Categoria: Biker World

E' come camminare sui carboni ardenti quell'ultimo tratto (quest'anno lunghissimo) che ci porta dai tornelli d'ingresso della Fiera di Milano al primo padiglione dell'EICMA, l'apertura di uno scrigno magico, che racchiude sogni, speranze e desiderio dell'anima motociclistica che non vuole crescere. Ma talvolta il regalo sotto l'albero, è al di sotto delle aspettative...


Si dovrebbe scrivere sempre una storia facendo sospirare il lettore, mettendo il gran finale nelle ultime pagine giusto per tenere alta l'attenzione di chi legge, ma io faccio un altro mestiere quindi vi dico subito come finisce questa storia! Il titolo quest'anno se lo aggiudicano Ducati XDiavel e Honda Africa Twin, le due vere novità sostanziali di questo EICMA, anche se... resta l'impressione di aver visto splendidi fuochi d'artificio nel cielo ma... senza il botto.

Le novità, non così tante a dire il vero, non sono state così eclatanti o sostanziose da uscire dal salone con l'impressione di aver visto talmente tante cose nuove che vorresti averne tante nel box, da dannarti per non avere il conto in banca di Brad Pitt... oltre che la moglie! Le case per lo più hanno dato una riverniciata e una rinfrescata ai loro best seller, notando alla fine dei conti che la maggior freschezza e vivacità la si è vista nel... retrò! Non è un mondo pieno di controsensi?




A TUTTO RETRO'

Sono infatti Moto Guzzi con il debutto della V9, qualche nuova e accattivanti versione della V7 e con il suo Moto Guzzi Garage, Triumph con tutta la nuova serie Bonneville, Yamaha con i progetti Yard Build e Faster Sons, insieme a tanti altri garage cresciuti all'ombra di questo vento nei capelli anni 70, a riempire stand e muri della kermesse milanese. Lo si vede nei grandi poster pubblicitari delle case di abbigliamento e di accessori, dove ragazzi bellocci vestiti in un mix di moda urban-trendy-tendent al vintage, vengono abbinati a café racer senza tempo, con quel misto di antico e moderno, che ad essere sincero, strappa anche la mia attenzione! Restano comunque le tre case citate poco prima, a essere il baluardo della produzione in serie di moto dalla forte personalità, sempre più ispirate ai garage e sempre più impegnate ad accaparrarsi qualche collaborazione importante per creare la café racer perfetta.




ENDURONE: LO SBARCO DEI 1000

Sul segmento enduro stradali c'è una sorta di ritorno alle origini, qualcosa sta cambiando seppur le regine restano navi esagerate come BMW GS, più imperatrice che regina, KTM Adventure e Triumph Explorer. Ma il percorso iniziato qualche anno fa da Triumph con il Tiger 800, tre cilindri che anche esteticamente manteneva il grande impatto della sorellona, che ha portato negli ultimi due anni a rispolverare il concetto di equilibrio tra prezzo, prestazioni, peso e dotazione, riscoprendo il bicilindrico 1000, per anni massima cilindrata di questo segmento e ora pronta a riprendere la leadership. Dopo Suzuki V-Strom 1000 e KTM Adventure 1050, torna quindi un grande nome, torna l'Africa Twin, con un look tutto nuovo, moderno, con la ruota da 21 a raggi, con un bicilindrico tutto nuovo, con un aspetto snello e slanciato, qualcosa che in molti stavano aspettando e che staremo a vedere se darà a Honda quel mercato che non si è fatto incantare dalla pur sostanziosa Cross Tourer, forse troppo asettica e con troppi cilindri per quel genere di motociclista.

Solo conferme invece dal segmento delle nuove Sport Tourer, ovvero quelle nate dal seme del Multistrada, le case non hanno portato grandi novità, ma riconfermato un segmento in crescita. Difficile contrastare la capostipite, ma BMW, Kawasaki, MV Agusta, Honda e Yamaha hanno sicuramente un'offerta sostanziosa, ma per fortuna anche in questo segmento c'è chi pensa a chi di soldi non ne ha molti in tasca e vuole comunque viaggiare con stile, tecnologia e soddisfazione. La Kawasaki Versys 650 è un ingresso di tutto rispetto, l'estetica riuscita della sorellona, la tecnologia dell'ABS, la possibilità di addobbare la moto per i lunghi viaggi e alcuni particolari di pregio come il forcellone con capriata di rinforzo, il tutto sotto gli 8000€, sono un bel messaggio per chi sta per accontentarsi di una grossa e vecchia mucca, invece di comprarsi qualcosa all'ultimo grido.




