Categoria: Biker World

Di nuovo a spasso per la fiera di Verona, quella che potrebbe essere dichiarata il più grande bazar italico dedicato al biker e al suo ego, una passeggiata degna delle migliori fiere, tra profumi di carne alla griglia, belle ragazze che ti rubano lo sguardo, e creature su due ruote che paiono atterrate da un altro mondo... o da un'altra epoca.


In un periodo iconico come questo, dove lo stile e la moda la fanno da padrone, anche la ribellione ai canoni e alla produzione di massa ottiene i suoi massimi riconoscimenti. Con un ponte spazio temporale che collega idealmente gli anni 70 alla modernità tecnologica odierna, il personalismo della passione motociclistica trova ispirazione e appagamento, a patto di avere grande creatività o... tasche ben dotate!

Dopotutto non c'è nulla di male, c'è chi spende un paio di decine da mille per una mucca da viaggio o per l'ultima affilata supersportiva, quindi anche questa è una via lecita per appagare la propria passione. La dissennatezza diventa quindi ragionevole ricerca per chi non è un amante dell'ultima chicca tecnologica, per spendere i propri quattrini per una storica rimessa a nuovo. Tanto più che il valore dell'opera meccanica e stilistica applicata alle moto negli stand di Verona, è indubbia. Lì c'è creatività, sogno, sudore, notti insonne, un valore monetario di certo non svalutabile con la sola uscita del prossimo modello, qualcosa che per essere comprata deve avere una dote imprescindibile: lo stesso tono della propria anima.



Detto questo... è ora di entrare in fiera. Esatto, queste cose le pensavo già prima di entrare.

Ma Verona è in grado di soddisfare i desideri? A dire il vero Verona è quasi sempre in grado di andare al di là dei sogni, quello che si può trovare negli stand è davvero speciale, incredibile. E' una fiera in costante mutamento, se alcuni concetti restano identici, i punti di riferimento per i quali molti motociclisti affrontano ogni anno le affollate corsie, altre cambiano. Lo scorso anno sicuramente c'era una più forte componente Cafè Racer, il boom era stato accolto con più spazio, più richiesta, così come la presenza di alcune case ufficiali era molto più formale, tipica del salone patinato, copia del listino.
Quest'anno le Cafè Racer si sono mischiate al contesto, con un duplice risultato, uno positivo e uno negativo. Quello negativo, il meglio lo lascio sempre in fondo, è che il sangue puro di questo filone si è un po' diluito nell'anima custom originale e preponderante della fiera, quello positivo è che è entrato in circolo e si è conquistato di diritto un posto fisso.



Le case invece cambiano punto di vista e cominciano a comprendere, a uscire dai loro gusci mono-toni. Quest'anno le presenze più importanti erano quelle di BMW, Honda, Ducati, Suzuki, Yamaha e Moto Guzzi. E' un po' mancata Triumph, non completamente assente ma sottotono, che qui dovrebbe sempre avere un posto in prima fila.
Di queste, Honda a parte, le altre si sono mimetizzate alla confusionaria passione multicolore del Motor Bike Expo, con quel quid di organizzazione da aziendona. Ducati ha presentato un contest dal nome Scrambler Custom Rumble, dove 3 customizzatori di fama hanno messo le mani sulle nuove Scrambler per farne delle special. BMW ha lasciato letteralmente lo stand nelle mani di customizzatori che volessero esercitarsi sulle vecchie e nuove glorie. Protagonista dello stand una bellissima nineT dal nome "Spirit of Zeller" delle Officine Sbrannetti su un pick up americano. Un'opera muscolosa e magnetica. Non male anche Suzuki, che oltre a portare i best seller della sua gamma ha portato 3 special, due delle quali su base Intruder, di cui davvero una bella interpretazione è stata la Chocolady, ricca di particolari di pregio e con un bel contrasto in vari punti tra color cioccolato e bianco.



Bello anche l'allestimento dello stand Moto Guzzi, di cui metà allestita a negozio di merchandising e metà a garage officina, con un bel ponte di lavoro e una Guzzi in fase di customizzazione. Unica pecca, l'atmosfera era un po' troppo asettica per essere un'officina vera.

Notevole invece il contest di Yamaha, lo Yamaha Garage Challenge, che ha prodotto partendo dalla XV950 sei pezzi davvero di pregio, sei moto dal grande gusto, votate da internet e da una giuria di esperti che ha visto sul palco di LowRide 3 finaliste. Vittoria per la Mid Night Club di New Venezia Moto, una bella realizzazione in stile Cafè Racer di una moto nata come custom, un cambio radicale con una resa finale molto accattivante e che dà ancora più valore alla presenza di questo segmento al salone. Qualcuno direbbe un passaggio di testimone? No, solo sana coesistenza di passioni diverse.



Ma cos'è il multicolore della fiera? Cos'è che attira i motociclisti? Cibo, facce, colori, metallo, bancarelle, pelle, maestria artigiana, voci, bikers rozzi, rock and roll, cattive ragazze, sgasate, stranezze, negozi e cosa altro ancora? Quello che incanta di questa fiera in realtà è il mix di tutte queste cose, entrare in uno stand in stile country, e in mezzo a custom dalle finiture sopraffine trovare un gruppo rock che suona con passione le note di pezzi di grande atmosfera mentre un tizio in kilt balla vicino ad una moto, ti incantano come fossi un bambino in fiera.

Uscita a fine giornata stanchi, senza accorgersene 9 ore sono volate via, quasi sempre in viaggio tra bancarelle e padiglioni, tra un universo motociclistico ed un altro piazzati a pochi metri di distanza. Qualcuno scappa dalla fiera con qualche borsa, una marmitta o un treno di gomme in spalla, una borsa in pelle, una targa in metallo da appendere in garage, un casco, una carena o un pezzo introvabile. Forse se ne va con negli occhi la moto unica che starà nel proprio garage per tanti anni e perché no, forse con in tasca il sogno proibito... il numero di telefono di una di quelle bad girl così irraggiungibili.



E' il più grande bazar d'Italia, tutto è possibile.

 

Wolf

 

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