Arte immobile su due ruote
Categoria: trafiletti

La moto è libertà, è movimento, dinamismo, spesso simbolo di quel futurismo che agli inizi del secolo scorso aveva l’idea della velocità.


La moto è Arte, arte meccanica, arte stilistica, la ricerca del bello, la conquista di qualcosa che risulti unico, particolare personale esclusivo come la mente che l’ha creata.

Nel nostro mondo fatto di grandi numeri di omologazione e appiattimento stilistico ancora spuntano come iceberg punte di design che fanno intravedere un mondo sommerso fatto di stile, e ricerca che va oltre la logica, oltre la funzionalità, oltre tutto, come del resto è l’Arte.
Non sono un esperto ma l’Arte per me è questo, traferire un’idea in qualcosa di tangibile, visibile, udibile, qualcosa capace di emozionare profondamente.

Il risultato può piacere o non piacere, diventa soggettivo il giudizio, ma non la classificazione, quell’opera è Arte.
Se parliamo di grandi numeri nel panorama due ruote l’Arte è stata rappresentata da ben pochi modelli, quelli capaci di diventare intramontabili, iconici, addirittura esposti insieme al altrettante opere d’arte. Oggetti riconosciuti universalmente come tali da tutti.
Eppure a mio giudizio c’è un panorama quasi invisibile, poco diffuso di chi porta la propria arte a bordo delle due ruote a motore.

Il recente Motor Bike Expo ne è stata un’altra ulteriore conferma, che anno dopo anno si rinnova, così come tutti gli eventi dedicati alla Customizzazione.
Quella vera, non quella modaiola o commerciale, quella fatta da Artisti della Meccanica, quelli capaci di catturare gli sguardi e fargli perdere più di qualche minuto sui dettagli del loro operato.

Non solo un momento WOW, ma una consapevole constatazione della fantasia e della qualità realizzativa di quello che abbiamo davanti.
Particolari di moto e moto stesse che diventano perfetti oggetti da esporre come pezzi artistici.
Oggetti che spesso però purtroppo perdono la loro funzione principale di Moto…quella di potersi muovere liberamente, di essere utilizzabili senza grossi vincoli e rinunce.

Il solito confronto tra arte e funzionalità che ha visto progetti sulla carta perdere il fascino artistico per adeguarsi alle norme di circolazione, sicurezza e utilizzo, quel difficile compromesso che di solito non soddisfa mai pienamente nessuno, o meglio non lo soddisfa pienamente.
Eppure ne abbiamo viste tante di moto inutilizzabili, poco logiche nelle loro forme e funzionalità, ma indubbiamente oggetti d’Arte, destinate probabilmente a rimanere immobili per essere semplicemente ammirate, il frutto di una visione, di un sogno, di un’espressione artistica che ha come scopo principale la realizzazione degli stessi per autore.

Io rimango sensibile a questa bellezza, a questa Arte, pur continuando a credere che la moto debba potersi muovere, dare piacere anche mentre la si guida.

Flap Firma

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