SUPERSPORTIVE: SUZUKI NON FA IL BOTTO, ITALIANE ANCORA AL TOP

Gioie e dolori invece dal segmento delle Supersportive, che seppur in forte crisi di vendita, è sempre attesa al botto. L'anno scorso era stata la volta della nuova Yamaha R1, e l'anno prima della Panigale. Quest'anno era atteso il cambio generazionale della Suzuki GSX-R , a cominciare dalla versione 1000 che doveva ereditare, parzialmente, estetica e ritrovati della riuscita MotoGP, ma... è stato un colpo a salve. Il cartello recitava "concept" e la moto tenuta a debita distanza dalle persone. Non un cambio estremo come avvenuto con la R1 e la Panigale, ma a volte non è detto sia una cattiva scelta, in effetti la linea della nuova moto è piacevole, mantiene la caratteristica del faro verticale con le prese dell'airbox ai lati, carene classiche estese, e codino corto. Una colorazione differente avrebbe aiutato a evidenziare le nuove linee, facendo apprezzare di più il nuovo design.
Bella ma... raccogliendo le voci di chi la stava ammirando, non qualcosa che sembrasse un vero colpo di adrenalina. In questo senso le italiane continuano a farla da padrone, per il loro mix di estetica e caratteristiche tecniche che già da ferma trasmettono un colpo di adrenalina. Aprilia RSV4 e Ducati Panigale sono regine incontrastate dei sogni proibiti del racer, anche se qualcuno si fa ancora ammaliare dalla raffinatezza del design dell'intramontabile MV Agusta F4, o della sorella minore, la F3 800, diventata regina del desiderio della categoria Supersport. Non ruggisce nemmeno la novità della Ducati Panigale 959, con questa cilindrata che non comunica emozioni, o confonde per lo meno. La cilindrata 800 aveva preso un posto nell'immaginario collettivo come media cilindrata Ducati, mentre i 900 fanno parte di quel mito delle maxi Ducati che hanno vinto tutto in Superbike. Ora abbiamo una 900 che è una piccola, confermato anche dal forcellone classico invece dal monobraccio, sono confuso.




LA REGINA NERA: Ducati XDiavel

La regina di questo salone è lei, la XDiavel, che dopo aver ridefinito il concetto di custom alla maniera Ducati, vale a dire dopando di cavalli anche chi vorrebbe fare la monta all'americana, decide di ricreare un look e uno style estremamente raffinati. La moto sembra slanciarsi su tutto l'asse, perde una grossolana muscolosità, per acquisire l'aspetto di un puro sangue che si allunga in corsa lanciato verso il traguardo. Unica pecca, qualcosa che a qualche motociclista non potrà sfuggire, è che questo raffinatissimo style ha una somiglianza per niente velata, soprattutto al posteriore dove il miglioramento è notevole, con la DUU della italiana CR&S, moto che alla sua presentazione aveva fatto scalpore per la raffinatezza dello stile e delle soluzioni meccaniche. Comunque se la vecchia Diavel è stata un successo, questa ha il potenziale per diventare una vera miniera d'oro.

Non sono mancate anche grandi novità nello stand di Harley Davidson, per gli amanti dell'acciaio e dello stile americano, alla presenza di Max Pezzali che ritirava il premio della Battle of the Kings vinto dal suo concessionario situato a Pavia. Se l'elettrico supersportivo e naked d'eccellenza è rappresentato dall'Italiana Energica di CRP, Harley-Davidson si candida ad essere protagonista del mondo custom urban con la sua interpretazione di un mondo che non le appartiene, quella dei motori educati. La casa americana, dopo aver presentato le numerose novità con in testa le splendide colorazioni militari delle Fat Boy S e il Softail Slim S, ha dato grande enfasi a questo nuovo capitolo della sua lunga storia, una strada da imboccare con la rapidità con cui la Livewire si muove nel video promozionale.




