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Categoria: Le nostre prove


“Urla nel silenzio”
Un leggero sibilo e poi solo il vento che scorre sulla visiera mentre la strada passa veloce sotto le ruote.


Siamo di nuovo alla guida di una moto elettrica, probabilmente il futuro che noi motociclisti facciamo fatica ad accettare seguendo la nostalgia dei profumi e del rombo delle marmitte.
Dopo le prime impressioni su questa Energica Ego il futuro ci sembra, però, migliore di quello che pensiamo.



Stiamo provando la moto in versione quasi definitiva, già in vendita, e che andrà in consegna nei primi mesi del 2015 dopo le varie omologazioni e rifiniture finali.
L’estetica è quella che conosciamo, ma le finiture e alcuni particolari sono stati ulteriormente migliorati rispetto al prototipo originale e quello visto all’ultima EICMA.



Carrozzeria in questo caso realizzata dalla CRP con tecnologia Windform per queste moto test che verrà poi sostituita da quella in vetroresina per le versioni “Base” e in carbonio e materiali pregiati, oltre a altri pezzi speciali, per le esclusive EGO45 in edizione limitata per celebrare i 45 anni dell’Azienda di cui Energica fa parte.
Questa colorazione grezza in antracite opaca che fa molto prototipo, come, di fatto, è, anche se verrà sostituita dalle grafiche piace molto e rende grintosa la Ego, quasi cattiva con quei suoi due occhi polielissoidali a fianco del “Naso” che ospita la luce di posizione che si illumina quando la moto è in ricarica.



La base ha già una componentistica alla ciclistica di tutto rispetto come sospensioni Ohlins al posteriore e Marzocchi all’anteriore (Olhins per la Ego45), freni a doppio disco con pinze radiali e pompa radiale Brembo davanti e un singolo sempre dell’azienda Bergamasca al posteriore.
Frenata assistita da un evoluto ABS Bosch, disinseribile, non attivo in questo test perché soggetto agli ultimi controlli e taratura per interfacciarsi con l’elettronica di questa sofisticata moto.
Cerchi Marchesini e poi tanta raffinatezza nei dettagli come il futuristico cruscotto, realizzato da Cobo, che dà un’infinità di informazioni che apparentemente sembrano incomprensibili, ma che con un minimo di uso diventano chiare.



Quattro mappature disponibili per l’erogazione del motore Sport, Standard, Eco e Wet abbinabili ad altrettante mappature per il freno motore elettronico che nel frattempo funge da ricarica delle batterie, Off, Low, Med e High.
Si gira la chiave e il logo di energica si illumina con un andamento dalla sella al manubrio, non indispensabile ma molto emozionale e di sicuro effetto.
Freno anteriore tirato e si preme il pulsante di avviamento, silenzio, solo una spia sul cruscotto si illumina “Go”.
Niente frizione, niente cambio, solo la manopola del Gas.



Strano chiamarlo così, ma del resto siamo motociclisti, quindi “Gas” sia.
Da fermo si avvertono i 260 kg del mezzo, anche se sembrano molti meno e in movimento sembrano quasi scomparire anche se in discesa e nelle curve se ne percepisce la presenza.
Basta però farci l’abitudine e l’ottimo bilanciamento dei pesi rende la moto molto guidabile.
In modalità standard il motore spinge già in maniera decisa, a basso regime il comportamento è lineare, quasi scooteristico apparentemente ma uno sguardo al tachimetro ci fa scoprire che nel silenzio stiamo già correndo più forte di quanto pensavamo.



Basta però dare una manata più decisa e la moto schizza come un proiettile in avanti, nulla a che vedere con le moto da Superbike elettriche che avevamo provato due anni fa in pista.
Difficile dimenticarsi dell’assenza di frizione e cambio e spesso ci si trova a cercare di cambiare marcia, anche qui un po’ di chilometri aiutano a concentrarsi solo sulla guida che è molto simile a quella di una buona sportiva.
Facile passare da una mappatura e a un livello di freno motore diverso, con i comandi a sinistra, anche in movimento, che cambiano radicalmente il comportamento della moto, le mappe eco e Wet sono chiaramente le più dolci e meno potenti, con la standard ci si diverte, ma la pura libidine viene con la Sport dove se si accelera di colpo è facile sentire l’anteriore alleggerirsi decisamente.



