Lei in effetti non è bella, secondo il mio gusto ovviamente, però è “un tipo”, snella, elegante in quel suo vestito in tre gradazioni di nero, tono su tono.

Alta con quei tacchetti aggressivi, insomma poteva essere un rapporto intrigante, eppure la scintilla non è scattata subito.
Un primo appuntamento veloce che ha messo in risalto le sue caratteristiche che male si accompagnavano alle mie capacità.

Certo qualche giretto veloce non basta per capirsi, e forse un azzardo portarla subito in vacanza sui sentieri della Sardegna. In effetti le aspettative, nonostante le sue qualità sulla carta, erano quelle di giorni di incomprensioni, di piccoli litigi, insomma poco feeling.

Ma ormai siamo partiti e così tanto vale provare a conoscerci meglio smussare gli spigoli del motore con la mappa giusta e, di conseguenza, le sospensioni e controlli elettronici così da mettere l’impreparato accompagnatore a proprio agio, per quanto possibile.

Man mano che le difficoltà del percorso aumentano diventa necessaria la collaborazione, l’adattamento, insomma un po’ di complicità e, come spesso accade ci si comincia a capire.
Inutile cercare di domarla, meglio lasciarla fare, controllare i suoi eccessi e lasciarsi trasportare nelle discese e dargli fiducia quando serve la spinta per salire sui ripidi pendii.

Capricciosa, ha voluto anche sdraiarsi a riposare qualche volta ma il vestito ha retto e lei non ha mai mancato di riprendere la via senza problemi, certo aiutarla ad alzarsi ha messo in mostra un fisico più “possente” di quello che la sua figura sottile fa immaginare.

Insomma con calma abbiamo imparato a sopportarci, ad apprezzare le qualità invece delle mancanze, forse ad essere amici.
Non è scattato l’amore, son fedele alla sorella maggiore a cui però sono precluse, per quanto mi riguarda, le gite in campagna che invece lei affronta con simpatica disinvoltura.

Alla fine ci siamo capiti, si è fatta capire, si è fatta apprezzare, grazie Tedeschina.

Ph. Giupax