Turismo in Irlanda
Categoria: Turismo

Leopold Bloom il 16 giugno di ogni anno ancora cammina per le strade di Dublino, ma come buona parte degli adolescenti della mia generazione.


Joyce lo conoscemmo con The Dubliners, tra cui Eveline ferma sul molo a dire addio all’amore ed al suo futuro, che ispirò il nome di una mia moto di qualche anno fa, proprio perché decisi di cambiarle l’immobile destino. L’arcinoto e stracitato Oscar Wilde. Gli U2, Van Morrison, Gary Moore e l’amatissima Dolores coi suoi Cranberries (per includere tutti i musicisti servirebbe un elenco a parte). La Guinness e le moltissime distillerie tra cui quella con la licenza più antica del mondo. Da motociclista inoltre non potrei mai non citare Joey e tutta la famiglia Dunlop che riempie pagine indelebili tra follia e magia nelle Road Race.

Irlanda 2

È incredibile quanto l’Irlanda sia influente nel nostro immaginario e nella nostra cultura. l’Isola di Smeraldo, un fazzoletto di terra, ha dato natali illustri, storie di emigrazione, di carestie e di guerre, ma anche di rivalsa, di rinascita attraverso l’arte, la volontà, l’impegno sociale ed economico. 

Ecco perché da almeno 4 anni volevamo visitarla, viverla, respirarla e solamente la pandemia ci aveva fatto temporeggiare per evitare di avere restrizioni ed accessi contingentati. 
Finalmente il momento è arrivato! E quindi IRLANDA! Ovviamente in moto….
Anzitutto il Team: io, Walter, Ginko e Giuseppe, rispettivamente con: VStrom 1050XT, KTM 1290S SuperAdventure, GS 1250 HP ed Honda X-ADV 750.

Irlanda 3

Punto da smarcare velocemente e con grande anticipo è stata la prenotazione del traghetto, per contenere i prezzi e per scegliere le date che andassero bene coi piani ferie. Così a fine febbraio abbiamo prenotato l’andata il 1° agosto da Cherbourg con arrivo il 2 a Rosslare. Ritorno nella tratta opposta con imbarco il 17 agosto ed arrivo in Francia per il giorno successivo.
Tutto il resto è stato fatto con calma nei mesi successivi, con abbondanti rivisitazioni ed ahimè scelte perché una cosa era certa: tutta l’Irlanda in poco più di due settimane non si poteva vedere.

Leggendo chi è andato prima di noi abbiamo fatto la lista dei punti assolutamente irrinunciabili e capiamo che avendo la guida a sinistra è opportuno fare il giro in senso orario, in modo da essere lato mare e poter meglio apprezzare gli scorci della Wild Atlantic Way. 
Preparato il giro, almeno nella sua forma iniziale, abbiamo definito anche le tappe di avvicinamento che decideremo di fare in 3 giorni. I Km si potrebbero fare in 2 giorni, ma dovendo essere all’imbarco entro le 20, non potremmo gestire il benché minimo inconveniente.

Irlanda 4

Quindi si decide per la prima notte ad Auxerre che scopriremo come cittadina con un centro storico molto bello ed interessante, costruita sulla due sponde dello Yonne. Per la seconda notte la scelta invece è ricaduta su di un vero evergreen della Normandia (terra da me amatissima!): Honfleur! Se non ci siete mai stati, andate, perché la parte del porticciolo è assolutamente splendida e noi qui ci concederemo il primo vizio della vacanza, ovvero una super mangiata di crudités di mare pasteggiando con un ottimo sidro locale. 
Il giorno aggiuntivo si trotterella tra le spiagge della Normandia e visitiamo con molta emozione i luoghi dello sbarco, ricordando i tanti giovani che sacrificarono ciò che di più prezioso avevano: la vita, affinché noi potessimo costruire la nostra liberamente e con maggiori opportunità.

