Mi porti a fare un giro?
Una di quelle calde sere d’estate, di quelle in cui diventa normale fuggire verso il fresco del lago.
Lui sta parcheggiando davanti a uno dei tanti locali di Arona pieno di voci e colori a cui si mischiano anche il rosso e il grigio della sua carena.
Non ha ancora tolto il casco e una giovane Donna corre verso di lui, non la conosce e non ne capisce il motivo finché lei non dice “è la moto dei miei sogni, mi porti a fare un giro?”
Lui tenta il colpaccio dicendosi dispiaciuto di non avere un casco in più ma è ignaro che la piccola Monster di lei è parcheggiata lì vicino.
“Ce l’ho io!”.
Non resta che abbassare le pedane e farla appollaiare su quel misero cuscino riservato al passeggero.
Il faro disegna i colori sella sera che sfugge specchiandosi nelle acque del Verbano, curve che si susseguono dolci e il silenzio è rotto dalla melodia di quattro scarichi a canne d’organo.
Pochi chilometri il tempo di raggiungere Stresa e poi si torna al Bar, ora ci si può presentare prima di tornare dai rispettivi amici che stanno ancora cercando di capire cosa sia successo nel frattempo.
Un saluto affettuoso per un’intesa che non diventerà amore, troppa la differenza d’età e poi il destino evidentemente aveva altri progetti, bensì una bella amicizia, di quelle un po’ speciali che a volte le moto sanno regalare.
Flap
