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Categoria: Le nostre prove



“Per una manciata di cc”
Possono 125 cc in più cambiare il carattere di una moto?
La risposta è sì, dopo aver provato la sorellina eccomi alle prese con questa F3 800.


Gioco in casa, sono innamorato delle MV e questa tre cilindri porta i colori della mia F4 750 che mi accompagna ormai da quasi 13 anni.
Inutile quindi dire che è bella, per me è bellissima ma a quanto pare il mio deviato giudizio è condiviso da un’infinità di persone, motociclisti e non, che rimangono affascinati quando la vedono passare o la scrutano curiosi quando è in posteggio.
Stessa sorte anche quando è sulla linea della corsia dei box di una pista dove abbiamo avuto la possibilità di portarla.



Un test perfetto per noi motociclisti normali, partenza dalla casa di Schiranna, qualche giorno per godersela sulle strade conosciute e poi veloce trasferimento autostradale per portarla in pista a Modena.
C’è tutto quello che si potrebbe desiderare.

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Posizione decisamente sportiva con sella alta e semimanubri bassi ma non scomoda e accogliente, nonostante le ridotte dimensioni, anche per un pilota di 183 cm.
Riprendo confidenza con la strumentazione e le impostazioni possibili di mappatura motore, controllo di trazione e ABS.
In pratica con il pulsante di avviamento possiamo regolare la mappatura del motore scegliendo tra Rain (Potenza ridotta e massimo livello di traction control) Normal e Sport con parametri preselezionati dalla casa.
Un quarto livello lascia all’utente la possibilità di definire i singoli parametri, entro limiti predeterminati, di risposta motore, risposta della coppia motore, limitatore di giri, sensibilità del comando gas, freno motore.



Con i tasti sul semimanubrio sinistro invece possiamo selezionare l’intervento di ABS, TC, Quick Shift oltre alle classiche funzioni delle strumentazioni moderne.
Tutte le informazioni sono precise e segnalate nel bel quadro strumenti LCD che comprende anche il pratico conta marce.
Frizione morbida e dosabile nonostante sia a cavo e cambio elettroassistito preciso e veloce.
Il motore dimostra subito tutto il suo carattere spingendo forte da subito, come un bicilindrico ma con un allungo che lo fa assomigliare a un quattro cilindri, miracoli del numero perfetto.
La potenza è tanta, quasi 150 cv, e vengono scaricati terra velocemente con scariche di adrenalina che arrivano dirette al cuore.
Potenza imbrigliata in un impianto frenante di primordine, potente e modulabile sia su strada ma soprattutto in pista.



Il posteriore è giusto per coadiuvare la prepotenza delle due padelle davanti morse da pinze Brembo radiali.
Ma la cosa che stupisce di più è la facilità che questa ciclistica regala a qualunque pilota.
Svelta, precisa e stabile sia sul misto che sul veloce, anche in pista basta decidere dove farla andare e lei segue la traiettoria con rigore per poi danzare veloce nei cambi di direzione con una velocità estrema.
Anche su strada si apprezzano queste doti che permettono di destreggiarsi anche nel traffico senza problemi, del resto meno di 180 kg sono un bel risultato per una moto di questa cilindrata.



Certo in queste condizioni il calore che sale dal motore diventa intenso ma velocemente riportato a valori accettabili dalle ventole di raffreddamento.
In autostrada corre veloce ed è facile trovarsi oltre i limiti senza accorgersi, la protezione apparentemente scarsa viste le ridotte dimensioni del basso cupolino in realtà è buona con l’aria deviata su casco e spalle senza turbolenze.
Peccato che le spalle siano inquadrate anche dai bellissimi specchietti, che integrano le frecce, che essendo inseriti nella stretta linea della moto non permettono un’ampia visuale posteriore se non spostando leggermente il braccio.
A velocità codice si percepiscono vibrazioni in alta frequenza che pur essendo sensibili non disturbano eccessivamente.



Tutti i comandi sono al posto giusto e intuibili a parte l’inversione della posizione di clacson e frecce rispetto allo standard motociclistico che a volte fa azionare l’avvisatore acustico pensando di togliere la freccia.
La pista è però il suo ambiente ideale, qui si può dare fondo alle sue caratteristiche, o meglio quelle del pilota, con grande divertimento, merito di un’azzeccata ciclistica con grosse Marzocchi all’anteriore e un onesto monoammortizzatore Sachs a sostenere il monobraccio.
Grande confidenza e sicurezza anche per neofiti della pista con lei che aiuta a correggere gli errori con un motore dove anche sbagliando marcia non si viene penalizzati in maniera massiva.
Forse un’errata taratura del sistema del cambio elettroassistito mi ha portato a qualche sfollata ma per il resto l’inserimento delle marce in salita senza tirare la frizione ne mollare il gas permette una velocità impensabile.



Mappatura sport e via basta concentrarsi sulla guida con un valido aiuto viene dall’elettronica e dalla frizione antisaltellamento.
Parcheggiata sulla corsia dei box attira sguardi anche dagli addetti ai lavori che non possono restare insensibili all’estetica di riferimento, dalle ottime finiture e da una componentistica che permette di soddisfare senza troppe modifiche anche piloti smaliziati.
Il rosso/grigio testimone di 37 titoli mondiali rimane intramontabile e il family feeling con la storica creatura di Tamburini fa il resto.
Coda sfuggente e quei tre scarichi che spuntano sotto la pedana destra ne sono la caratteristica più incisiva.



Dopo una giornata in pista il controllo e la confidenza con questa splendida creatura raggiunge livelli per me impensabili tanto da riconsegnarla con fatica in fabbrica.
Alla domanda dell’addetta al ricevimento mi chiede com’è andata? Credo che il sorriso stampato sul mio viso sia la risposta migliore.

Dettagli tecnici e caratteristiche sul sito MV Agusta
Moto in prova grazie a MV Agusta SPA
Foto in on track di Carlo Flaminio

Materiale utilizzato:
Pista: Tuta Arlen Ness – Casco HJC – Stivali TCX – Guanti Clover – Paraschiena Clover – Intimo Hevik
Strada: Giacca Clover – Casco HJC – Stivali TCX – Guanti Clover– Pantaloni Promojeans



Flap

 

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