Cuore griffato
Scudetto rosso e bianco, elica vorticante, tre diapason, ala dorata o aquila in volo.
Ognuno ha il suo nel cuore, ogni casa motociclistica ha il suo marchio, logo come si usa oggi, un’immagine che richiama immediatamente la casa che produce quel determinato modello di moto.
Chi lo porta nel cuore senza clamori rimanendo fedele negli anni alla casa amata, chi invece lo ostenta orgoglioso, come fosse l’unica fede della sua vita, con pach e adesivi su ogni sua cosa.
A volte diventa persino un elemento di unione in gruppi che si isolano dal resto del mondo delle due ruote fino a considerare l’unica due ruote accettabile quella con il marchio che cavalcano.
Una visione un po’ “Talebana” del mondo moto che ha invece nella sua essenza invece la condivisione.
Per fortuna molti gruppi hanno una visione più aperta nell’accettare qualunque appassionato cercando magari, a volte riuscendo, di aggiungere un nuovo accolito alla propria casacca.
Una volta c’erano i forum, ora ci sono le pagine su Facebook, ma in fondo l’unione del marchio è forte e capace di riunire persone, anche territorialmente lontane, capace di annullare i ceti e le differenze unendo sotto lo stesso simbolo una moltitudine eterogenea ma con la stessa passione.
Io cominciato con una Benelli, poi mi sono innamorato di una Suzuki, la casa Bavarese mi ha rapito in seguito senza più mollarmi, ma ho nel cuore anche la MV Agusta e la casa di Mandello del Lario mi piace da sempre.
Guardo con piacere e interesse le case storiche che son scomparse e con curiosità di bambino quelle che ancora fanno girare la testa insieme alle ruote.
Mi piace provarle, vorrei guidarle tutte, scoprirne le caratteristiche che le rendono uniche nel loro essere, perché son convinto che ogni moto abbia qualcosa da dire, qualcosa di personale che piaccia o no la identifica e la fa amare o odiare.
Ogni stemma merita rispetto e ognun ami quel che vuole.
Le moto son tutte belle, ma per ognuno di noi una è più bella.
Flap
