Categoria: Sport



“Weekend tra i Grandi”
Perché infilarsi per un WE nel mondo della SBK Mondiale? Che senso ha per un motociclista che segue poco lo sport, non conosce molti dei nomi dei piloti e che nulla sa di regolamenti e tempi sul giro avere al collo un pass “Paddock”?


Forse nessuno o forse più di quello che si pensi, questo motociclista nel 1988 a Misano ha visto da curioso una delle prime gare di questa formula e ora a distanza di ben ventisei anni si ritrova tra il pubblico di questa gara che è cresciuta nel tempo con pregi e difetti.
Cambiano i tempi, i regolamenti, le moto e i piloti, ma poco lui ne conosceva e poco ne conosce ora, ma intatta è la curiosità.



Poco si interessa dell’andamento delle prove cronometrate, a lui basta sapere come è composta la griglia di partenza dopo la Super Pole di cui a fatica capisce la logica.
Ma ascolta attento e osserva le moto nei box cercando di riconoscerne i modelli in produzione, qualche pilota che passa lo riconosce, pochi, ma non gli sfugge Giacomo Agostini, Giancarlo Falappa e altri nomi illustri in visita a questa manifestazione.
Si aggira nei paddock e si gusta l’atmosfera unica di questo frenetico mondo alla ricerca della velocità mentre lentamente passano bellezze con gli ombrelli marchiati con gli stessi loghi delle case in gara, mentre buona musica dal vivo esce dalle casse di un complesso Rock.



Si immerge nel verde del parco alla ricerca di punti per meglio vedere la gara e si stupisce di trovarne davvero pochi ma nel frattempo si imbatte in un monumento in memoria di Ayrton Senna che lo rapisce per qualche minuto.



Un parco splendido quello del circuito del Santerno che purtroppo però non ha passaggi e sentieri per raggiungere i vari punti della pista, peccato pensa, sarebbe bello passeggiare a fianco della pista in un piacevole contrasto tra il verde e il colorato rumore dei bolidi in pista che infrangono per qualche istante il silenzio e il canto degli uccelli.
Non insegue i piloti nei box, non cerca autografi, preferisce incontrare persone e scambiare qualche parola che gli arricchiscono le conoscenze su questo  mondo, non disdegna di visitare il piccolo museo dedicato a Checco Costa dove qualche pezzo di storia fa ancora palpitare il cuore più del lato “B” di qualche hostess di passaggio.



Così si scopre a osservare i personaggi di questo variegato piccolo mondo dove anche il più assurdo e “Strano” diventa normale e concesso e assolutamente perfetto nel contesto.
Un mondo in fondo alla fine più vero di quel che sembri, soprattutto nei Team minori dove ancora più forte si respira la passione non ancora inquinata dal Dio denaro.
Quando i rumori si spengono e il cielo si scurisce si accendono le luci e la musica invade il paddock che diventa un colorato piccolo villaggio in festa.
La sera per lui è l’occasione di trovarsi a tavola ad ascoltare storie del passato delle due ruote dall’autorevole voce Luigi Rivola, aneddoti sulle gare e sui piloti di qualche anno fa da Franco Rivola e il presente da Carlo Baldi e Luca Sordi.



Moto e non solo per una cena dove non ci sono differenze tra i grandi, loro, e chi invece si è trovato onoratamente invitato, dove i discorsi seguono il ritmo dei motori a due e quattro tempi e seguono le curve dei circuiti e delle donne che comunque rendono piacevole questo mondo apparentemente maschilista.
Un WE dedicato ai motori dove l’occasione è quella di perdersi sulle colline Imolesi alla guida di una Kawasaki gentilmente messa a disposizione dalla Scuderia Platini, perché a lui piace guidare, non va forte, non è un pilota, ecco perché quando vede “Quelli veri” piegare alla Tosa e sparire velocemente all’orizzonte sulla salita che si perde nel blu nel cielo rimane sorpreso dall’apparente semplicità del gesto, si sorprende a vedere la leggerezza con cui danzano sulla Variante alta e al coraggio di fiondarsi veloci verso la discesa che porta alla Rivazza.



Non è diventato un esperto, segue la cartina del circuito, cercando di capirne le caratteristiche, più facili da comprendere delle logiche legate alla circolazione e alla sicurezza che regola gli accessi ai vari settori e zone dell’autodromo.
Molte le moto che riempiono i parcheggi e le vicinanze del circuito, molti anche i cittadini che offrono spazi custoditi nei loro giardini, tribune che poco a poco si riempiono di una moltitudine di maglie e cappelli dei colori dei Team in gara.
Alla fine è come tutti gli altri, in prossimità della linea di partenza, lì ad aspettare che il semaforo rosso si spenga per dare inizio a Gara 1, lo sa che da li vedrà poco e dovrà spostarsi verso un maxischermo per seguire l’andamento dei 19 giri previsti, ma non vuole perdersi l’emozione del momento.



Lo schieramento, l’attesa e poi quel salire di ruggir di motori che squarcia il silenzio del cielo azzurro e scappa come le colorate saette in pista verso la variante del Tamburello.
Gara 2 preferisce vederla dallo schermo del “Paddock Show” con il sottofondo del ruggire dei motori che passano veloci sul rettifilo.
Onore ai piloti, podio e inni che salgono al cielo con battiti di mani e testimonianze di un sano tifo dove lo sport ancora regna forte come la passione che ha portato migliaia di appassionati a sopportare chilometri e caldo pur di esserci.
Il nostro motociclista lascia il circuito lentamente cercando di metabolizzare le emozioni di questo veloce fine settimana, pensa che in fondo le gare si vedono meglio dal televisore di casa.
Proprio mentre gli passa questo pensiero sente vivo il calore delle emozioni vissute, sensazioni che nessun divano o televisore potrà mai regalare.

Flap

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