Mare d'inverno 2022
Categoria: Turismo

Per chi si è affacciato recentemente al nostro magazine una domanda può sorgere spontanea: ma cos’è il progetto “Mare d’Inverno”?? La risposta è semplice e articolata allo stesso tempo.


E’ un’idea, che apre la stagione con un multitest e che ci accompagna fin dal 2014, con qualche eccezione dovuta alla pandemia che ci ha fatto fare anche digressioni diverse sulla meta finale, ma con lo stesso spirito di base ovvero lanciare la stagione in sella parlando di “tutto un po’” dal turismo (di base), alle moto utilizzate, all’abbigliamento scelto. Se siete curiosi vi lasciamo tutti i link a fine articolo.

Per il 2022, la meta scelta, per vari motivi è stata la Liguria. Bersaglio facile da Milano, nessuna novità, cose già viste, località molto note, ma…ecco il “ma”: non utilizzare l’autostrada e godersi la lentezza del viaggio assaporando a fondo le sfumature che dividono la pianura dal mare, rinunciando al lampeggiare rabbioso di quelli casello-casello (cit. Carlo Talamo). Tutto qui? Beh non proprio perché, da capo, sarebbe stato facile raggiungere la costa in sella a due maxi cruiser dallo stile spiccatamente americano, tirando dritto sull’autostrada, mentre invece la scelta è ricaduta su un percorso famoso per il suo tracciato e per essere amato dagli smanettoni (forse un po’ troppo). Ma mettiamo in fila le idee e cerchiamo di dare ordine a questo articolo.

mare d'inverno

 IL LUOGO DELLA PARTENZA E CENNI STORICI (CHE FANNO SEMPRE TANTO FIGO)

Abbiamo scelto come luogo ufficiale della partenza “Bobbio”, perla del piacentino ma soprattutto della val Trebbia. Una scelta non casuale perché in molti conoscono la località quale crocevia di luoghi spiccatamente motociclistici, ma forse un po’ meno si soffermano sulla storia, non solo di questo luogo, ma dell’intera Val Trebbia. Eppure basta andare su google e digitare poche parole chiave per scoprire e leggere un po’ di storia che dia la consapevolezza di quanto ci circonda in quel preciso istante. Scopriamo così che la Val Trebbia fu abitata fin dai tempi preistorici, Neolitico per la precisione, e la quantità di reperti ritrovata è notevole. A Travo c’è un sito archeologico che ne riproduce persino un insediamento. Essendo una via di comunicazione verso la Liguria, la Trebbia è luogo di interesse anche per gli antichi romani che la punteggiarono da più di 100 insediamenti.

mare d'inverno

Storie, battaglie divisioni rendono la storia della valle davvero avvincente, ma non è questo il luogo per una lunga digressione; merita però una menzione Bobbio, luogo del nostro start, annoverato tra i borghi più belli d’Italia, tanto che nella bella stagione è affollato di turisti, che girollano alla scoperta del borgo e delle zone limitrofe nonché del caratteristico ponte ad arcate o “gobbo”. Il ponte sembra essere originario del VII secolo con varie modifiche e aggiustamenti è arrivato fino a noi nella sua magnificenza e discreta bellezza. Anche in questo caso la leggenda vuole che sia stato il diavolo (o addirittura più demoni) ad aiutare i costruttori nella realizzazione pretendendo in cambio l’anima del primo che lo avrebbe attraversato…ma si sa gli italiani sono più furbi e fregarono anche il diavolo stesso. E proprio qui dal ponte Gobbo parte il nostro viaggio verso il mar ligure attirati da un elemento fondamentale. La focaccia.

 

LE MOTO, LE CURVE, LA CONTRADDIZIONE

Son bravi tutti a far trottare due maxi cruiser dall’interasse infinito e dal peso pronunciato su una striscia di asfalto dritta e in bolla. Un po’ meno usuale è volerle portare a fare tante curve, di tutte le fogge, strette, ampie, tornanti e chi più ne ha più ne metta. Certo per quelli bravi farle scorrere in curva e grattare le pedane ad ogni svolta è un gioco da ragazzi, ma forse non lo è per noi motociclisti normali. La sfida ce la giochiamo USA vs Germania, Milwaukee contro Monaco in una partita a suon di coppie mostruose e cilindrate da capogiro. La R18 Transcontinental getta il guanto di sfida alla Harley-Davidson Street Glide Special, dove quest’ultima traccia il solco dello stile cui entrambe le moto si ispirano. Singolare infatti la scelta di BMW di proporre una variante della R18 così tanto “americana” nelle forme e nell’immagine, in netto contrasto con la sobria nudità della moto originaria. Una statuaria bicilindrica boxer da 430 kg di peso che si contrappone ad una altrettanto massiccia americana che però ferma la bilancia a 375 kg in ordine di marcia.

