Categoria: Biker World



Tutti si giravano a guardarmi al mio passaggio.


Non certo per il jeans stracciato, il giubbotto vintage in pelle rosa, lo stivaletto country, l’occhiale da sole bianco o la chioma fluente che si intravedeva sotto al casco, no. Tutti si giravano a guardarmi per lei, la mia moto. Elegante, maestosa, cromatissima e soprattutto Srcambler, inglese purosangue. Percepivo la bramosia negli occhi di chi ci si posava sopra, la stessa che avevo sempre provato io davanti a quel modello di motocicletta perché per me quella era la motocicletta, esteticamente parlando. Non vi erano termini di paragone in bellezza con nessun altra, neppure con gli ultimi modelli teutonici che troneggiavano negli spazi BMW, quell’anno, all’EICMA. Un bel giorno, qualcuno me la portò a casa, affidandomene la cura, le chiavi e l’utilizzo. Fummo per due anni compagne di viaggi e spostamenti, emozioni e…cedimenti…già, anche quelli…troppi i suoi 230 kg per una donna. Pietosamente mi capitò di chiedere aiuto per spostarla o rialzarla! Rieccoci a parlare nuovamente di donne in moto e limiti legati al gentil sesso.



Nel caso della Triumph Scrambler, è indispensabile essere mediamente alte perché l’altezza sella è di ben 83 cm; raccomando di tenere poi il manubrio originale di 22 mm e soprattutto, in ultimo, di non soffrire di fragilità capillare alle gambe perché lo scarico doppio e alto crea un grande calore, nocivo, in questi casi e comunque fastidioso viaggiando in piena estate sotto il sole cocente. Indipendentemente da questi fattori è una moto stradale quasi perfetta, da provare anche nei tratti di sterrato con lieve difficoltà, dove dimostra la sua duplice natura, la stessa che la differenzia dalla sorellina Bonneville, resa celebre dal grande Steve McQueen. La guida della Scrambler è comoda così come la seduta per il passeggero, dettaglio non trascurabile per una gita fuori porta in compagnia. Sicuramente non può essere una moto per farci una vacanza, ma è ottima per belle passeggiate senza tirare le marce, scollinando magari tra vigneti e provando dei tratti off-road, dove tutto assume un fascino particolare, sia nella guida, sia a livello di percezione visiva e tattile.



Un giro che consiglio di fare a tal proposito in giornata è quello delle colline novaresi, 26 comuni tra cui Oleggio, Mezzomerico, Suno, dolci paesini che si susseguono su un livello di 400 dove distese di vigneti ci fanno da sfondo insieme a castelli secenteschi che rendono ancora più affascinante la strada, con possibilità durante il tragitto di fare deviazioni nel cuore di questa distesa di uva fragola, imbucandosi tra terra ed erba per spegnere un attimo il motore, distendersi tra i filari, respirare a pieni polmoni il buon profumo che ondeggia nell’aria e bere un po’ di di quel cielo che nelle serate estive sgombre da nubi si può andare ad ammirare ancora più da vicino all’Osservatorio Astronomico di Suno che offre, prima di arrivarci, ancora un bel tratto non asfaltato. Buon viaggio!

Arianna

 

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