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Sportività

Quando si partecipa a un gioco, a una gara, a una sfida, si partecipa per vincere, questo è un dato di fatto, quello che da sempre sostengo e dico ai miei alunni a scuola.
Nessuno gioca per perdere, tutti cerchiamo di dare il meglio nella prestazione, in questo caso sportiva, per superare l’antagonista, sia esso un singolo sia una squadra o un cronometro o una lunghezza.
Si partecipa per vincere, certo, si partecipa, però, rispettando le regole, del gioco, dello sport, ma soprattutto di rispetto dell’antagonista, soprattutto quando questo non è una misura, ma una o più persone.

 

Antagonista, mi piace di più di rivale, concorrente, avversario, non un termine che indica essere contro qualcuno, ma essere in competizione, qualcuno con cui competere correttamente per dimostrare la propria capacità.
Vinca il migliore e in questo caso onore al merito e rispetto a chi ha partecipato con lo stesso spirito verso una vittoria che non l’ha arriso.
Questo è quello che credo sia sportività, delle persone che si sfidano mettendoci tutto l’agonismo possibile per raggiungere l’obiettivo, nello stesso tempo rispettano e ritengono fondamentale la presenza dell’altro/i per il raggiungimento dello stesso.
Ci deve essere qualcosa da superare, se non è una misura, è un altro o altri competitori come nel caso delle gare Motociclistiche.
Ecco che tale dovrebbe essere il comportamento, atleti capaci di darsele sportivamente di santa ragione durante la gara, ma appena terminata capaci di complimentarsi con l’antagonista.
Lo sport è pieno di esempi negativi, parlo di sport praticato non di tifo, ma anche di esempi degni di nota; famoso il discusso passaggio della borraccia tra Coppi e Bartali, o viceversa, come le più normali, ma non meno importanti strette di mano a fine gara, e il festeggiare insieme inondandosi di spumante sul podio.
Poi ci sono esempi che danno invece un segnale ancora più forte, come quello che domenica durante la gara di WSBK a Phillip Island dove un Marco Melandri corre verso Carlos Checa, che l’ha appena steso, a soccorrerlo.
Il Deja vu di una scena che abbiamo già visto e che a chi ha qualche anno in più ricorda quella di trent’anni prima ad Assen dove un altro Marco, Lucchinelli, si ferma a soccorrere Franco Uncini, una scena che come la più recente dà la misura di come certe persone, certi Piloti, conoscano il concetto di Sportività, conoscano il significato di umanità e rispetto.
Abbiamo per fortuna nella storia del motociclismo diverse testimonianze così e non solo nel nostro mondo, ma purtroppo le stesse sono sempre più rare in un mondo, non solo sportivo, dove cinismo ed egoismo sembrano imperare.
Certo esempi così potenzialmente drammatici non vorremmo mai vederli, ma ci piacerebbe vedere davvero più sportività.
Sportività che rende più bella anche la vittoria.

 

 

Flap

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