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Categoria: Sport

Il buongiorno si vede dal mattino e la Superbike ci ha suonato due splendide sveglie in questo week end thailandese, una sveglia tutta verde, ancora due gare spettacolari con un confronto maschio tra i due alfieri della kawasaki Jonathan Rea e Tom Sykes.

Non si può dire che siano state due gare al livello di spettacolarità di quelle di Phillip Island, colpa del dominio più marcato delle verdone di Akashi, ma di sicuro non hanno lasciato l'amaro in bocca, per lo meno se non si è di una tifoseria ben precisa, dipinta di rosso. Non che la gara delle due Ducati, o meglio quella di Chaz Davies, siano state completamente deludenti, ma di certo non hanno tenuto tutti col fiato sospeso come quelle di Phillip Island.



Antefactor, come si usa dire di questi tempi, è quello di un week end che fino allo start di Gara 1 ha parlato olandese, quello del giovane Va der Mark e del team Honda Ten Kate. In molti avrebbero giurato che l'exploit di Phillip Island del duo formato da un giovane pilota olandese e da una vecchia moto giapponese, fosse qualcosa di irripetibile, un'anomalia sistemica come avrebbe detto l'erchitetto di Matrix, che presto sarebbe stata compensata, ma evidentemente qualcosa è cambiato, in tutte e due. La CBR1000RR SP, ringalluzzita dall'intervento della Honda Europe è qualcosa di meglio, più affilato, più potente anche di motore.

Nuotano e annaspano invece nel calore thailandese le due Ducati, che per tutti i test e la Superpole provano a trovare un setting adatto al Chang Circuit.

Il problema però arriva allo start, quando le due saette verdi fanno valere la consistenza più che l'exploit, specialmente Tom Sykes, deciso in tutti i modi a non farsi ingurgitare dal compagno di squadra. Gara 1 è una faccenda tutta verde, i due piloti d'oltremanica lasciano presto la compagnia, lasciano il giovane Van der Mark e se la vedono tra di loro. Potrebbe sembrare che Rea giochi al gatto col topo, ma non è facile in una pista stop & go come quella thailandese sfilare Tom Sykes, pilota che dello stop & go è il re. Le sue staccate da far arricciare il pneumatico anteriore e le sue ripartenze che arricciano quella posteriore fanno faticare Rea, che lo supera a poche tornate dal termine, andando a vincere Gara 1.



Gara 2 sembra riproporre la stessa musica, i due piloti della verdona scappano, Van der Mark insegue, Rea tiene il passo e studia il mascellone. Ma qualcosa cambia, qualcosa che irrompe nelle prime posizioni inaspettato. E' Chaz Davies ad un certo punto a svegliare tutti. Mentre Tom rallenta il ritmo, Chaz arriva su Van der Mark, lo passa e poi chiude coi primi. E' una bella bagarre quella che inizia a sei giri dal termine, con Rea che decide di rompere gli indugi e prova a passare Sykes, ma questo genere di staccare non sono del suo solito repertorio, va lungo e lascia sfilare anche Davies.

Inizia una lotta indemoniata, con Chaz che ci prova su Tom, unico ad avere una staccata paragonabile, ma la Panigale ha un po' il fiatone e torna Rea, passa Chaz e si mette sulla ruota di Sykes. Tutti a dire "ecco gara fotocopia, adesso se lo mangia". Invece no, un grande immenso Tom rintuzza tutti gli attacchi, chiude le porte, ripassa quando è soprapssato e non molla fine all'ultima curva, con una concentrazione, un coraggio e una tenuta granitica! Gara 2 memorabile!!!

Ecco, è lui l'eroe del Chang, il mastino in grado di tenere testa a quel fagocitatore di punti che si chiama Jonathan Rea, intenzionato a dominare il campionato, ma forse molto più al limite di quanto lascino intendere i punteggi.



Salgono quindi di gradimento Tom Sykes, che non si da per vinto, Chaz Davies che combatte con una Panigale difficile fino a portarla a podio in Gara 2, il giovane Van der Mark che fa finalmente sognare i tifosi dell'ala dorata, l'Aprilia che si affaccia nei primi dieci con due buone gare e si prenota per un miglioramento costante.

Kawasaki ancora troppo superiore.

Scendono le Yamaha, Hayden, le BMW Althea, relegate nelle stesse zone della volta scorsa, senza veri accenni a fare un passo in avanti, senza acuti. Cala anche la MV Agusta di Leon Camier, l'ombra della moto vista a Phillip Island. Negativo il week end di Davide Giuliano, partito bene in entrambe le gare, butta via Gara 1 scivolando alle spalle di un coriaceo Chaz Davies, mentre in Gara 2 scivola al 10 posto.

Due belle gare, non al livello di quelle australiane, ma non si può sempre avere l'eccellenza. Non resta che attendere Aragon per sapere se Jonathan è davvero battibile o sarà un dominio annunciato.

Prossimo appuntamento con il via della MotoGP a Losail tra una settimana.

Wolf

 

Classifica Gara 1

Classifica Gara 2

Classifica Campionato dopo 2 Round

www.worldsbk.com

 

 

 

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