Irlanda 9

 Alla sera ci siamo imbarcati sul traghetto ed ha inizio una traversata di circa 16h che ci vedrà abbastanza sballottati dato che troveremo mare abbastanza grosso (circa 3m di onda a detta del comandante).
Un po’ shakerati, nel pomeriggio del 2 agosto sbarchiamo finalmente in Irlanda e già comincia la magia. Infatti, al baracchino dove ci fermeremo per magiare qualcosa, veniamo accolti con grandi sorrisi e molte domande. Conosciamo la famiglia che gestisce il baracchino, facciamo le foto con loro e ci vengono indicati sulla mappa i punti per lei irrinunciabili della Wild Atlantic Way. Nel mezzo della chiacchierata posteggiano due auto della polizia, un poliziotto scende e guardando le moto ci dice che è anche lui un motociclista e dopo aver ascoltato il giro che vogliamo fare, ci regala un: Lucky Bastards! Poi ci regala dei gilet ad alta visibilità di un programma irlandese per la guida sicura su due ruote!!!! Tra le risate ringraziamo, salutiamo e ripartiamo alla volta di Cork!

Irlanda 13

Una soluzione per trovare da dormire a condizioni basic, in strutture moderne, ben pulite ed a buon prezzo è prenotare negli studentati, cosa che faremo non solo a Cork ma anche in altre occasioni. Nel periodo estivo, infatti, diverse strutture che durante il periodo accademico accolgono gli studenti fuori sede, affittano le camere come fossero B&B. 
Siamo molto emozionati quando il giorno dopo partiamo già per delle mete molto succose: Il Ring Of Kerry ed il Gap of Dunloe. Entrambe saranno decisamente all’altezza delle aspettative: panorami mozzafiato e strade bellissime! Ruscelli che scorrono fianco a fianco di stradine che passano su ponticelli di pietra, percorsi da calessini trainati da cavalli. Infiniti campi ricchi di verde spazzolato da un vento che, come atteso, è il direttore d’orchestra del meteo irlandese: ogni giorno avremo tutte e 4 le stagioni che si alternano più volte, sole che quando esce è caldo, pioggia più o meno intensa, ma che a parte un paio di occasioni non supererà mai la mezzora e tante nuvole talvolta piene e talvolta bianche e rasserenanti che corrono nel cielo. 
Così testiamo con successo l’attrezzatura che abbiamo portato: tutto materiale tecnico in cordura impermeabile ed antivento. In questo modo evitiamo per lo più di indossare la tuta antipioggia. Sarebbe infatti improponibile continuare a mettere, togliere, lasciar asciugare; si prende la sciacquata e poi andando ci si asciuga.

Irlanda 5

Con ancora negli occhi il primo assaggio d’Irlanda, il 4 agosto abbiamo la barca prenotata (da circa metà luglio), che ci porterà a visitare un altro luogo davvero ai confini dell’immaginario umano: Skellig Michael (dal gaelico: roccia di Michele)! Difficile riassumere tutto ciò che quest’isola rappresenta. Un luogo inaccessibile (circa 17 Km dalla costa in pieno oceano Atlantico), con un monastero antichissimo (588dC). Punto di partenza della misteriosa quanto affascinante Linea di San Michele, ben 7 luoghi di culto dedicati a San Michele perfettamente allineati da qui alla Terra Santa. Nascondiglio dei predoni Vichinghi che dopo le loro scorribande si rifugiavano sulla cima di questa isola e tutt’ora (ahimè!), il loro villaggio non è visitabile data la pericolosità del percorso che in alcuni punti diventa una vera arrampicata. Ma anche set cinematografico di ben due episodi della saga di Guerre Stellari: “Il risveglio della Forza” e “Gli ultimi Jedi”! Patrimonio dell’UNESCO dal 1996. Avviso però che per chi dovesse soffrire in modo acuto di vertigini, la visita potrebbe risultare molto faticosa, soprattutto in discesa, dove gradoni irregolari molto ripidi espongono il visitatore ed abbiamo visto alcuni scendere stando seduti o attaccandosi nervosamente a qualsiasi appiglio disponibile. Una volta arrivati qui il percorso è obbligato e gratuitamente vengono fornite spiegazioni e racconti in merito alla vita sull’isola da personale competente e molto disponibile. Di fronte vi è Little Skellig che si costeggia in navigazione dove oltre ad un paio di foce che placidamente prendono il sole, risiede un’importantissima colonia di uccelli marini, tanto da essersi meritata l’appellativo di “Seabird Sanctuary” (trad. Santuario degli Uccelli Marini).

