Carnevale ormai passato, quasi visto che per il rito Ambrosiano il periodo finisce oggi, una festa che fa del travestimento la sua essenza.

L’essere per un giorno irriconoscibili, trasformarsi momentaneamente, sembrare un altro, osare nell’apparire…se ci pensiamo bene questa è un po’ la caratteristica che noi motociclisti mettiamo in atto sempre.

Pensiamo al nostro colorato abbigliamento, particolare anche quando quella monocromia tendente al nero, ai nostri caschi che ci nascondono, ci celano, ci trasformano nella fantasia in astronauti o Supereroi.
Un modo di vestire che già di per se va oltre il comune e ci distingue, ci trasforma da bipedi deambulanti in rombanti moto dotati.

Abbigliamento che ci identifica e che spesso usiamo come contrappasso alla nostra magari vita ben più “Seria” che ci permette di osare, di giocare, di apparire senza che questo leda, non sempre lo ammetto, la nostra credibilità e/o onore.
L’Avvocato che tolto il gessato indossa il gilet di pelle ricco di patch, bandana e rumorosa Harley o il Dentista che sulla sua Adventure sfoggia colori come dovesse andare alla Dakar, l’elegante commessa che infila la tuta in pelle per scorrazzare sulla sua ipersportiva, insomma una infinità di scenari possibili che sembrano il rovescio di tante medaglie ma che in fondo sono solo espressioni di personalità che si adeguano alla vita sociale.

La moto che diventa un modo per sfuggire al quotidiano, scatenare la voglia di apparire, qualche volta forse di mostrare la nostra vera essenza, la nostra nascosta voglia di continuare a giocare, di togliere i rimpiattini dal cassetto appena ne abbiamo la possibilità.
In fondo siamo fatti così imprevedibili, capaci di stupire, di nasconderci dietro una visiera scura.

Che sia sempre Carnevale per noi?