Categoria: Le nostre prove



"La rivincita del brutto anatroccolo"
Una Suzuki del 1983, una moto che come molte moto giapponesi di quegli anni più che d’epoca sono vecchie.


Vecchie esteticamente, invecchiate velocemente come spesso succedeva e succede a molte moto dagli occhi a mandorla.
Una moto personalmente che trovavo brutta allora e che anche ora nella versione originale considero non appetibile, eppure…
Eccomi di fronte a una GS450, o meglio quello che resta come si riconosce dal serbatoio volutamente tenuto originale per non dimenticare il passato.



Una moto conosciuta, già vista al Motor Bike Expo di Verona dove il suo realizzatore, Nico Dragoni, ha partecipato al contest di Cafè Racer Italia nella categoria Rookie.
Non bellissima secondo il mio gusto estetico, ma curata e nel complesso piacevole, tanto da ben figurare nella classifica della Fiera Veronese.
Ora è il momento si provarla.
Gomme tassellate che si muovono su un telaio originale ma accorciato e verniciato a polvere di un candido bianco che contrasta con il blu elettrico del serbatoio.
Un altrettanto bianco manubrio di derivazione Honda XR e due ammortizzatori più lunghi completano il quadro di questa Special che segue le linee della filosofia scrambler.
Sella bassa in pelle, comunque due posti per condividere emozioni, e batteria a vista per un look “Ignorante”.



Corti terminali che spuntano da collettori coperti da benda chiara, motore lucidato a mano, cilindri verniciati in nero opaco e tanti componenti after-market completano l’estetica di questa “piccola” special.
Piccola, ma non costretta di sella, si impugna bene il largo manubrio che regala ottimo controllo, forse un po’ basso ma in fondo è una moto per passeggiare.
Basta prendere un po’ di confidenza e tutto sembra semplice.
Certo le prestazioni sono quelle di trent’anni fa, la ciclistica è quello che è e le gomme tassellate fanno tanto moda, ma su strada sono inutili, ma del resto la filosofia Special esula dalla logica.



Un filo di gas e via una marcia dopo l’altra senza fretta, anche sul ghiaietto la moto mantiene la sua facilità di controllo.
Poca strada, non posso chiedere di più a Nico che mi ha affidato il suo gioiello ma sufficiente per capire che questa moto può dare soddisfazione al suo proprietario, non solo in salotto, ma soprattutto guidandola.
Si portandola in giro, perché l’essenza delle Special non deve essere sola estetica, ma devono essere sempre moto capaci di portare a spasso la Passione.
Almeno questo è il mio pensiero, quello di chi ritiene che sia da criminali tenere una moto ferma, non accendere il motore e far girare le ruote almeno ogni tanto.
Le moto, anche le Special devono essere Vive.
Questa Suzuki è pronta per rivivere le sue emozioni, da brutto anatroccolo a candido cigno.

Materiale usato per il Test: casco Shark – giacca e guanti Montecatena – pantaloni PromoJeans – stivali Forma – Intimo Sixs – Gilet riscaldato Capit – paraschiena Zandonà

Flap

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