Irlanda 6

Cominciamo ad essere seriamente innamorati di questa terra e della sua gente che si dimostra ogni giorno più disponibile ed accogliente. Così come quando cerchiamo un posto per dormire la sera successiva, ci imbattiamo in una signora che si fa carico della nostra difficoltà e si ingegna in ogni modo pur di riuscire a trovarci un tetto sopra la testa. La disponibilità degli alberghi non è molto ampia attraverso i canali tradizionali, e purtroppo in moto è davvero rischioso aspettare di arrivare a destinazione e cominciare a cercare la parola magica “vacancy” in una qualche guest house locale!
Soprannominandola “Oh My Gosh!” per il numero incredibile di volte che usa questo intercalare per ribadire il suo stupore ad avere 4 motociclisti italiani che si muovono non avendo prenotato con largo anticipo, ci allestirà una camera in modo da contenerci tutti e poi ci indicherà i posti migliori di Killarney per passare la serata, tra buoni piatti, birra (rigorosamente Guinness!) e musica tradizionale.

Irlanda 7

Ecco, aprirei un po’ il capitolo pranzi e cene, nel senso che purtroppo il menù nei ristoranti non è eccessivamente vario. Apprezziamo soprattutto all’inizio le zuppe di verdure ed ancora di più la zuppa di pesce, gli hamburger ed il Fish&Chips…. Dopo più di due settimane andiamo un po’ in sofferenza. Da subito in realtà soffriamo gli orari della cena. Normalmente gli irlandesi cenano tra le 18 e le 19, quindi le cucine chiudono al massimo alle 20:30, orari poco compatibili con la logistica di 4 persone in giro tutto il giorno in moto… ci capiterà di prendere cibo ai take away ed essere “ospitati” in pub dove si beve solamente mangiando ciò che abbiamo preso e ringraziando dell’ospitalità a suon di giri di birra.

Irlanda 11

Come anticipato a qualcosa dovremo rinunciare e con gran dolore non riusciamo ad andare al cimitero per un saluto ed un grazie a Dolores O’Riordan (The Cranberries), è davvero fuori linea rispetto all’itinerario della Wild Atlantic Way e per pochi minuti perderemmo circa mezza giornata. 
La Wild Atlantic è semplicemente stupenda e sembra disegnata da un motociclista, ma nonostante l’abbiamo cercato in ogni negozietto o ufficio del turismo, non troveremo un adesivo o una patch… secondo noi è un peccato perché sarebbe un ottimo veicolo pubblicitario che richiamerebbe altri motociclisti, dato che non ne vedremo molti come ci saremmo viceversa attesi. 

Irlanda 8

Ed ora un altro punto famosissimo che aspettavamo con ansia: le Cliff of Moher! Bellissime! Maestose e, famosissime, molto turistiche, quindi non mi dilungherò dato che potrete raccogliere tutte le informazioni in merito. Aggiungo solo che da Galway sceglieremo la gita alle Isole Aran preferendo quella che offriva un passaggio davanti alle suddette cliffs, in modo da averne anche una vista dall’oceano.
Le Aran, semplicemente splendide! Vivere lì non deve essere molto semplice, perché soprattutto d’inverno la comunità è ristretta, i servizi ben pochi ed immagino un costante scambio con la terra ferma sia necessario, ma non sempre agevole. Però sono incredibilmente affascinanti con queste stradine tortuose, a dimensione d’auto, di UNA auto e costeggiate da muretti a secco che definiscono i perimetri dei campi per lo più destinati all’allevamento delle pecore da cui si prende la famosa lana. Ci siamo avvalsi del servizio di bus che oltre a scortarci ci ha raccontato un po’ di storia ed un po’ di vita attuale sull’isola principale e, ovviamente, tutti siamo tornati con almeno un indumento da regalare fatto con la lana locale.

