Categoria: Le nostre prove



“Brava Paperina”
Fin dalla prima presentazione all’EICMA del 2012 quel frontale e quel piccolo becco mi avevano fatto pensare a un personaggio Disneyano.
Faccia simpatica certo, non per tutti bella, ma l’estetica segue regole molto personali, pertanto inutile discuterne.


Il resto della moto invece è più tradizionale, un panciuto serbatoio a coprire il radiatore dell’aria sopra al telaio a vista che da movimento alla linea fino a sfuggire in un telaietto a tubi che sostiene la sella e il portapacchi.
Marmittone d’ordinanza a destra come ormai ci hanno abituato le norme antinquinamento.



Alle prime foto molti hanno esclamato “è la copia del GS”, naturalmente quella sigla è quella della BMW Regina del mercato, io sono un BMWista, in effetti, da oltre vent’anni e attualmente possessore di un GS appunto, ma queste grandi somiglianze non le vedo, anzi nel panorama delle Maxi-enduro è forse quella che meno si ispira alla Tedescona.
Suzuki ci ha messo un po’ a commercializzare questo modello, aveva la sorella minore di 650cc, bastava forse poco per inserire quel motore da litro, anche se in realtà è un’altra moto, che su altri modelli della casa è stato apprezzato, e anticipare i tempi, invece no, hanno creato l’attesa, sono andati controcorrente mantenendo la cilindrata piena senza buttarsi sul 1200cc tanto di moda e soprattutto senza esagerare.
La parola d’ordine sembra essere stata “Sostanza”.



Una Moto relativamente economica, comunque molto lontana dalla concorrenza come prezzo, ma che ha tutto quello che serve per non sfigurare in un confronto anche con sua Maestà BMW.
Così tocca proprio a me, lasciare la mia GS e ritirare questa V-Strom  1000 ABS per un test lungo due giorni e 1000 km.
Ammetto di essere partito prevenuto e un po’ convinto che la Giapponesina mi avrebbe deluso, invece….
Fin dai primi metri ci si accorge delle dimensioni più umane e della sella a un’altezza umana, non che sia un mio problema ma toccare bene a terra ritengo sia un punto in più per la sicurezza.



La moto sembra più leggera dei suoi quasi 230 kg dichiarati e da subito confidenza con una leggerezza di sterzo e manovrabilità che bene mi disimpegnano nel traffico Milanese.
Appena le strade si allungano verso la periferia il motore fa capire che 100 cavalli ci sono e che sono più che sufficienti per divertirsi, forse un po’ ruvidi, ma la moto è ancora in pratica in rodaggio.
Il cambio è abbastanza preciso e la frizione idraulica morbida.
La sensazione di leggerezza si unisce a quella della stabilità che alle prime rotonde permette di girare esattamente dove si pensava senza la minima sbavatura.
Sarà che sono avvantaggiato psicologicamente dal fatto che le gomme montate, le Bridgestone Battle Wing, le conosco e mi fido, comunque da subito e per tutto il test la percezione di stabilità e di sicurezza è estrema, anche col passo sportivo tenuto sulle perfette strade costiere Francesi.



Il baricentro è un po’ alto rispetto al Boxerone, ma una volta prese le misure non disturba, anzi sembra quasi velocizzare i movimenti tra una curva e l’altra.
Il motore in verità non mi è sembrato elasticissimo, ma come dicevo prima i chilometri segnati dallo strumento sono davvero pochi.
Se si scende sotto i 3000 giri meglio scalare marcia per fiondarsi fuori dalla curva per non sentire strattonare inutilmente il Bicilindrico a V.
Il suono dello scarico è corposo, mai fastidioso anche quando la valvola del sistema SET (Suzuki Exhaust Tuning) si apre.
La seduta è comoda, accogliente, le gambe sono leggermente divaricate, ma protette dalla forma del serbatoio, il cupolino piccolo, regolabile con gli attrezzi di bordo, sembra non promettere molto, invece anche in autostrada a velocità codice e nella minore estensione devia aria e acqua sulla sommità del casco anche a chi supera i 180 cm di altezza.



Proprio i trasferimenti autostradali mi hanno stupito, protetti, comodi e su due ruote stabili sono volati in un attimo, scarse le vibrazioni e mai fastidiose tanto da non far rimpiangere una più lussuosa GT.
Tutto è sott’occhio con una strumentazione chiara e completa di computer di bordo, con comandi intuitivi anche senza il bisogno di libretto di istruzioni.
Comoda anche la presa di corrente sotto il quadro strumenti annegato in un pannello, non bellissimo, ma che da contro chiude completamente il corpo la struttura becco/faro che si protende all’indietro fino a congiungersi con il serbatoio e i fianchetti copri radiatore.



