Il Sic
A un anno di distanza dalla tragica gara di Sepang una rete televisiva dedica una puntata di un suo format a Marco Simoncelli.
Tragicamente scomparso e diventato tristemente famoso anche per chi prima di quel giorno nemmeno sapeva chi fosse.
Un fenomeno di costume difficile da spiegare, non è il primo Motociclista a perire in gara e nemmeno il primo Italiano, eppure Marco ha lasciato un segno indelebile, la sua immagine e il suo 58 si vede su ogni social network e su auto e cupolini di molti appassionati e no.
Così, nonostante sia abbastanza refrattario alla Tv, la curiosità di conoscere qualcosa di più di questo Pilota, che conoscevo solo marginalmente, mi ha incollato al televisore.
Un Alex Zanardi, più fortunato nella tragedia, narra la storia del Sic con contributi filmanti e interventi di chi l’ha conosciuto come figlio, amico, avversario o semplicemente Pilota facente parte dell’incredibile Circus.
Parole di Valentino Rossi amico e aversario alla "Cava" oltre che in pista, del Dottor Costa, del suo manager Carlo pernard, di Fausto Gresini, ecc.
Parole e immagini che scorrono raccontando gli esordi, le difficoltà, pregi e difetti di questo sfortunato ragazzo, sempre più grande, sempre più forte, fino alle ultime immagini che interrompono una carriera che stava prendendo il volo.
Invece è stata la vita a volare via in una domenica di ottobre.
Emozioni strane seguendo il programma, ma anche la consapevolezza che davvero il Sic ha lascito un segno.
La morte non vale di più degli altri piloti, lui era diverso, capace di farsi amare con quel suo fare semplice e dinoccolato, genuino che rendeva meno asettica una MotoGP sempre più fredda.
E poi la sua faccia simpatica e quel casco di capelli che l’hanno fatto benvolere da tutti, anche chi di motociclismo non ne sa nulla.
Alla fine forse ho capito perché Marco ha lasciato questo segno, lo ricordiamo con allegria, sicuri che stia facendo qualche “Pataccata” anche lassù, ma di certo ci manca.
Flap