Tutti i 100 kW disponibili sono erogati in maniera da dare tutta la coppia in basso con una spinta decisa e grintosa.
Le altre mappe chiaramente riducono la coppia disponibile aumentandone proporzionalmente ovviamente la dolcezza di erogazione e l’autonomia.
Infatti, questa è determinata appunto dalla richiesta di potenza, come del resto per i motori endotermici, attestandosi tra i 50 km per l’uso estremo in pista fino a circa 200 km guidando con mappe conservative e un po’ di attenzione.
La ricarica della batteria in rilascio può aiutare ad aumentare la percorrenza, anche se tra i quattro livelli disponibili il più sfruttabile e sensibile su strada rimane l’”High” segno che è possibile intervenire ancora sulla programmazione a favore di una maggiore efficienza in ricarica.
Alla fine preferiamo la mappatura sport e freno motore in “High” quello che maggiormente assomiglia a quello di una moderna quattro cilindri.
La frenata è potente e dosabile con un posteriore non invasivo e la moto segue le linee in maniera precisa e sicura sulle raffinate sospensioni, questo grazie anche all’ottimo telaio a traliccio in tubi d’acciaio e dal forcellone fuso in alluminio.



Le strade delle colline Modenesi sembrano fatte apposta per mettere in risalto le doti ciclistiche di questa moto, mentre solo un leggero sibilo ci accompagna e il panorama dietro di noi sparisce velocemente negli splendidi ed efficaci specchi retrovisori.
La moto è un po’ più larga tra le gambe di quanto le moderne sportive tradizionali ci hanno abituato, ma del resto poco si può fare con le dimensioni di rotore batterie, comunque la posizione in sella risulta comoda anche per chi supera i 180 cm di altezza.
Anche le manovre da fermo sono facili con un adeguato sterzo per una sportiva e comunque nel caso c’è la possibilità di invertire la rotazione del rotore per poter utilizzare una retromarcia (Reverse mode), comandata dal “Gas”, appositamente configurata elettronicamente.
Dopo qualche chilometro la confidenza aumenta e ci si diverte a giocare con questo costoso emozionale giocattolo ma come spesso accade anche a noi bambini cresciuti, quando si comincia a divertirsi davvero il gioco finisce e dobbiamo lasciare spazio agli altri giornalisti.
Ora è il tempo di chiedere a Livia Cevolini e a Giampiero Testoni le informazioni su questa massima espressione delle moto elettriche in Italia.



Il motore è un Rotore sincrono a Magneti permanenti raffreddato ad olio capace di 100kw e 195Nm alimentato da un pacco di batterie al Litio con una capacità di 11,7 kWh raffreddato ad aria che passa attraverso le batterie stesse e sulle alettature del pacco stesso.
L’elettronica di potenza è invece viene mantenuta a temperature ottimali da un sistema di raffreddamento ad acqua.
Dopo aver parlato di potenza e di autonomia viene spontaneo porsi il problema della ricarica che può avvenire nelle apposite colonnine, ancora rare in Italia, oppure nella rete casalinga con tempi di 3,5 ore nel caso di ricarica lenta e di soli 30 minuti per una ricarica all’80% con carica veloce.



Nota dolente il costo che si attesta attorno ai 30000,00 € per la base per lievitare notevolmente per portare a casa una delle 45 Ego Limited edition.
Tanto ma giustificato dalla tecnologia e dalla qualità della componentistica utilizzata su questa moto che per ora si indirizza a un pubblico ristretto ed elitario.
Insomma una bella sportiva divertente e avveniristica, forse troppo in questa sfida e sogno di Energica ma appena la sensibilità sull’elettrico diventerà maggiore, quando la rete delle colonnine di ricarica per auto e moto sarà davvero efficiente, la Ego sarà un ambito e prestigioso “Giocattolo” per molti cresciuti bambini.

Ulteriori informazioni le trovate sul sito di Energica.

Materiali usati nel test: Casco HJC RPHA10 Plus – Giubbotto guanti Jollisport – Pantaloni Promojeans Legend – stivali Stylmartin – paraschiena Zandonà – intimo e calze SIXS.
Foto di Damiano Fiorentini e aMotoMio.it

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