Quella sensazione che il mondo ti stia guardando nell’attimo più imbarazzante della tua carriera motociclistica, quel sapore di figura di palta che non ti abbandona mai!
Correva l’anno… non lo so esattamente, le ere geologiche si susseguono anche se a dirla tutta mi sembra ieri. Scorrazzavo con la mia prima moto, una Suzuki GSX-F600, splendida per me anche se “qualcuno” l’aveva ribattezzata “cubo di gallina”. La prima moto, in un periodo in cui tutti volevano essere motociclisti, ti riempie di gioia e di quella strana voglia, che a dire il vero non ti passa mai, ti metterti in mostra, anzi di più, di fare proprio lo sborone.
Mi venne in mente di andare in palestra in moto e di parcheggiare gloriosamente davanti alle vetrine dove erano posizionate gli attrezzi. Ah tutti quegli occhi che mi fissavano mentre smontavo teatralmente dalla mia suzukona, che libidine! Doppia libidine! Libidine col… se lo sapete siete vecchi come me. Ma mentre mi volto per vedere se qualche fanciulla mi addocchia, vedo che la “creatura” inizia a crollarmi addosso, messa sul cavalletto frettolosamente, preso da priorità più importanti.
Insomma mi è crollata addosso e ci sono rimasto sotto come un a specie di balenottero spiaggiato, una cimice rovesciata che sbraccia affannosamente per liberarsi, fino a quando un buon bravo Cristiano, nel senso che si chiamava proprio così, mi ha liberato. La figura di palta.
A distanza… di un ventennio, passano gli anni e le vetrine di una palestra mi è parsa poca cosa, ci voleva un palcoscenico più grande, meglio Viale Liguria a Milano, in prima linea ad un semaforo, rimasto ancora una volta spiaggiato questa volta sotto la guzzona.
Più incolpevole questa volta a dirla tutta, niente ragazze da addocchiare, tranne la Microsoft girl che mi ha soccorso, sarà destino visto il lavoro che faccio. Ma quello che davvero è successo, quello che ho scoperto, è che adesso come allora… sono rimasto orgogliosamente un motociclista improbabile!