Irlanda 10

Galway è una cittadina molto vivace e molto carina dove si organizzano molti eventi ed abbiamo scoperto che giusto la settimana prima avremmo avuto grosse difficoltà a trovar posto per via di una fiera di cavalli. 
È impossibile raccontare tutti i paesini o le piccole città incantevoli che abbiamo incontrato lungo la strada. Tutte hanno un qualcosa di caratteristico e sono tutte valorizzate da splendidi vasi ricchi di fiori. Lo stile è tipico da paese del nord Europa, ma ovunque si ha la sensazione di calore e di accoglienza. E poi che splendide verande! Molte case hanno infatti splendidi scorci su vallate o sul mare e non si può non immaginarsi comodamente sdraiati su quei divani o poltrone a leggere un libro in assoluta pace e relax. 

Irlanda 12

Proseguiamo sempre seguendo la Wild Atlantic Way, tra scorci incantevoli e piacevoli curve, sempre puntando verso Nord, arrivando nel Donegal, dove ci aspetta un negozio tipico di cappelli tradizionali irlandesi rigorosamente fatti a mano, l’ https://hannahats.com/ . Qui faremo un po’ di spesa, pensando alle prossime stagioni tra cappellini colorati, panciotti e copertine da divano e facendo la conoscenza di una coppia, lui irlandese e lei veronese. Ci danno un po’ di suggerimenti su luoghi da visitare e per primo ci spiega che per gli irlandesi non esiste Londonderry, perché: “We call it Derry!”
Proprio sulla strada per Derry, avremo una sorpresa, ovvero ci accorgeremo di essere entrati in UK dal cambio dei limiti di velocità in miglia ma, niente dogana! Veramente stupiti apprendiamo che non vi è alcuna dogana tra i due paesi, seppur ormai UK non fa nemmeno più parte della Comunità Europea. 
Attenzione, in caso di controllo della polizia, aver il passaporto potrebbe comunque essere necessario e noi ne siamo tutti provvisti. 

Derry ci accoglie con una casetta veramente British su due piani con il caminetto in sala, molto carina, ma ahimè anche con una pioggia abbastanza insistente che in parte contribuirà a trasmetterci una sensazione diversa dal resto d’Irlanda. Mi piacerebbe tornare per capire quanto sia dovuta ad una serata molto condizionata da vari aspetti o se come ci disse poi un ragazzo in un pub di Belfast: prima è meglio vedere e vivere un po’ di tempo nell’Irlanda del Nord e poi andare a visitare Derry. Apprezziamo molto il camminamento lungo le mura della città vecchia ed anche la struttura del “ponte di Pace” che “unisce” anche qui le due anime della città che purtroppo stanno da poco imparando a convivere (ricordiamo che Derry è il luogo dove avvenne la Bloody Sunday”).

Irlanda 14

Ripartiti da Derry andiamo verso una tappa che sogno da quando abbiamo cominciato ad organizzare questo viaggio: metteremo le ruote sul tracciato della North West 200 e poi andremo al Memoriale di Joey e Robert Dunlop! Faremo il giro del circuito 2 volte e scopriremo che la Road Race tra le più iconiche e famose dopo il TT dell’Isola di Man, non è per nulla pubblicizzata. Non vi sono negozi, adesivi o altro che ricordano la gara se non alcuni cordoli colorati e la griglia di partenza dove ovviamente faremo diverse fotografie. Tutti ci dicono: sì, nei giorni della gara potete trovare delle bancarelle di souvenir. Al memoriale di Ballymoney l’emozione è forte! Joey e le sue vittorie leggendarie figlie di un motociclismo d’altri tempi, fatto di pura passione e sconfinato come il coraggio di chi è ben consapevole dei rischi, ma ama talmente tanto quel che fa che decide di vivere a 300Km/h tra muretti, tombini ed angoli delle case. Vediamo anche sulla strada principale un nuovo murales che raccoglie i 4 piloti della famiglia Dunlop: Joey, Robert, William e Michel.

