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- Scritto da Michele Rubin (Wolf)
Una gradevole scampagnata su due ruote vestiti un po’ strani.
Una gradevole scampagnata su due ruote vestiti un po’ strani.
Alle porte di Milano, c’è un paesone, si chiama Abbiategrasso. In via Novara c’erano due vetrine, belle grosse, con il telaio verde a cingere uno schermo di vetro che mostrava in “full hd” quelli che erano i sogni di noi bambini nati a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Sopra la vetrina troneggiava una scritta semplice, la mia memoria mi dice rossa, ma non lo giurerei. MOTO GUZZI.
Sei contento della tua moto nuova? Mi arriva alle spalle questa domanda filtrata dalle visiere dei caschi che ci dividono mentre dividiamo la sella della mia BMW R1200GS.
Abbiamo imparato a conoscerlo questo Covid19, o meglio abbiamo imparato a conviverci seguendo le indicazioni che gli “esperti” ci davano via via in un susseguirsi di regole e decreti, anche se a volte incomprensibili, in alcuni casi illogici, comunque da seguire per cercare, soprattutto, di sopravvivere.
Mentre leggete queste righe probabilmente, o comunque nel caso tra poche ore, circa 350 piloti dalla dubbia sanità mentale si alterneranno, suddivisi in squadre da 4 a 6, alla guida di improbabili motorini degli anni ’70, ’80 e ’90 rigorosamente monomarcia.
Si certo di questi tempi qualcuno potrebbe dirvi che non sono affidabile. Non credetegli.
Non si deve preoccupare la compagna di Wolf, qui non si tratta di passeggero, bonariamente chiamato “Zainetto”, che divide la sella con il nostro redattore,
Faccio parte di quella generazione che ha vissuto la moto senza casco, a dire il vero nei primi miei tempi di motociclista non lo avevo neppure.
Dai, diciamolo l’avevamo data per estinta questa cilindrata, quella ¾ di litro che ha dato tanto al motociclismo degli anni passati e in un attimo è stata buttata via a favore dei 1000cc e non è stata nemmeno onorata di essere presa in considerazione quando la MotoGP ha tentato il passo indietro con gli 800cc.
A leggere bene il titolo si potrebbe pensare alla classica storia della Walt Disney “Zio Paperone e l’austropiteco ingrato”.
Vi ricordate che l’anno scorso vi avevo parlato de “Il Luciano” mettendo sempre l’articolo davanti al nome da buon Milanese che sono.
Non c’era dubbio che quella situazione fosse improbabile, ma nella vita non puoi mai sapere cosa ti capita. Io e Brad ci eravamo conosciuti in un bar mal frequentato della Milano di periferia dopo una giornata di EICMA 2018, dove lui si aggirava in cerca di idee per la prossima moto.
Non me ne voglia Roberto Parodi a cui rubo e modifico il nome di un evento creato durante la sua direzione di Riders.
Leggo in un post di facebook qualcuno che chiede se in termini collezionistici possa diventare più interessante una MV Agusta F4 750 del 2000 oppure una F4 1000 del 2005.
Qualcuno leggendo penserà che abbiamo sbagliato pubblicazione, o che l’eccessivo rintanamento da lockdown ci ha fatto male.
Lo so sono uno strano motociclista e uno strano lettore, di sicuro mi affeziono fino ad andare contro la logica del piacere.
Da un po’ mi hanno coinvolto nel fuoristrada, o meglio mi hanno portato a spasso sopportando le mie incapacità e con pazienza mi aspettano e mi lasciano il tempo necessario per percorrere quel sentiero o quel percorso.