Verona, più e meno.
I miei occhi, di quel colore indefinito, tra il verde marcio e il marrone m….. , va beh avete capito, si riflettono nello specchio del bagno stropicciati dalle mani.
Si chiedono curiosi il perché si sono dovuti aprire così presto, in una fredda mattina di un sabato invernale.
Poi il cervello collega finalmente le sinapsi e s’illuminano al pensiero che tra qualche ora, quando finalmente sorgerà il sole, potranno perdersi nelle meraviglie del Bike Expo di Verona.
Un rituale ormai che si ripete ogni anno, puntuale e quasi desiderato, un appuntamento piacevole cui difficilmente riuscirei a rinunciare.
Verona è una fiera atipica, strana, variegata, viva, non asettica come i saloni, proprio la differenza dei termini usati rende l’idea di cosa intendo.
Una lunga ma scorrevole, coda ci aspetta alle biglietterie, peccato scoprire una volta arrivato allo sportello, che per utilizzare una scontistica di € 3,00 sui € 16,00 del biglietto, quale socio di un club, devo fare una fila esterna!
Ovviamente rinuncio, ci vorrebbe più organizzazione e più segnaletica.
I padiglioni sono sempre i soliti, gli spazi per le esibizioni all’aperto sono pronti, ci si tuffa nella Fiera vera, quella fatta di colori, cromature, arte e fantasia, ci si perde in un serbatoio e in un fondoschiena da urlo, siamo motociclisti sensibili, e si prosegue in questa viva vetrina delle due ruote.
Moto, abbigliamento e accessori, oggetti a tema moto, a volte anche oltre il confine della stessa da toccare con mano, da poter acquistare, magari a prezzi vantaggiosi, ecco una cosa in più dell’Expo.
Forse è davvero questo che attira tanti visitatori, molti di più dell’anno scorso ai miei occhi, gli stessi sopra descritti.
Si nota, però anche l’assenza di alcune case note, si vedono spazi vuoti, sembrano più distribuiti i presenti, meno operatori probabilmente hanno affrontato la spesa di questa esposizione.
Meno abili anche alcuni ristoratori che hanno dimostrato una capacità organizzativa molto fantasiosa che ha messo a dura prova la pazienza di molti di noi.
Più e meno di una fiera che comunque mantiene uguale il suo fascino, si trasforma negli anni mantenendo il suo spirito di base, quello che fa si che ogni anni ci si ritorni.
Flap
