Categoria: Turismo

Sono convinto, senza che nessuno di voi lo sottolinei, che in Italia abbiamo strade montane di rara bellezza paesaggistica. Eppure, lo confesso, il mio “passo”, il mio “colle” preferito è in Francia e risponde a nome di Galibier.

In realtà mi piace molto il trittico descritto nel titolo, perché credo che non si possano percorrere o visitare in maniera distinta eccezion fatta per il Lautaret che può essere considerato di passaggio, oppure per le decisione di toccare il Galibier e tornare da dove si è venuti.

galibier

Ma andiamo con ordine. Di solito io ci arrivo da Briancon, anche se quest'anno per la prima volta ho fatto il giro al contrario perché l’intera redazione di aMotoMio arrivava da altrove (vedi link). Torniamo però all’ipotesi più frequente, ovvero quella di entrare in Francia dal Monginevro, con relativa discesa a “Brianzoni”, svolta secca a destra e via in direzione Grenoble.

Il Col de Lautaret è molto spesso sottovalutato, ma ha un compito importante. Come i veri personal trainer lui ha il compito di scaldare muscoli e gomme. Perché una volta che ci si è lasciati alle spalle i noiosi (a volte) attraversamenti di Paesi come la Salle-les-alpes o Le-Monetier-les-bains, la strada D1091 inizia a diventare curvosa, velocemente curvosa, con un misto dolce e ampio che regala curve da pennellare e panorami via via sempre più interessanti; il cambio di quota si fa più interessante dopo Le Lauzet e ci proietta dritti verso il bivio posto proprio al Col de Lautaret.

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Non credo di aver mai proseguito in direzione Grenoble, (cittadina che per altro adoro e che vi consiglio di visitare) ma una cosa che faccio sempre è fermarmi proprio all’inizio della salita del Galibier, per respirare un attimo e prepararmi a gustare con tutti i sensi la salita verso il mio preferito, e visto che se mi va bene ci vengo una solo volta all’anno, voglio prepararmi al meglio per non perdermi nemmno un grammo di emozione. Tanto è vero che decido sempre per un passo divertente ma mai troppo sostenuto o esageratamente veloce, perché sennò è come aspettare il natale e poi polverizzare la carta dei regali in pochi secondi…

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Non so dire cosa mi abbia affascinato da sempre del Col Du Galibier, sarà la strada perfetta (in Francia ca-va-sans-dire) o quei panorami unici, con visuali molto aperte e strada a strapiombo in molti punti che da un lato ammonisce alla prudenza dall’altro invita a sgranare ancora di più gli occhi. Molti i ciclisti che approcciano la scalata; nei punti più ripidi sembrano quasi fermi, tanta è la pendenza e lo sforzo per vincerla. Ho per loro sentimenti contrastanti, massimo rispetto certo, invidia meno di zero.  Si svalica a 2.642 metri e la vista che si apre in direzione “Telegraphe” è davvero eccezionale, senza paura di abusare di questo termine.

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A dirla tutta a partire dal Lautaret fino a scendere dall’altro capo del Telegraphe nel paese di Saint Martin D’arc, non si trova un punto brutto, sia dal punto di vista del piacere di guida, sia da quello paesaggistico. Fatto sta anche anche il tratto che unisce i due colli non smette di regalare emozioni per gli occhi e adrenalina per i buoni manici. Ma non ti preoccupare, contrariamente a molti passi de “nojaltri” qui incrociare smanettoni pericolosi e decisamente più raro. Ho scritto raro eh...non impossibile.  Considero il punto esatto del col du telegraphe un po’ più anonimo del Galibier, ma riconosco che è una sensazione del tutto personale; forse perché arrivando da un saliscendi con molte curve, tanto brullo in alcuni punti quanto coinvolgente svalicare in un punto che sta di fronte al parcheggio di un ristorante, di solito farcito di bici da corsa forse rovina un po’ la poesia.

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Ma il disappunto finisce subito appena ci si butta nel toboga, è proprio il casi di dirlo, che ci porta a valle. Come accennato poco sopra la magia e il divertimento svaniscono a Saint Martin D’arc dove si incrocia la D1006 che sembra ancora più anonima di quello che è dopo che si sono spesi bellissimi momenti a giocare tra le curve in quota. Ma non temente, con un po’ di esperienza e pazienza la tiepida D 1006 ci può condurre al Moncenisio o con un po’ più di voglia e tempo verso L’iseran….ma questa è un altra storia.

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Inciso del 2020. Come detto poco sopra in questa estate strana lo abbiamo percorso in senso inverso ovvero Telegraphe- Galibier – Lautaret. E c’era il trio di aMotoMio al completo...evento tanto raro da far preoccupare tutti i meteorologi, quindi abbiamo deciso di divertirci e percorre su e giù per ben due volte l’intero tratto Lautaret- telegraphe o quasi; esagerati direte voi , può essere, e nel caso ce ne saremmo vantati, la cruda, simpatica verità e che in una sosta fotografica abbiamo dimenticato uno zainetto...devo dirla tutta al momento mi sono pure arrabbiato, ma fare due volte in una sola giornata è stato un po’ come aprire due volte i regali al 25 Dicembre….impagabile

Abbigliamento del viaggio:

Wolf: Giacca Clover Ventouring 3 – Casco MT Helmets – Panataloni PMJ . Scarpe Ixon
Fagna: Giacca Clover Savana 3 – Casco Caberg Horus – Pantaloni PMJ – Scarpe TCX
Flap: Giacca Clover Crossover-4 WP - Casco Caberg Horus – Pantaloni Clover – Stivali TCX

 

 

 

 

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