Una moto la si riconosce dal serbatoio, dal motore, a volte dal rumore, segni distintivi che ogni creatura a due ruote ha, suoi personali, che la rendono quel preciso modello.
A volte il rumore è modificato da rabbiosi scarichi aftermarket, il motore magari celato da ampie carenature, ma il marchio sul serbatoio spesso è quello che la identifica e che normalmente corrisponde a quello del cuore pulsante a pistoni.
Aquile, Eliche, Ali e Diapason che simboleggiano un nome, a volte lo stesso nome diventa un must di stile e di storia, comunque su quel serbatoio e da quello sappiamo che moto è.

A volte capita che su quel serbatoio compaia un nome particolare di chi ha fatto di quella base un oggetto speciale, mi vengono in mente BIMOTA, BUELL, MAGNI, magari EGLI e SEGALE per i più datati di noi.
Ora però la nuova via dei customizzatori o garagisti specialisti in special arriva a fantasiose miscellanee che fanno rabbrividire i puristi.
Non parlo di utilizzare pezzi di derivazione diversa ed adattarli al mezzo ricreando una nuova veste grafica, mantenendo l’identità della base bensì di simil Frankenstein a due ruote di dubbio gusto storico.
Boxer bavaresi recanti la scritta Honda sul serbatoio, quattro cilindri Giapponesi  con storici marchi Italiani sul serbatoio e tanti altri contrasti forti che hanno solo la logica dello stupire ad ogni costo.
Ridiamo un’identità alle moto, manteniamo la loro, o se proprio vogliamo diamogliene una nuova ma per favore evitiamo l’effetto puzzle da sfasciacarrozze.
Parere personale sicuramente, opinabile come tutto a questo mondo, dettato da un cuore romantico che non scorda il passato, ama l’estrosità e l’arte ma crede ancora nel buon gusto.

Flap