Categoria: Le nostre prove

"20.000 euro non sono bruscolini, ma vi assicuro che la moto è praticamente pronto pista"

 

 

 

Su qualsiasi testata motociclistica.. potete leggere che la Rc8r raccoglie i frutti di un’annata in pista, mondiale superstok , con la versione “base” butatta nella bolgia al servizio di un team privato. Il motore da 1148 cc cresce fino a 1190 cc ovvero al cilindrata “piena” consentita dal regolamento SBK, per le moto bicilindriche. Le corse sono “la palestra” per far crescere i muscoli di ogni sportiva e KTM ha fatto davvero un buon percorso di apprendistato. La “r” vanta così un peso più contenuto rispetto alla “base”, ma anche una cavalleria in più di tutto rispetto, + 15 cv per un totale di 170 cv a 10.200 giri.

La componentistica è di tutto rispetto, marchesini forgiati per alleggerire le masse “volventi” (questo termine devo averlo letto su qualche libro di fisica ), freni Brembo monoblocco, con pompa radiale e dischi più spessi.

Carbonio a profusione, ma la vera chicca resta sempre lo scarico “sottopancia” praticamente invisibile, croce e delizia di chi deve far rendere il motore al massimo.


Chiuso il giornale…

…indosso al tuta, chiudo cerniera e cervello, mi avvio a passi lenti sulla pit-lane del Mugello, assaporando per un attimo l’odore acre che sa di benzina, di gomma, di motori roventi. Cerco la mia vittima, è la sfolgorante in livrea nero/arancio. La n.109 è la moto che mi è stata assegnata. La guardo un po’, timoroso, accarezzo al carena e le forme spigolose davvero uscite dal genio e dalla matita di Kiska. Giro la chiave e il quadro, veramente rancing, si illumina è fa tutti i ceck control del caso.

Salgo in sella e a momenti faccio subito una brutta figura, poiché il codino è davvero alto, e non avendo io uno stacco di gamba tipicamente alla “Carla Fracci”,  lo urto pesantemente con lo slide dello stivale. Mi guardo intorno, per fortuna nessuno mi ha visto. La moto non è esattamente bassa, tocco con le punte (sono alto 1.72). Impugno i semimanubri e innesto la prima. La prima incredibile sensazione è di comodità. Intendiamoci, non sono impazzito del tutto, resta sempre una superbike, ma la posizione dei polsi non è esasperata, così come le gambe trovano subito la loro posizione.

Le forme spigolose non aiutano subito al feeling, ma tutto sommato i fianchi sono stretti e ci si inserisce bene in carena.

 

Semaforo verde…

..giù di scatto al visiera e gas, forse troppo, per uscire dalla pit-lane. La sensazione è davvero di una moto intuitiva, mi trovo subito a mio agio. Un giro per far scaldare le gomme, ma poi subito a fiamma sul rettilineo. Vuoi forse prendere un po’ di confidenza con freni e similari? No infatti stacco con il tachimetro che segna 280 km/h, la frenata mi sembra davvero impressionante, e la facilità di azionamento leva aiuta moltissimo. La moto scende in piega fulminea, e già alla prima curva è ginocchio in terra.  Incredibile, impensabile sopratutto per me.

Il bicilindrico austriaco spinge poderoso e riprende dai bassi con agilità; sono proiettato in avanti con accelerazioni di tutto rispetto.

Il susseguirsi delle curve del circuito toscano non fa che confermare le mie ottime impressioni iniziali. La frenata è potente ma mai aggressiva, il motore spinge forte anche con un filo di gas, la moto è maneggevole soprattutto nei cambi di direzione.

Trovo, incredibilmente, qualche driver più lento di me, e lo passo senza paura sia in staccata che in piega all’esterno. Sempre ginocchio a terra, sempre intuitiva, mai paura. Il cambio elettronico è una vera chicca. Anche il sound dello scarico è accattivante e coinvolgente.

 

Ma…

…perché c’è sempre un “ma” devo evidenziare la poco gradevole sensazione che ho avuto per tutti e due i turni di prova, ovvero l’avantreno trasmette poca “graniticità” come la chiamo.

Intendiamoci, prima di venire infilzato dai fans di ktm, che è una sensazione del tutto personale, la premessa è sempre la stessa, non sono un pilota, ne un tester, ma sta di fatto che la sensazione è rimasta per tutta la prova.

Soprattutto nei curvoni veloci, e con la moto piegata, sembra quasi che l’anteriore sia leggero; è difficile da spiegare, poiché non è mai una sensazione pericolosa, ne tanto meno la moto da l’impressione di scivolare, però non è come immaginavo, ovvero non è un “binario”, duro granitico e intoccabile. C’è sempre quella lieve, quasi impercettibile, “oscillazione” sia nelle frenate violente che in percorrenza di curva

 

Detto questo…

… non credo di essere mai andato tanto forte al Mugello; la Rc8r sembrava la mia moto da sempre.

Davvero agile, dal feeling immediato. Quasi “facile” da portare, ma sempre senza mai mancarle di rispetto. Un mezzo avvero speciale ed unico, anche nel design e nelle forme.

Certo 20.000 euro non sono bruscolini, ma vi assicuro che la moto è praticamente pronto pista, con componentistica di primissima categoria. E soprattutto, cosa non da poco, non è una belva intrattabile, ma un bel giocattolone arancione con cui divertirsi, tra i cordoli, ma vista  la posizione di guida, anche per strada.

Complimenti a KTM, davvero un bel, bel, bel mezzo.

Fagna

 

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Su qualsiasi testata motociclistica…

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