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Categoria: Le nostre prove

Lo dico da sempre, la cura della nostra moto va affidata ad appassionati veri, che mettono a disposizione esperienza prima che manodopera, passione prima che lavoro.
Andrea è uno così, schietto,puro, preparato, appassionato vero.  E’ l’anima meccanica di CD Garage, leggi Milano, via Cassano D’Adda.

 

Ed è proprio li che ci diamo appuntamento per il test della sua special, e quando dico sua, intendo proprio sua, modificata  pezzo per pezzo, gelosamente reinventata; prima ancora che Andrea ci illustri le modifiche sono già rapito dalla grafica davvero particolare, dai colori davvero attraenti, ma sobri ed eleganti.  E di modifiche di cui parlare ce ne sarebbero per ben di più che il tempo di un caffè, ma il primo messaggio essenziale e fondamentale è che la moto è completamente omologata;  già questo è un valore aggiunto enorme se si pensa a chi vorrebbe farsi una special che non sia da salotto ma che vuole usare tutti i giorni.



Giusto il tempo di calzare un casco adatto e saltiamo in sella; potevamo anche fare un salto più leggero visto che l’atterraggio non è proprio morbido; l’assetto è bello rigido, come piace a noi; il sostegno del posteriore è affidato ad ammortizzatori provenienti da un Harley Dyna Sport, dove addirittura sono state cambiate le molle per adattarle al minor peso di questa “sportster”.  Ah già forse non vi ho detto che la base di partenza è una harley 883 sportster custom; passo primo buttare via i “cilindrini” 883 per far posto a due tosti pistoni 1200 ad alta compressione, lavorando anche sulle camme, per non farci mancare nulla.

E di brio questo motore ne ha da vendere; ce ne accorgiamo dando gas, ovviamente dopo aver fatto scaldare bene il motore che è stata la prima grande raccomandazione di Andrea;  gesti un po’ retrò, si tira un pelo l’aria, pulsante start e il motorone che borbotta via, via sempre più stabile.
Usciamo da Milano velocemente, vogliamo guadagnare un po’ di campagna e di frescura che solo le “vie d’acqua” ci possono regalare. La posizione in sella è comoda, se vogliamo “tipica” di questo modello, con quella sensazione oserei dire eccitante, di viaggiare a 80-90 km/h con il motore che gira basso e cupo, pronto però a scatenare l’inferno al solo sfiorare il gas.  Alla prima tappa mi soffermo ad ammirare l’avantreno. L’unica cosa rimasta originale è il cerchio, tutto il resto, manubrio compreso proviene da una speed triple vecchio modello. I dischi sono discacciati ovviamente modificati per  essere adattati al cerchio harley ma alle misure Triumph. Il fanale anteriore proviene da una V-rod.



Torniamo ad percorrerle, incrociandole, affiancandole, cercandole le vie d’acqua, dei navigli ,lombardi ma non solo. Cerchiamo le strade di campagna quelle un po’ deserte american style. L’essenza della moto, acciaio vivo sotto di noi, natura verdeggiante intorno, ad intonarsi con il colore di base della sportster, un bel verde brillante che tinge cerchi, telaio, particolari e decori. Lo scarico e quasi completamente artigianale, eccezion fatta  per il finale made in GPR. Il complicato giro dei collettori di scarico è stato realizzato grazie alle doti di gran visir dei saldatori del vulcanico Max meglio conosciuto come Motoquick.

Cerchiamo qualche curva, forzando un po’ l’andatura. Sarà l’assetto rigido o l’avantreno inglese, ma la moto non si scompone  ne tende ad allargare (troppo) la traiettoria. La carburazione è perfetta e il generoso carburatore non si fa mai cogliere impreparato anche quando cerchiamo di metterlo in difficoltà. La harley di Andrea non passa inosservata, e attira curiosità e commenti di altri motociclisti che rallentano per guardarci, ovviamente più il suo bel corpo che la mia brutta faccia.  Il codino è corto, alto ma soprattutto “libero” grazie all’idea di spostare il porta targa in basso sulla ruota.

Il baricentro è basso e anche un tappo come me manovra la moto con facilità anche nelle manovre da fermo. In realtà non è per nulla pesante, conservando qui di la fama di più leggera tra le harley; diamo gas ancora e ancora, il suono è cupo e coinvolgente ma mai maleducato. Le tabelle posteriori ricordano molto quelle per i numeri di gara, ma hanno anche la funzione di sostegno per le borse, perché questa moto è stata concepita anche e soprattutto per viaggiare.
Il bianco serbatoio è solcato da un’impronta verde di pneumatico. E’uno Zodiac che pur riprendendo le forme degli sportster moderni, conserva gli attacchi di quelli con qualche anno in più sulle spalle.



Siamo ancora sulle vie d’acqua, girolliamo sereni con un filo di gas. La rabbia frenetica del “tempone” o della sgasata oggi non ci interessa.  Seguiamo il corso dell’acqua forse più lenti della corrente stessa. In teoria dovremmo riportare la moto ad Andrea, in pratica ci trastulliamo ancora un po’ tra risaie, strade dimenticate e chiuse di leonardesca memoria.
A prova finita giriamo ancora un po’ per l’officina, per annusare ancora un po’ di passione, di voglia di fare,quella voglia che la crisi o tutte le palle di tutti i giorni non possono sconfiggere. State pensando ad una special?? Perché non andate da Andrea e dal suo socio Mario Vi sapranno aiutare al meglio; e in attesa della special anche la vostra “normal” riceverà le migliori cure.



CD Garage, Milano via Cassano D’Adda.  Harley ma non solo. Troverete anche abbigliamento (tra cui OJ) e tanti accessori da veri viziati.
Ringraziamo il Ristorante “Al Mago" www.ristorantealmago.com per alcuni degli scatti del servizio ( e dato che ci siamo fanno una carne da urlo….ma questa è un’altra storia)

Abbigliamento del test:
Casco LS2, pantaloni e giubbotto PRO.MO jeans, scarpe TCX x-street, occhiali OJ.

Fagna


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