L’invidia del volante
E’ mattina e la radio passa un gran pezzo rock degli anni ’80, le mani battono ritmicamente sul volante e qualche accenno di tentativo di cantare in un improbabile Inglese, ma del tanto sono solo in auto.
Si in auto, inutile che vi scandalizziate, il motociclista “normale” usa anche l’auto, soprattutto per andare al lavoro se il tragitto non è giustificato da traffico o dal piacere di guidare, poi di mattino presto faccio prima a girare la chiave che vestirmi infilare casco, guanti ecc...
Comunque la strada dell’alba è deserta, l’auto scivola veloce sulla statale al ritmo dei pensieri e della musica che contrasta il sonno che non vuole abbandonarmi ancora.
Un attimo e intravedo nello specchietto sinistro una luce, un piccolo faro che si avvicina velocemente, forse più velocemente di quanto mi possa aspettare, nonostante sappia che la moto è veloce e che è un attimo arrivare al sorpasso.
In auto la percezione è diversa, penso a quella che potrebbe avere chi invece è solo automobilista, non immagina che quel punto di luce che pare lontano in un istante possa essere di fianco a lui e sorpassarlo.
Il tempo di spostarmi a destra velocemente per agevolare l’amico centauro e la sagoma rossa della Ducati mi affianca e fugge verso la curva successiva, portando con sé l’invidia e il desiderio che ogni utente delle quattro ruote diventi sensibile e attento anche a noi e al nostro piccolo faro.
Flap
