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Sono troppo giovane

In effetti, detta così sembra una cazzata, e qualcuno della mia età o più in là mi starà dando del beota... a dire il vero io stesso, siamo alle porte dell'estate e alcune cosette in giro fanno davvero pentire di avere almeno una decina d'anni sulle spalle. Ma in questo caso, per quest’argomento me ne mancano una decina sulle spalle.
Il pensiero mi è nato in occasione del 40° anniversario della serie Z di Kawasaki, un anniversario importante sia per la casa di Akashi, ma anche per tutti quegli appassionati che in quegli anni strabuzzavano gli occhi nel vedere le linee della Z, ma soprattutto nel leggerne sulle riviste le prestazioni.


A proposito... c'erano le riviste in quell'era? Beh credo di sì, i computer no, ma le riviste si! (prego i 50enni di non mandarmi maledizioni per battute così scarse, è già una vita difficile.)
Quello che mi chiedo è: qual era l'eccitazione nei motociclisti di quegli anni? Come vivevano il grande cambiamento di quelle moto tutte metallo e cromature, senza carene, che dal Giappone invadevano la sacra Europa dei motori a suon di cavalli? Oggi certo il gap si sta chiudendo, e anche i costi non sono poi così lontani, ma è anche diverso l'animo. Oggi per noi l'eccitazione viene da questa rivoluzione tecnologica che si chiama "elettronica". Diventati esagerati i cavalli, tanto che qualcuno si avvicina con timore o rifiuta di comprare un certo modello, arrivano le briglie e la frusta elettronica, che tengono a bada centinaia di cavalli, e li ammansisce e li mette al passo dolce. Altra cosa che in tempi di abbondanza di cavalli eccita il motociclista, è vedere sospensioni e freni sofisticati, la guidabilità.
Ma negli anni settanta i cavalli erano tutto? Chi è che me lo racconta? Qual era l'eccitazione in chi comprava, ma anche in chi costruiva, quanto la meccanica era tutto. I giapponesi non sono famosi per il calore, ma ad Akashi il team che progettò e costruì la Z, quale eccitazione aveva quando sfornò la moto più potente dell'epoca?
Sono domande che un motociclista nella terra di mezzo, come lo sono io, si fa, perché non sarebbe male possedere una macchina del tempo, e fare un giro in anni lontanissimi, così lontano che si poteva addirittura girare con una moto dalla potenza strabiliante, senza casco e con solo su una camicia. Anni luce, anni che tanti motociclisti cercano e riscoprono, perché forse stiamo scoprendo, che l'uomo non è progettato per andare sulle moto di oggi.
Forse anche noi abbiamo bisogno di un'elettronica più evoluta? Mah! Quasi quasi mi faccio una nuova V7 Racer e, molto semplicemente, "mi faccio un giro in moto".

Wolf

 

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