val trebbia

Molto simili per potenza (circa 90 cv) e coppia massima espressa (150 Nm per BMW, 158 per Harley) entrambe incarnano il sogno “americano” del viaggio infinito fatto di comfort, protezione aerodinamica e optional poco essenziali ma tanto goduriosi come l’impianto stereo. E quindi risuona ancora la domanda, perché portarle su una strada che normalmente è il paradiso delle moto sportive e veloci? Forse perché non ci piacciono le cose scontate, o forse per dimostrare, in primis a noi stessi, che queste moto possono fare anche questo, al loro passo certo, con tutti i limiti (pochi) del caso certo, ma senza alzare bandiera bianca a priori. Scopriamo così che il timore iniziale condiviso quando le abbiamo ritirare si affievolisce lasciando affiorare un piacere di guida fatto di spinte vigorose, di motoroni pastosi ed inebrianti e di comfort di guida che porta l’asticella davvero in su. Certo le manovre da fermo o bassa velocità richiedono a noi “normali” molta concentrazione e un discreto sforzo fisico, probabilmente più di quanto necessario, drogato dalla tensione di non fare danni a moto da 30K, ma soprattutto consapevoli che se le appoggi per terra bisogna chiamare una gru per tirarci e tirale su. O almeno questo vale per chi sta scrivendo, alto 170 cm per 72 kg di peso che confrontati ai 4 quintali e passa della R18 sono proprio una percentuale minima.
Ma tanto è il timore che poi lo stupore è equivalente nel notare che i due “bisonti della strada” si guidano con piacere, con un filo di gas, con i grossi propulsori che frullano a 2000 giri, portandoti fuori da qualsiasi impaccio. E lo diciamo chiaramente anche nel video qui allegato che sia BMW che Harley si sono disimpegnate bene anche dove le curve si facevano più cattive e il fondo molto irregolare. Di entrambe leggerete preso su questo magazine i test specifici.

mare inverno

IL MARE, LA PIOGGIA, LA GRANDINE E DI NUOVO IL SOLE.

Quando parti da Milano in direzione Bobbio con circa 3°C, lo fai convinto che poi al mare sarà tutto più bello, più tiepido più profumato, e invece ti infili nella “tempesta perfetta” che investe il golfo del Tigullio proprio mentre noi e le nostre “maxi” stavamo “attraccando” a Recco affamati di focaccia. E quando parlo di perfect storm non lo faccio a caso, visto che le strade di Rapallo erano imbiancate da uno strato di grandine abbastanza compatto. Tra l’altro, se guardate la foto del radar meteo è facile capire che eravamo proprio nel mezzo, ma tranquilli, non ci siamo riparati sotto una pensilina, ma siamo rimasti sulla strada, per testare (caparbiamente e con un po’ di incoscienza) il livello di protezione alle intemperie delle moto e l’impermeabilità di guanti e giacche. Alla fine con degli abili spostamenti verso Portofino abbiamo evitato il peggio e siamo riusciti anche a fare qualche foto decente. Che poi alla fine la meta è essenzialmente il viaggio stesso, lo stare in sella per provare a capire due mezzi così particolari; certo gli amanti del marchio H-D potrebbero rinfacciarci che non c’è molto da capire, visto che sono una filosofia a due ruote, ma ciò detto il tutto ci è piaciuto e ci ha coinvolto parecchio.

mare d'inverno

PEDANE GRATTATE

Ah poi alla fine, guidando davvero in scioltezza le pedane le abbiamo grattate, cosa abbastanza facile vista la scarsa luce a terra, ma non così del tutto scontata. Ma noi restiamo motociclisti normali, curiosi di qualsiasi moto, ma normali. Forse sta lì il segreto di tutto il divertimento.

mare inverno

 

Moto del viaggio: Bmw R18 Transcontinental - Harley Davidson Street Glide Special

Abbigliamento del viaggio:
Flap: Casco Caberg HorusJeans PMJ Cafè RacerGiacca Carburo Nebula – Guanti Carburo Mode – Stivali Forma Legacy
Fagna: Casco Caberg FlyonJeans PMJ Cafè Racer - Giacca Carburo Legend - Guanti Carburo Mode - Scarpe TCX - Intimo SIXS

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