Categoria: Sport

E' il solito show di Marc Marquez, veloce e imperioso giro dopo giro fino alla linea di traguardo, mentre dietro di lui, anche in classifica, nessuno tiene testa alla sua consistenza. Cade Rossi, buttato a terra Dovizioso, e Lorenzo torna in partita... ma forse con la maglia sbagliata.


Gara tutto sommato sonnolenta se non per qualche colpo di scena piuttosto ecclatante, se parliamo soprattutto della scivolata di Valentino Rossi, partito bene ma subito in difficoltà, e del gran botto con cui Dani Pedrosa ha atterrato Andrea Dovizioso. Il pilota della Ducati ha un comportamento da gran signore, ma probabilmente dentro cova una rabbia maniacale contro questa sfortuna che lo costringe ad un doppio zero, quando era alla portata un doppio 20.



Davvero imprendibile Marc Marquez, che torna ad essere il cannibale di due anni fa, non così superiore alla concorrenza a dire il vero, ma qualcosa di ben più pericoloso. Se l'anno scorso si parlava spesso di una sua immaturità, di una visione più lucida del campionato e dell'insieme delle gare, non di una sola, forse quel momento è arrivato, e potrebbe essere qualcosa di davvero antipatico per tutti. Mark nella prima gara ha gestito, mentre in Argentina e ad Austin ha potuto sfogare il suo potenzioale, il suo grande talento. Se questa cosa si dovesse ripetere anche nelle gare europee più favorevoli alla Yamaha e a Jorge Lorenzo soprattutto, non ci sarebbero molte possibilità di mettere in difficoltà la corsa al titolo di Marc.

Gara che parte con alcni cambi di posizione tra Jorge, partito benissimo, Marquez, Dovizioso e Rossi. Rossi che sembrava avere buonissime possibilità allo start, inizia presto a perdere terreno, sembra in difficoltà e in alcune uscite di curva perde molto dagli avversari. Marc invece regola velocemente gli avversari e lascia Dovizioso a sbrigarsela con Lorenzo. Al 3° giro la prima brutta sorpresa arriva da Valentino, che perde l'anteriore e tira dritto nella ghiaia. Nessuna possibilità di ripartire. Appena 4 giri dopo, mentre Dovizioso segue Lorenzo con Pedrosa alle spalle, il pilota della Ducati fa un piccolo lungo in fondo al rettilineo, sembra ordinaria amministrazione, ma Pedrosa viene trascinato nella traiettoria lunga, la moto ondeggia senza controllo e centra la GP16 nel posteriore. Il botto è notevole, ma per fortuna nessun infortunio ai piloti.

Pedrosa riparte non prima di essersi scusato con Dovizioso, farà qualche giro per poi rientrare, la moto non è in condizione. Grande il fairplay del piccolo fantino, che va nei box Ducati ancora a scusarsi con Dovizioso, il quale gran signore incassa e tranquillizza.



La gara ormai è nella parte meno spettacolare, Marquez allunga segnando ancora giri veloci non necessari, tanto è la sua sicurezza, mentre Lorenzo tiene saldamente la seconda piazza e pensa ad incassare. Stessa sorte per Andrea Iannone, ormai libero da altri avversari tiene bene il ritmo, tiene la terza piazza e riscatta parzialmente la brutta figura rimediata in Argentina. Peccato per le dichiarazioni del dopo gara, dove con scuse un po' "gracili" prova a raccontare a modo suo la scivolata in Argentina e lo sportellate subite al via da alcuni piloti. Meglio il Pedrosa style.

Dietro due splendide Suzuki ai piedi del podio, con un Vinales ancora più in palla del compagno Espargaro, il quale però migliora nettamente la sua prestazione, girando come il giovane talentuoso compagno. Va detto che Espargaro è sempre stato un pilota molto veloce, anche con moto poco prestazionali, questa prestazione è più vicina al suo potenziale. Da non perdere d'occhio anche Michele Pirro, collaudatore di lusso in grado di scendere in pista per la prima volta ad Austin e mettere la sua Ducati nelle prime 10, anzi 8° con una prestazione davvero buona.

Gara non spettacolare, alla MotoGP, viziata inzialmente dai pasticci della Dorna relativi alla penalizazione di Iannone, ma che soprattutto in pista non ha offerto grande spettacolo. Lo spunto vero è che si è già capito del grande stato di forma di Marquez, ma resta da vedere se Jorge saprà tornargli sotto sui circuiti europei. L'immagine di apertura sembra un presagio, Marc in fuga e la muta all'inseguimento.



Brutto, resta brutto questo moto mercato di inizio campionato, che cambia già un po' le prospettive di tutti, ma soprattutto destabilizza i target dei team. Difficile davvero pensare che un team come Yamaha, seppur corretto, affidi lo sviluppo della moto ad un pilota in partenza, sempre che nel team non sia l'unico in grado di vincere.

Prossima appuntamento settimana prossima con la Superbike ad Assen, l'univeristà dei piloti! Da non perdere.

Wolf

 

Risultati e classifiche su www.MotoGP.com

 

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