PASSEGGIANDO IN BICICLETTA

Si certo i chilometri si farebbero più velocemente in bicicletta, ma ci si perderebbe gran parte dello spettacolo, fornito dalle bellissime ragazze, ma anche dagli stand di chi fa accessori e abbigliamento. Alcuni nomi che hanno attratto particolarmente la nostra attenzione, sono nel settore caschi Shark, Nolan e LS2. C'è una francese, una italiana e una cinese, sembra una barzelletta ma le tre aziende si sono date un gran da fare. Le novità, presenti sui rispettivi siti, esprimono una vivacità che esce dal rallentamento visto fin ora. Nolan in special modo ha presentato diverse novità, tra le quali l'utilizzo di materiali all'avanguardia come il carbonfit e il titanio utilizzato nella calotta del 660.
Nel vestiario ci sono due aziende italiane, la Stylmartin e la Promojeans, e la olandese Macna che hanno mostrato elementi interessanti. Macna per le soluzioni intelligenti nel costruire giacche, Stylmartin e Promo per lo stile paragonabile alle migliori marche alla moda nel costruire scarpe e jeans motociclistici che non sfigurerebbero nemmeno nell'alta moda, figuriamoci nell'uso quotidiano.
Il premio allo stand migliore va a Zard, azienda italiana che costruisce scarichi interamente Made in Italy. La sua casa in cui dormiva Capitan Marmitta e le splendide vignette a lui dedicate, sono state un colpo di genio, pur non dimenticando la qualità e il design eccezionale dei loro prodotti esposti... nel giardino di fronte casa.




VERSO L'USCITA

Chiudiamo con le novità che arrivano dal settore naked, dove il vero punto di rottura su questo segmento arriva da Yamaha con XSR, una sorta di Master of Torque più sporco, più propenso al garage di tuning. Le moto dei tre diapason, declinate in diversi modi, spostano l'asticella dal retrò che cerca il moderno, al moderno che cerca stile nel retrò o per lo meno nella personalizzazione della moto, qualcosa che renderà le moto di sicuro più accattivanti. Tra le novità poi va segnalato il ritorno in casa Suzuki del best seller SV650, un ritorno ad una sigla che ha venduto davvero tanto ed ha avuto molti proseliti in passato, che a differenza delle progenitrici non si presenta con elementi di innovazione come fu allora il telaio e il suo nuovo bicilindrico, ma in una configurazione molto più... standard. Una entry level di sostanza come ci ha abituato negli ultimi anni Suzuki, ma forse gli estimatori dell'SV storceranno il naso.



EICMA comunque sa regalare sempre grandi emozioni, alla ricerca di un equilibrio tra vetrina, utilità e spettacolo, sa regalare sempre grandi aspettative ed elementi di sorpresa. La disposizione così lontana dalla metropolitana non ci è piaciuta, ma non è di certo colpa degli organizzatori, qualche critica va anche al cibo servito nei molti bar, sotto pressione certo, ma i prezzi sono abbastanza sopra la media da dover garantire sempre la dovuta qualità. Anche se non gestiti dagli organizzatori di EICMA, il pubblico associa la loro funzionalità alla kermesse e quindi sarebbe consigliabile pretendessero da chi ha preso in appalto il servizio, la stessa qualità della manifestazione.

Il giudizio su quanto visto è sempre e comunque positivo, se è vero che le novità non sono state quanto ci si potesse aspettare, è vero anche che così tanta roba fa perdere comunque la testa a chi, come me, è appassionato delle due ruote e scribacchino solo a tempo perso. Chi ne esce vincitore? Sicuramente lo stile italiano, Ducati, Moto Guzzi, MV Agusta e Aprilia sono su un livello davvero diverso, le altre case europee riescono quasi ad esprimere la stessa emotività, mentre le giapponesi attendono tempi migliori.

A voi il giudizio

Wolf

GALLERY

 

 

Back To Top
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.