La sicurezza in frenata è affidata a un doppio disco anteriore con modaiole pinze radiali, che sono all’estremità di una forcella rovesciata, insieme a un terzo disco posteriore.
ABS di serie di ottimo livello mai invasivo ma utilissimo quando serve.
Sempre in tema di elettronica è presente il controllo di trazione, escludibile, oppure settabile su due livelli più o meno invasivi.
Ottimo il funzionamento di questo sistema di cui quasi non si percepisce l’intervento, come ci hanno ormai abituato quasi tutte le case, se non dalla spia che lampeggia sul cruscotto quando la ruota posteriore pattina.
Il DNA sportivo di Suzuki lo riconosciamo da forcella e freni come già detto, ma anche da sospensioni regolabili con taratura abbastanza rigida e dalle due leve in alluminio al manubrio, regolabili, che danno un tocco Racing anche questa compagna di viaggio.



Prima, seconda, terza, ecc. un attimo e si rischiano punti patente, una leggera pressione sui freni e la moto si accuccia sull’avantreno per poi inserirsi in curva con grande stabilità, basta lasciarla correre, fidandosi di lei e tutto diventa facile.
Facilità, dopo poche decine di chilometri è il termine che più mi viene in mente, i comandi sono li, dove dovrebbero essere, il largo manubrio è l’ideale alle basse velocità per girare in un fazzoletto e anche sul misto dona tanta confidenza.
Non serve spingersi al fuori giri, meglio cambiare marcia e sfruttare la coppia che anche se non fa gridare al miracolo da tanta soddisfazione.



Si fila a 130 km/h con meno di 5000 giri senza grande fatica, ma il meglio questa agile due ruote la da quando le strade diventano quello mosse che ogni motociclista sogna, un susseguirsi di curve da pennellare in appoggio con un filo di gas.
Un’occhiata agli stabili specchi retrovisori e alle spalle in un attimo sembra sparire tutto.
Non serve andare forte per divertirsi, non mi piace poi esagerare, ma seguire le traiettorie cercando la curva perfetta che questa Suzuki aiuta a trovare.
Quando viene la sera poi il faro anteriore, a sviluppo verticale, regala un inaspettato ampio cono di luce capace di bucare il buio.
Basta una borsa da serbatoio e una sacca sul portapacchi per poter viaggiare, peccato che l’utilissimo cavalletto centrale sia un optional così come paramani e manopole riscaldabili che in tema di viaggi, anche invernali, possono migliorare la qualità della vita in sella.



Tra i molti gli accessori disponibili oltre a quelli già citati, consiglio il puntale che nasconde almeno la cartuccia dell’olio a vista che non è propriamente bellissima.
Per i viaggi è consigliato il tris di borse, di serie nella versione “3L”, che la trasformano in globetrotter, anche perché il serbatoio da 20 litri e i consumi ridotti permettono percorrenze ragguardevoli.
Nel nostro test nei 1000 km percorsi il computer di bordo segnava 18,2 km/L, media abbassata dai consumi autostradali che hanno penalizzano la media.

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Insomma, seppur fossi scettico, questa V-Strom mi ha conquistato, mi sono divertito a viaggiare e giocare con lei, non mi sono stancato di più che con la mia compagna abituale.
Certo non sono moto uguali, anche l’aspetto economico lo dimostra, ma la sostanza di questa Suzuki permette di fare un sacco di cose senza dove spendere attorno ai €20000,00.
Con una cifra più vicina alla metà ci si può mettere nel box questa maxi-enduro capace di divertire e di portarci anche in capo al mondo.
Difetti pochi, risolvibili attingendo al catalogo accessori, pregi tanti e tanta sostanza.



Brava “Paperina” mi hai convinto.
Dati tecnici sul sito Suzuki
Moto in prova concessa da Suzuki Italia
Materiali utilizzati:
Casco Caberg Tourmax – Giacca Macna Concrete Night Eye - Pantaloni Macna Mercury – Guanti Macna Borax – Stivali TCX Infinity Gore-tex – Intimo SIXS e PromoJeans – Gilet Warmme Capit – Paraschiena Zandonà.

Borsa da serbatoio Shad SB 23
Borsone Amphibious Voyager Light evo

Flap

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