Dunlop

La sera saremo a Ballycastle che è un paese molto carino con una parte più vecchia sopraelevata e la parte della marina dove, al di là del clima pare di essere in una classica meta vacanziera. Ovviamente anche qui la sera la passeremo in un pub a sentire musica dal vivo, dove conosceremo mezzo locale e, finiremo a cantare la Turandot (il famoso e difficilissimo “all’alba vincerò!”), per cui riceviamo dei molto magnanimi applausi e temo anche qualche impropero dal povero Puccini che si è visto così maltrattato uno dei suoi capolavori.
Sulla strada per Belfast passeremo anche dalla Giant’s Causeway dove preparatevi ad una bellissima, ma lunga camminata, per ammirare una costa molto suggestiva. Suggestivo come sicuramente è il viale di Dark Hedges che colpisce l’immaginario e non a caso è stato scelto come set de Il Trono di Spade.  Anche qui non mi dilungherò dato che di informazioni in merito a questi posti famosissimi ne potrete trovare a bizzeffe ed anche molto più accurate di quante potrei darne io (un solo suggerimento, se fate il giro del sentiero a piedi, fate prima la cresta e poi scendete sul mare, la salita risulta meno impegnativa). 

Irlanda 18

In serata arriveremo a Belfast e per evitare qualsiasi tipo di complicazioni dato che non conosciamo la città decidiamo di muoverci coi taxi. La prima sera ci affidiamo alle informazioni turistiche e la passeremo in quello che viene definito il Temple Bar di Belfast: Il Cathedral Quarter. Carino, ma onestamente più piccolo di quanto ci aspettassimo, pieno di turisti e lontano quindi dalle abitudini più vere dei locali che tanto abbiamo imparato ad amare in questo viaggio. Il giorno dopo allora decidiamo di muoverci per la città sfruttando il servizio dei Bus Hop-on Hop-off. Comodissimi, risultano anche molto efficaci per raccogliere informazioni dai racconti degli autisti e guide, ma anche per selezionare i punti di maggior interesse in cui scendere, visitare e poi ripartire con una corsa successiva. L’acquisto del biglietto poi è stato fatto all’interno dell’ufficio turistico, dove riceveremo preziosissimi consigli per la sera, che davvero daranno il valore aggiunto alla nostra visita nella capitale del Nord Irlanda. Ma andiamo per gradi e torniamo al giro in bus. Decidiamo di visitare il museo del Titanic (fu costruito interamente qui) ed ora vi è una bellissima struttura che ospita il museo che non vedremo per ragioni di tempo (consiglio prenotazione online se qualcuno fosse davvero interessato), ovviamente un gift shop, più varie attrazioni ed una mostra d’arte temporanea. All’esterno, sul molo originale sono disegnate le piantine del Titanic e della sua gemella Olympic. Le dimensioni sono comunque impressionanti e percorrere l’intera lunghezza dei ponti da poppa a prua fa capire cosa dovesse essere per l’epoca, senza contare che qui abbiamo solo la rappresentazione sul pavimento, ma coloro che ci lavorarono all’inizio del ‘900, davanti agli occhi si trovarono dei mostri a tutta altezza che credo lasciassero davvero senza fiato.

Irlanda 15

Lasciato il quartiere del Titanic andiamo verso la Belfast dei “troubles” ovvero il periodo decisamente oscuro e difficile del conflitto interno tra repubblicani e lealisti. Avremo modo di vedere i molti murales e memoriali con lunghe liste di martiri della causa da una parte e dall’altra, fino ad arrivare a quello che viene chiamato il “muro di pace”, che ancora ogni sera ci risulta venga chiuso per separare fisicamente le due anime della città. La città mi affascina, ma sarà la sera che mi conquisterà completamente, perché’ dopo un’ottima cena, ci dirigiamo verso un pub storico dove ogni lunedì sera i musicisti locali si trovano per suonare insieme canzoni tradizionali. Siamo accolti quasi immediatamente come in famiglia perché’ veniamo riconosciuti come italiani da un irlandese che ha al tavolo un altro italiano suo amico che vive lì da 8 anni. Veniamo quindi tutti accolti al loro tavolo e cominciamo a chiacchierare, raccontarci e farci raccontare. Scopriamo quindi che si tratta di un pub cattolico e che quello è un appuntamento fisso per cui la gente vien lì proprio per sentire la musica. A riprova, per dare enfasi ad alcuni brani ed apprezzare anche voci dolcissime ma non molto potenti, spesso tutto il pubblico viene invitato al silenzio, creando quindi delle atmosfere davvero suggestive e magnifiche. Inutile dire che chiuderemo il pub, resteremo all’interno ad ascoltare musica oltre l’orario di chiusura, ma davvero sarà un momento magico.

