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Difficile far quadrare i conti della salute e quella dell'economia duramente colpita da questo coronavirus. L'Italia e il mondo economico in generale dovranno fare i conti con la ricaduta economica per molto tempo, un debito che dovremo estinguere forse in anni.

Non fanno distinzione le due ruote, che per bocca di Paolo Magri, presidente di Confindustria ANCMA, lancia l'allarme del settore. Una situazione esplosiva, con Governo e scienziati che devono trovare il giusto compromesso, mentre i molti milioni di persone che non hanno avuto a che fare da vicino con questo virus, forse non percepiscono a pieno la pericolosità che può assumere una vera pandemia di massa.

In tutto però il presidente Paolo Magri coglie anche l'opportunità di mostrare il beneficio di un mezzo di spostamento dove non ci possono essere contaminazioni e che potrebbe alleggerire l'affollamanto dei mezzi di trasporto urbani. Senza dimenticare che la cultura motociclistica italiana è testimoniata da non essere seconda a nessun'altra per storia, per eccellenze, e per numero di brand famosi in tutto il mondo. Un patrimonio che deve permanere e ripartire.

“Il nostro sistema industriale e la rete di distribuzione e vendita stanno subendo un danno economico molto rilevante, la tenuta è a rischio”. A lanciare il grido d’allarme della filiera nazionale delle due ruote è Paolo Magri, presidente di Confindustria ANCMA, l’associazione dei produttori di cicli, motocicli e accessori, che in una lettera indirizzata al Governo e a Vittorio Colao, il manager che guida la task force per la ripartenza, ha chiesto “la riapertura immediata delle imprese del settore”.

PROTOCOLLI SANITARI RIGOROSI - “I nostri associati – sottolinea Magri in una nota diffusa stamane – sono pronti a riprendere già oggi e a farlo con responsabilità, adottando in modo rigoroso i protocolli sanitari condivisi con le parti sociali, nell’interesse dei lavoratori e della tutela di un mercato contraddistinto da una forte stagionalità”.  

MERCATO, MARZO MENO 66% - “A differenza di altri settori – continua il presidente di ANCMA – quello delle due ruote concentra infatti la gran parte delle vendite nel periodo tra aprile e luglio. Solo nel mese di marzo, con la chiusura dei concessionari, abbiamo subito una contrazione del 66% rispetto all’anno precedente e le previsioni su maggio sono molto negative: proprio per le caratteristiche del nostro mercato difficilmente potremmo recuperare una parte di questi volumi se si protrarranno le chiusure”.

SETTORE DI ECCELLENZE PRODUTTIVE - Ma a preoccupare l’associazione sono anche le ripercussioni sull’export e le vendite su mercati esteri attivi, dove le aziende italiane giocano un ruolo indiscusso di leadership. “Basti pensare – spiega Magri – che il 18% della produzione europea di biciclette e quasi la metà di moto avviene in Italia: parliamo di un eccellenza industriale da circa 320mila veicoli e 2,6 milioni di bici all’anno, a cui si aggiungano importanti realtà industriali e artigianali che producono accessori, componenti e abbigliamento tecnico che hanno fatto la storia di questo settore a livello internazionale”.

RETE VENDITA IN AFFANNO - Infine, il pensiero del presidente di Confindustria ANCMA va alla rete di vendita, “un tessuto commerciale costituito da circa 5000 negozi, piccole realtà imprenditoriali talvolta a conduzione familiare, che in questo momento con l’adozione, ad esempio, di misure di vendita alternative potrebbero in qualche misura tornare a respirare e favorire la diffusione di bici e moto”.

DUE RUOTE E MOBILITÀ RIPARTENZA - “Le due ruote, siano esse a pedale, a motore o a trazione elettrica – ha concluso Magri – giocheranno infatti un ruolo importantissimo nella mobilità individuale della ripartenza, soprattutto nei contesti urbani, dove possono assicurare in maniera esclusiva il distanziamento sociale, la velocità negli spostamenti e una maggiore sostenibilità ambientale”.

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