Sogno di una notte di mezza Estate
Categoria: trafiletti

Non serve scomodare Shakespeare e nemmeno, citando lo stesso autore, chiedere “tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?”.


Non posso nemmeno dare la colpa alla peperonata, che non amo, e che nel caso produrrebbe incubi.
Qua si parla di sogni, o meglio quello che forse ogni motociclista ha dentro di se, qualcuno riesce a realizzarlo, qualcuno continuerà probabilmente a desiderarlo finché la moto uscirà dalla propria vita, o inevitabilmente il contrario.
Più che un sogno è un desiderio che personalmente ho da tempo, quello di avere uno spazio dove raccogliere almeno due passioni, la moto e la lettura.

La costante lotte con il gioco del Tetris per mettere moto, caschi e abbigliamento nel piccolo box condominiale che una volta risolto va ricomposto per usare la moto che inevitabilmente è rimasta in fondo, oppure recuperare quella giacca che usiamo poco ed è finita nell’angolo estremo dietro al mondo che si è accumulato. 

Ecco che in una calda notte di questa Estate si è materializzato, in sogno, concretamente la mia idea di luogo ideale, esagerato, visto che era pura fantasia.

Un piccolo capannone, di quelli degli anni ’50 con quel tetto rotondo, quelli delle piccole officine meccaniche con il portone in ferro scorrevole, naturalmente vicino a casa così da poterlo raggiungere velocemente e a piedi ogni volta che la voglia di rinchiudermi nella passione si scatena.
Un posto dove poter raccogliere ordinatamente le moto, in bella mostra per il piacere personale, una piccola postazione officina per la minima manutenzione di cui sono capace, ordinata senza dover ogni cercare disperatamente la chiave del 13 o il giraviti a stella sepolto chissà dove nella borsa dei ferri.

Inevitabile quindi non pensare a uno spazio dedicato all’abbigliamento e ai caschi maniacalmente magari suddiviso per tipologia di utilizzo.
Già questo potrebbe bastare, ma visto che ci siamo e sognare con costa nulla perché non avere un’ampia parete libreria dove raccogliere finalmente insieme e senza le continue critiche della moglie che si lamenta dell’ultimo volume arrivato.

A questo punto ci vuole una poltrona in un punto ben illuminato per poter leggere, magari sorseggiando una birra fresca tolta dall’immancabile frigo, magari anche un divano dove accogliere gli amici perché bere in compagnia è meglio.
Un garage che diventa uno spazio personale, una tana quando è necessaria che diventa un punto di ritrovo dove parlare con chi condivide la passione e progettare magari il prossimo viaggio.

Il risveglio conferma che la realtà e ben altra, ma per fortuna “i sogni son desideri…” (questa però è Cenerentola e non Shakespeare) e come tali abbiamo sempre la speranza che si avverino, magari in parte, magari mai, ma alla fine va bene così.

La moto c’è e questo a volte basta.

Flap Firma

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