Irlanda 16

Con ancora la musica nelle orecchie, la mattina, nei corridoi dell’albergo, faremo un altro incontro divertentissimo con un altro motociclista, nato a Borgomanero, ma trasferito in Sudafrica dopo nemmeno un mese, ora vive in Scozia di circa 15 anni ed era venuto a farsi un giro in Irlanda. Con un accento apertissimo ed uno slang un po’ gangsta ci racconta appunto la sua storia e ci consiglia di viaggiare dal Sudafrica al Kenya, tra parchi nazionali, animali selvatici e non pochi rischi da parte di qualche altro bipede con magari non le migliori intenzioni (ci descrive il Sudafrica come una terra ancora molto violenta). Cordialmente, declineremo l’invito almeno per il futuro più immediato, poi chissà.
Volgiamo quindi le nostre ruote anteriori alla volta di Dublino. Credo che di questa città se ne sia parlato e si possano trovare infinite informazioni. È bellissima, ricca di bellezze architettoniche, di storia, di angoli suggestivi ed anche qui di ottima musica suonata dal vivo ovunque ma soprattutto (ovvio) nei locali della zona di Temple Bar. Oltre alla ovvia e suggerita visita alla fabbrica della Guinness, segnalo anche la distilleria di Teeling che oltre ad essere accogliente e proporre delle visite guidate molto caratteristiche, propone degli ottimi prodotti e cederemo anche qui a souvenir vari tra cui anche la loro distillery edition, che andrà ad accompagnare la distillery reserve già acquistata a Bushmills ed a un 10 anni di Calvados raffinato  in botti speciali che prenderemo da un produttore locale mentre torneremo dalla Normandia. Insomma, una piccola scorta per consolarci durante i lunghi mesi freddi dell’inverno…

Irlanda 17

Passeremo a Dublino circa un giorno e mezzo e due notti, poi davvero il giro è agli sgoccioli. Ci separa l’ultimo tratto che ci riporti a Rosslare e per coprirlo decidiamo che di coste ne abbiamo viste molte e tra l’altro questo non sarebbe nemmeno tra i più emozionanti. Viceversa, possiamo passare dalle Wicklow Mountains che sono un’area naturale protetta di montagne, boschi e laghi che ci riempiranno gli occhi facendoci già nascere un sentimento di nostalgia verso questa terra meravigliosa. 

Sul traghetto tutti noi avremo un po’ di dispiacere; infatti, tutti ci diciamo la medesima cosa: tipicamente dopo molto tempo in giro a fare e disfare bagagli e guidare ogni giorno per centinaia di chilometri, viene il desiderio di tornare a casa, mentre quest’anno no. Questa vacanza ha decisamente superato le nostre aspettative che eran già ben alte. A far la differenza sicuramente la cordialità e la giovialità del popolo irlandese che perfettamente rispecchia questa terra dai dolci verdi declivi.

Irlanda 1

Abbiamo quindi inseguito il nostro Leprechaun in lungo ed in largo ed alla fine degli arcobaleni la pentola d’oro l’abbiamo trovata davvero; non un oro che arricchisce il portafoglio, ma quello ben più prezioso che arricchisce la mente ed alimenta i ricordi, che certo ci accompagneranno durante l’inverno e non solo; ovviamente nell’attesa del prossimo viaggio, perché’ come disse De Andre’ la vera ragione del viaggio, viaggiare….

Andrea De Angeli

GALLERY

Back To Top
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.