi, con il quinto titolo e uno sberleffo alla cordata che lo ha messo alla porta del mondo patinato e lustrini della MotoGP.
Dal punto di vista tecnico e tecnologico Aprilia, in grado di fabbricare, produrre e far vincere una moto in 2 anni. I giapponesi e i tedeschi non comprenderanno mai come nella confusione italiana possano nascere simili opere d'arte.
Per noi motociclisti appassionati è la Superbike stessa ad aver vinto, una categoria ormai molto sofisticata e molto vicina ai prototipi delle MotoGP, con tutti i dovuti distinguo, che è capace di strapparti le budella in quei sorpassi al cardiopalma, come se sulla moto ci fossi davvero tu! Le gare di ieri sono state davvero esaltanti, regalando un magnifico Carlos Checa su una Ducati che quest'anno si è lasciata domare solo da lui.
Ma più di tutto quella di ieri è stata sicuramente il simbolo di una serie davvero spettacolare ed emozionante, con moto clienti e piloti che hanno fatto gli outsider tutta la stagione a imporre ritmi e duelli indiavolati. Quanto ci piace!


Chi sono i grandi sconfitti?

Beh due in primis. Ducati che abbandona la massima serie delle derivate di serie, a cui tanto ha dato, ma soprattutto dalla quale tanto ha ricevuto. La abbandona con il team ufficiale, un team che quest'anno è stato inferiore alle aspettative, con il dubbio che dietro la scelta ci sia uno spostamento di capitali o una dichiarazione commercialmente disastrosa del tipo "la 1198 ha il fiato corto, la mettiamo in cantina in attesa del nuovo bolide". Mi immagino la fila di appassionati ai concessionari Ducati per portarsela a casa.

L'altra grande sconfitta è Suzuki, che con i suoi comportamenti assurdi e lo sfuggente sostegno al team Alstare, favorisce la sua immagine di casa senza appeal e senza velleità agonistiche. Un grande team manager come Batta non dovrebbe essere costretto a volare in Giappone per convincere 4 burocrati che stanno mettendo gli attributi sul ceppo. La vicenda diventa ancora più grottesca se si pensa che Hamamatsu aveva promesso risposte a Batta entro il GP di Imola, risposte necessarie, e mai arrivate ne in positivo ne in negativo, per trattenere quel grande talento che è Leon Haslam. A quanto pare, riferisce Batta, Suzuki non è d'accordo e non pensa sia buono investire sul pilota britannico.
Evidentemente in estremo oriente imparare dai propri errori non è buona pratica, così mentre Yamaha ringrazia ancora per Ben Spies, i prossimi ringraziamenti arriveranno da Bmw.
Un applauso a Suzuki, non è da tutti perseguire la sconfitta con tanto impegno.


Un grande signore: Francis Batta

A Francis Batta invece vogliamo fare i nostri migliori auguri. Ormai una figura mitica dell'ambiente delle corse, con pochi peli sulla lingua e qualche uscita talvolta poco felice, si è dimostrato un vero signore e grande uomo. Nell'incertezza di poter fornire un futuro con le migliori prospettive possibili a Leon Haslam, ha rescisso il contratto e lo ha lasciato libero di accasarsi dove avesse le migliori garanzie per il coltivare il suo grande talento.


Uno sguardo sul futuro

E così ridendo e scherzando, tra un'emozione buona e una cattiva, sembra di essere già sulla griglia di partenza del campionato 2011, nonostante le contromisure messe in atto dalla Dorna insieme ad alcune case consociate.
Al nastro di partenza già ora si possono delineare molti team e molti cambiamenti. Leon Haslam sarà in coppia con Troy Corser in sella a BMW, mentre la coppia ufficiale Aprilia Biaggi-Camier avrà nuovi compagni non ufficiali con in sella Noriuki Haga, appiedato dalla Ducati, e Jacob Smrz. Michel Fabrizio dovrebbe prendere il posto di Haslam nel team Alstare, anche se dopo le vicessitudine sopra descritte, non darei per certo il marchio Suzuki. Chissà, il vuoto lasciato dalla Ducati ufficiale potrebbe attirare Francis Batta, che sa bene che per vincere un campionato, bisogna prendere moto che non abbiano l'ingombrante presenza di un team più ufficiale.
Attualmente però il team Ducati più ufficiale sembra sarà il team Althea di un grande Carlo Checa, mentre Yamaha ha deciso di giocarsi la carta di un grande manico come Marco Melandri, ormai in grande confusione nei meandri politici della MotoGP. Altro talento che approda alla corte dei tre diapason. Se fosse una partita di scopa, Yamaha avrebbe in mano tutti gli assi.


In conclusione

Ci sono altri piloti pronti a cambiar casa, ma per ora nulla definito. Certo è che per una Ducati che lascia ufficialmente, altre case, giapponesi comprese, decidono un cambio di rotta. Così troviamo una Aprila, una Bmw, una Kawasaki e una Yamaha ufficiali, il Ten Kate Honda con supporto diretto dalla casa e solo Ducati e Suzuki a voler rimanere lontano dai giochi.
Immaginare Melandri su Yamaha, Haslam su Bmw, Checa su Ducati, Biaggi su Aprilia, Rea con la Honda e Sykes sulla nuova verdona a battagliare spalla contro spalla, staccata e contro staccata, non può che farci sognare di essere già a Marzo 2011.

Buona adrenalina a tutti
Wolf

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